Mercoledì 13 Dicembre l’Auditorium parco della musica è diventato il palcoscenico di uno spettacolo canoro natalizio degno di questo nome: il concerto dei The King’s Singers, un sestetto composto da voci maschili che ha incantato la capitale con canti tradizionali natalizi e celebri pezzi del repertorio barocco.
I sei cantanti, Nigel Perrin, controtenore, Alastair Hume, controtenore, Alastair Thompson, tenore, Anthony Holt, baritono e Simon Carrington, baritono, Brian Kay, basso, sono cantanti lirici professionisti che, con un repertorio capace di spaziare dal mondo classico a quello moderno, sono riusciti a farsi strada nel mondo musicale odierno.
Ascoltare dal vivo i The King’s Singers è stato piacevole come vederli.
Con una disposizione a cerchio richiamante i gruppi di canto barocchi del 1600, sono stati capaci non solo di deliziare anche gli orecchi più sopraffini, ma anche intrattenere il pubblico con bizzarrie durante le esecuzioni, strappando anche qualche risata al pubblico. Non di poco conto, è sicuramente importante sottolineare la loro capacità di riarrangiare brani famosi e farli propri.
Ogni voce aveva il proprio ruolo.
Ognuna indispensabile alla buona riuscita del pezzo, ognuna con una linea melodica diversa e questo, soprattutto per i più avvezzi del mestiere, fa capire quanto lavoro ci sia dietro uno spettacolo del genere, e quanta preparazione tecnica serva per una buona riuscita. Arrangiamenti che spaziavano dal jazz, quasi a tracciare qualche linea di soul, fino ad arrivare ad uno stile classico, sempre con una giusta impostazione lirica.
Degno di nota è, infatti, la loro capacità di non perdere mai le basi della loro tecnica canora, nemmeno nei pezzi più “semplici” e leggeri come i classici natalizi. È stato ammirevole e soddisfacente anche notare una sala come quella dell’Auditorium piena per un concerto lirico tenuto da sei voci, senza l’ausilio di nessun strumento. Questo, chiaramente, indica forte capacità comunicativa ed una tecnica canora talmente spiccata da arrivare ad ogni tipo di pubblico, e non soltanto alla solita nicchia di musicisti.
Piacevole e divertente, con un repertorio che ha messo in luce tutta la bravura del sestetto The King’s Singers.