NELLO SPLENDORE MEDICEO
PAPA LEONE X E FIRENZE
Museo delle Cappelle Medicee
25 marzo – 6 ottobre 2013
Il Museo delle Cappelle Medicee celebrerà la figura di Leone X, primo papa di Casa Medici, a cinquecento anni dall’elezione al soglio pontificio.
Dall’angolo visuale fiorentino, la mostra seguirà la vita di Giovanni, figlio secondogenito di Lorenzo il Magnifico, dalla nascita a Firenze nel 1475 fino al 9 marzo 1513, quando venne eletto papa, e al suo breve ritorno in patria nel 1515.
Le prime sezioni dell’esposizione saranno dedicate all’educazione del futuro papa. Fin dalla nascita a contatto col colto entourage umanistico sostenuto dal padre, Giovanni venne educato dai più importanti letterati e fu in rapporto con i maggiori artisti del tempo fra i quali il giovane Michelangelo. Eletto cardinale in tenera età, Giovanni subì le drammatiche sorti della sua famiglia che nel 1494 fu cacciata da Firenze dove poté fare ritorno solo nel 1512. Opere di Botticelli, Andrea Sansovino, Granacci, Ghirlandaio e Perugino illustreranno questa parte del percorso.
Nella seconda sezione della mostra questi avvenimenti saranno ripercorsi anche per tramite della produzione artistica fiorentina, e s’ intersecheranno con le vicende del giovane cardinale di cui saranno evidenziati quegli interessi e passioni che sbocciarono al tempo della sua elezione al soglio pontificio col nome di Leone, nome da lui scelto non solo per celebrare alcuni suoi eminenti predecessori, ma anche per evocare il leone (marzocco),l’animale simbolo di Firenze.
La terza sezione sarà dedicata al pontificato di Leone X e ai riflessi che ebbe nell’Urbe. Gli anni del papato leonino furono celebrati come una nuova “età dell’oro” in cui la capitale della cristianità poté rivivere per opera non solo di artisti, ma anche di poeti e di umanisti, le istanze del mondo classico. Sono questi gli anni in cui si iniziarono o si proseguirono le grandi fabbriche di Roma: fra le altre la basilica di San Pietro, mentre Raffaello dette seguito a straordinarie imprese pittoriche. Ritratti del Papa e suoi stemmi e simboli saranno affiancati da alcuni dei progetti leonini per Roma. Raffaello, Bugiardini, Della Robbia, Giuliano da Sangallo rappresenteranno la sezione nella quale si farà riferimento anche alla “questione luterana”.
Mentre il Sanzio dava la propria impronta alla Roma leonina, la presenza di un Medici sul trono di Pietro richiamò nell’Urbe un gran numero di fiorentini, anche artisti che, proprio in virtù di quello straordinario clima di munificenza e fasto, speravano di ottenere dal papa commissioni di rilievo. Tuttavia l’occasione di celebrare il pontefice fu data a questi artefici dall’ingresso di Leone X a Firenze, il 30 novembre del 1515. Il papa, infatti, entrò in città attraverso un itinerario reso suggestivo dai numerosi apparati effimeri posti in luoghi simbolo del percorso viario e che furono realizzati dai più celebrati artisti: del seguito papale – di cui faceva parte il cugino Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII – della complessa impresa decorativa, e delle opere realizzate da pittori e scultori si darà ampiamente conto nella quinta sezione, dove saranno esposti anche alcuni preziosi manufatti eseguiti
in città per solennizzare il pontificato di Leone X.
La complessità di tale impresa (testimoniata dai diaristi, da preziosi documenti e da qualche oggetto giunto fino a noi) e l’opera per essa svolta da artisti fra i più celebrati sarà evocata attraverso disegni e tavole di quei pittori fra gli altri: Baldassarre Peruzzi, Rosso Fiorentino, Ridolfo del Ghirlandaio. Al contempo numerose saranno le oreficerie, i codici miniati e i parati che, raffinatissimi, furono realizzati a Firenze per celebrare il pontificato leonino.
L’ultima sezione dell’esposizione illustrerà la cura profusa dai papi Medici, Leone X prima e Clemente VII poi, nella realizzazione di progetti architettonici promossi a Firenze dalla loro casata. Si ripercorrerà così la storia del complesso laurenziano a partire dall’affidamento a Michelangelo del progetto della facciata (mai realizzata) di San Lorenzo, e dei lavori della Sagrestia Nuova che, tra interruzioni e riprese, rimase incompiuta alla partenza definitiva del Buonarroti alla volta di Roma, nel 1534 e si presenterà, per la prima volta al pubblico, la straordinaria forma poliedrica scelta da Michelangelo per il coronamento della lanterna della Sagrestia Nuova.