Il racconto è una passeggiata linguistica dentro il bosco che quella vigna affianca, poco prima dell’ambiente e del mondo che contribuisce a creare. Troverete, lungo il cammino, un intreccio enoico e immaginativo.
Biografie incrociate e poco cronologiche, quelle di Federica Magrini e Lorenzo Mocchiutti, i Vignai da Duline. E poi, divagazioni e paradigmi in vigna.
Pause in cantina. Pezzi di Friuli.
Tocai giallo. Arbe garbe. Insetti utili. Malvasia. Carême. Prugne umeboshi. Soldati e Veronelli. Gelsi e siepi. Pinot nero. Masanobu Fukuoka. Chardonnay. Erba medica di Premariacco. Critica dell’assaggio. Casarsa. Osmizze. Potatura relazionale. Api e vespe. Picolit. Vitis rupestris…
Respirerete un sistema sentito e praticato. Chioma integrale. Mucca verde. Perché per Lorenzo Mocchiutti il vigneto è la nave spaziale in orbita nel viaggio verso una viticoltura yesterday, today, tomorrow. Quotidianamente lavora per dare materialità a una visione agricola. E per trasformarla.
Enviromentally sound.
Le sue pratiche raccontano il rispetto della terra a partire dalla fisiologia della pianta e dalla vitalità del suolo, essenziali a un’agricoltura diffusa, partecipata, sensata. La sola che generi vini d’eccellenza, capaci di distillare territorio. La sua opera perderebbe ogni ragione di esistere se restasse chiusa in quel clos.
Da lì, si è d’altronde defilata e si trasforma in un manifesto del «vino paesaggio». Tutto da scrivere. Nel sensibile comune.
L’autrice
E’ un vino paesaggio. Pratiche e teorie di un vignaiolo planetario in Friuli
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