A vent’anni dalla morte, si è svolta lunedì sera al Politeama Rossetti di Trieste, una serata molto emozionante in ricordo di Giorgio Strehler, regista triestino.
La serata è nata dalla collaborazione fra Comune di Trieste, Teatro Stabile regionale e Rai – Sede regionale Friuli Venezia Giulia.
Come ha detto il direttore del Teatro, Franco Però:
non un convegno, non una tavola rotonda, ma un’occasione per condividere aneddoti e ricordi
Triestino di nascita, milanese d’adozione e anima del Piccolo Teatro di Milano; il grande artista è stato ricordato attraverso i suoi spettacoli e i suoi attori: ANDREA JONASSON, GABRIELE LAVIA, FERRUCCIO SOLERI, PAMELA VILLORESI.
Sul palcoscenico, video e interviste, chicche messe a disposizione dalle Teche Rai in cui si è notato anche il suo affettuoso rapporto con la città natale.
Trieste culla dell’infanzia, così piena di cose, di musica, di vento, di tenerezza e di mare, di allegria e anche di tristezza…
SARTI E IL RICORDO DI UNO STREHLER GIOVANE E POI DI UOMO IMPEGNATO NEL SOCIALE
Renato Sarti, salito sul palco per primo ha voluto condividere la memoria di uno Strehler giovanissimo, quando ancora viveva a Trieste.
L’attore ha poi sottolineato la natura di Strehler come uomo di teatro impegnato nel sociale, ricordando anche di averlo diretto in occasione della sua partecipazione, qualche anno più tardi, in uno spettacolo tratto da un’opera riguardante la Risiera di San Sabba.
PAMELA VILLORESI E IL RAPPORTO DEL REGISTA CON GOLDONI
La Villoresi ha richiamato l’attenzione e la memoria del pubblico sul rapporto di Strehler con le opere di Goldoni, in cui l’artista vedeva un alter ego.
L’attrice ha poi interpretato alcuni brani significativi provenienti dagli allestimenti a cui ha preso parte ,diretti dal regista: il Campiello, le “Baruffe Chiozzotte” ma anche l’ “Isola degli schiavi” in cui resta anche una delle lezioni più grandi per gli attori che con lui hanno lavorato
Non si è nulla sulla scena, se non si è prima dentro
e l’importanza di lavorare sì con la ragione ma di utilizzare il cuore soprattutto, che è quello che rende una persona migliore.
GABRIELE LAVIA E IL RE LEAR CON STREHLER
Lavia, che è salito sul palco successivamente, ha condiviso il ricordo dell’esperienza al Piccolo Teatro di Milano.
Esilaranti alcuni aneddoti e racconti riguardanti l’allestimento e le prove del Re Lear: tra prove generali iniziate all’una di notte e conclusasi alle prime ore del mattino o il momento in cui finse un malore per ritardare il debutto ma nessuno lo seguì e quindi dovette debuttare lo stesso.
ANDREA JONASSON,COMPAGNA DI UNA VITA E IL RICORDO DI TRIESTE.
L’entrata in scena di Andrea Jonasson, compagna per 23 anni di Strehler è stata preceduta da un video di un’intervista allo stesso in cui si parlava di Trieste.
Rapporto che la Jonasson ha sottolineato sempre vivo come il ricordo della città
Giorgio amava tanto Trieste, me ne parlava tanto
Oltre alla visione di alcuni spezzoni de “L’anima buona di Sezuan” a cui lei prese parte, la J. ha voluto condividere con gli intervenuti la lettura di un biglietto che Bertold Brecht scrisse al regista.
A pochi mesi dalla sua morte Brecht infatti nel biglietto racchiudeva un grande attestato di stima e affermava che avrebbe voluto lasciare a lui tutti i suoi testi.
FERRUCCIO SOLERI, L’ARLECCHINO
Con Soleri si è sottolineata l’importanza dell’Arlecchino in tutti i lavori condivisi da lui e Strehler e la creazione di questo personaggio
magica sintesi di sorriso e gioco, di provocazione e ricerca, di artigianato e rigore
UNA RISPOSTA DELLA CITTA’ UN PO’ SOTTOTONO
È un gran peccato che la città abbia risposto un po sottotono a quest’invito soprattutto perché chi non è venuto si è perso la possibilità di conoscere un po’ di più un personaggio importante sia per la città che a livello nazionale.
Ma non solo: si è perso anche il suggestivo video finale, ripreso da un messaggio di saluto del regista in occasione di un evento a cui non aveva potuto partecipare.