L’apertura di una nuova sala teatrale va sempre festeggiata con entusiasmo e, se ad inaugurare questo nuovo spazio sono dei ragazzi Under 35, l’entusiasmo è anche maggiore.
Quindi lunga (e felice) vita all’Hangar Teatri di Trieste e complimenti al coraggio dei fondatori della compagnia del Teatro degli Sterpi : Valentina Milan, Elena Delithanassis, Giuseppe Matellon, Ivo Huez, Sergio Pancaldi, Ilaria Santostefano e Kevin Bianco.
Dopo l’inaugurazione ufficiale di lunedì scorso, con tanto di taglio del nastro e brindisi augurale, da ieri sera si è cominciato a dar vita al nuovo palco (in realtà un’arena) con Delirio a due, l’anticommedia di Eugène Ionesco per la regia di Marina Shimanskaya e l’interpretazione di Valentina Milan e Marco Palazzoni.
Delirio a due, scritto da Eugène Ionesco nel 1962, rappresenta l’emblema del teatro dell’assurdo.
Lui e Lei
Una stanza, Lui e Lei, una coppia senza nome impegnata in un funambolico scambio di battute ed accuse tanto da farli diventare totalmente impermeabili alla guerra che imperversa fuori dal perimetro di quella stanza.
Lui e Lei si rinfacciano una vita senza soddisfazioni, si urlano addosso tutta la loro futile rabbia, i loro sogni traditi, le loro disillusioni mentre fuori la guerra non lascia scampo e, mentre le bombe tirano giù muri e su di loro piovono granate e colpi di fucile, loro discutono se la chiocciola e la tartaruga sono o non sono la stessa bestia.
–(lei) La chiocciola e la tartaruga sono la stessa bestia…chiunque te lo dirà…
–(lui) No, non sono la stessa bestia.
Lui e Lei sono totalmente chiusi nel loro egoismo, tanto da non condividere nemmeno un biscotto o una sigaretta; è quindi facile immaginare come non riescano nemmeno a dare un senso a quello che incombe fuori dal loro appartamento.
Cercano di fuggire dall’essere qualcosa, urlano pavidamente la loro “non appartenenza” a qualsiasi schieramento, il loro essere grigi dove fuori il mondo è diviso, cromaticamente, tra rossi e neri. Ma non è una scelta politica la loro ma il tentativo goffo di non essere disturbati nella loro ottusa vita quotidiana.
La loro stupidità comica è palpabile
La loro stupidità comica è palpabile ed ottimamente resa dai due protagonisti Valentina Milan e Marco Palazzoni.
I due riescono ad interpretare i ruoli con vivacità, offrendo un quadro divertente di una condizione esistenziale invece alquanto tragica.
In questo sono stati senza dubbio aiutati dalla regia di Marina Shimanskaya che ha reso il testo asciutto perché è uno spettacolo che ha nella sostanza più che nella forma il suo messaggio.
Insomma un inizio decisamente positivo per la vita di questo nuovo spazio teatrale, complimenti a tutti!
Lo spettacolo è in scena ancora oggi e domani.