Negli anni ’70 la donna cominciava il percorso femminista di consapevolezza del proprio corpo osservando con timore le proprie parti intime con uno specchio e in meno di cinquant’anni quella coscienza acquisita con fatica e significato viene irrimediabilmente perduta mostrando le stesse attraverso una webcam a qualsiasi sconosciuto.
Il regista e sceneggiatore Tommaso Agnese racconta l’internet del sesso nel suo romanzo Diario erotico di una cybernauta (l’Erudita) attraverso la storia di Riccardo Rea.
Riccardo è un milanese trentenne che muove, inizialmente per noia, i primi passi nelle chat di incontri per entrare in un mondo fatto di corpi belli, brutti ma sempre spudorati, abitati da immaturità di mocciosi lamentosi.
Mossi da istinto e ormoni in cui i neuroni vengono spinti con prepotenza in un angolo, in modo che la ragione non possa agire.
Perversione e esibizionismo, in una girandola di narcisismo pornografico e ansiogeno che vortica su se stesso.
Sovrastrutture, finzioni, lontananze fanno da filtro impedendo un accesso equilibrato al proprio mondo interiore e velocemente diventano una droga, come a voler provare a se stessi che è possibile spingersi sempre oltre, senza mai ottenere nulla.
Scritto in modo brillante l’autore trasporta il lettore in un mondo eccitato e vuoto, fatto di speranze deluse, desideri divorati in fretta e infruttuosi miraggi.
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