Paolo Gianolio:
La musica stimola e affina i sentimenti e, come ogni forma d’arte, va capita e ascoltata con serietà e solennità, lasciando libero il cuore di battere e sincronizzarsi a essa. La musica aiuta chi vuol essere aiutato.
In occasione del Natale di Roma, il 21 aprile, è uscito il nuovo album di Paolo Gianolio: il terzo, dal titolo “Euritmia”. Storico chitarrista e arrangiatore di Claudio Baglioni ci sorprende non solo per le sue melodie, ma anche per la sua voce. La novità è, infatti, che il musicista si cimenta nel canto.
Dalle dolci sonorità, l’album è pubblicato da Videoradio Edizioni Musicali-Distribuzione SELF.
Gianolio ci presenta un excursus fatto di suoni evocativi ispirati alla natura, in cui “essere”, il senso evocativo del volo, del viaggio e della percezione di “toccare” la terra sono simboli che aiutano a distaccarci per degli istanti dalla vita di tutti i giorni.
Elettronica, chitarra e altri virtuosismi infondono un pizzico di magia e di spensieratezza, invitandoci a vivere con lentezza. Le musiche respirano dunque di ritmi gitani e pizzicati – “Il sole ci sorride” – che rimandano a note tribali e adatte a qualche cartone animato mentre “E sia così” sembra accompagnare verso il proprio sonno come una ninna nanna.
Euritmia, Multiverso e Acquarello, invece, vivono di calma e di nostalgia, lasciando navigare chi ascolta tra note che ricordano sia i tangheri sia l’acustica stile brasiliana, ma soprattutto invitano a lasciare andare i propri sensi. Correre al mare e a liberarsi dalle proprie catene.
Un insieme di mescolanze quindi, le quali, cercano di recare pace alle nostre anime e recuperare un po’ di noi stessi, riconoscendosi anche attraverso le altre culture che permettono
…di aprire la mente confrontandosi con esse: è come leggere un libro e discutere il suo contenuto, si attivano nuove sinapsi che si fondono a quelle già esistenti e la mente vola.
Perché voce e parole?
Piccola premessa. La mia cultura musicale si è formata nella seconda metà del secolo scorso. Anni di fermento e voglia di libertà dopo la guerra, i movimenti giovanili si facevano sentire per poter cambiare il mondo.
Le canzoni di protesta come Blowin’in the wind di Bob Dylan, contro il sistema e lo sfruttamento del più deboli da parte dei potenti, mandavano messaggi che contribuivano al concepimento di un nuovo corso che permettesse all’uguaglianza di sorgere e di espandersi.
Io a quei tempi suonavo e cantavo nelle cosiddette “balere” anche quelle canzoni e quell’esperienza ha segnato la mia esistenza.
Ecco l’importanza delle parole cantate, senza arrogarsi la pretesa di confronto a quei messaggi allora forti e vissuti, ma raccontare storie che possano essere condivise da altre persone e che in qualche modo ci si possano anche rispecchiare.
Oltre tutto, mi piacciono le sfide e mettermi alla prova; nella la voce, nei testi e con l’esperienza, ho riunito l’essenza della mia vita.
La natura: un vivere più lentamente rispetto i tempi attuali?
Vivere lentamente per me significa, tramite i nostri sentimenti, captare tutto ciò che permette ai nostri sensi di distinguere i messaggi che la natura invia.
Per capire l’essenza della vita servono concentrazione, impegno e meditazione, linfa vitale per la nostra esistenza; mentre la rapidità con cui consumiamo le cose, non lo permette, confondendoci le idee.
Il tempo che serve a una quercia per diventare imponente non si può accorciare, così come le tappe che servono a capire ogni azione che descriva e ispiri la vita. La musica è la quercia, noi siamo le foglie.
Quale è il segreto per non omologarsi al giorno di oggi?
I segreti e i misteri accrescono solo le tensioni. La situazione odierna, in un certo senso, ti obbliga all’omologazione per motivi di mercato.
Il consumismo e la globalizzazione vogliono uniformare le popolazioni per poter dirigere e indirizzare con più facilità e, conseguente guadagno, il commercio dei prodotti.
Credo che ci sia finita dentro anche la musica, che ci sta ascoltando e lanciando segnali per potersi distinguere nuovamente con la creatività e l’intuizione delle personalità che la motivano a darci opportunità per comprenderla e nutrirla.
La personalità è la spada per ammazzare la noia.
La musica: qual è secondo lei il suo futuro?
La musica nasce dal sentimento e dalla coscienza che esce dalla cultura che ne rispecchia i tempi.
Possiamo godere della grande musica creata da grandi artisti che hanno colmato la storia con la loro genialità. Stando alla situazione attuale si potrebbe supporre un futuro incerto per essa, ma credo che prendere coscienza delle proprie capacità ed essere disposti a contribuire e aumentarne lo spessore, assottigliato dall’imponente voglia di leggerezza passiva, porterebbe noi comuni mortali, alla ricerca della qualità e non della quantità.
Quanto e come può aiutare la musica come tutte le forme d’arte?
La musica è espressione che ci accompagna e indica le congiunzioni tra i diversi stati d’animo. Basti ricordare la Musicoterapia in gravidanza che stimola la comunicazione tra mamma e bambino.
La musica stimola e affina i sentimenti e, come ogni forma d’arte, va capita e ascoltata con serietà e solennità, lasciando libero il cuore di battere e sincronizzarsi a essa. La musica aiuta chi vuol essere aiutato.
I suoi testi sembrano ispirati a utopie: serve ancora sognare?
Si, il sogno è il suggeritore della fantasia. Pensiamo ad esempio agli ideali dei nostri nonni che hanno fondato le nostre culture. Il sogno è il futuro visto dal presente basato sul passato.
La mia creatività e ispirazione sono convogliate e sostenute dai sogni, l’amore è un sogno amante della sensibilità, che ci permette di esternare e realizzare le nostre mete. Il sogno precede e prevede le realtà del futuro.
I brani acustici sembrano invece aggrapparsi alla nostalgia e ad alcuni ricordi del passato: invitanti, ci aiutano ad evadere, ma soprattutto a renderci liberi dalle catene personali. Quanto costa essere liberi e vivere liberamente senza pregiudizi?
La massima aspirazione, indirizzo e dottrina della filosofia, sarebbe cancellare i pregiudizi, colpevoli della cattiva comunicazione che arriva addirittura a scatenare guerre.
Giudicare prima per difendersi dall’ignoto non è ciò che serve per evolversi e credo che l’arretratezza di certe culture e religioni ne siano contagiate irreversibilmente. Purtroppo credo che non ci sia rimedio, come non c’è neanche nella convinzione di essere nel giusto.
I pregiudizi si insinuano e si aggrappano alla nostra ignoranza, dovremo combatterla sempre e in ogni luogo.
Che impressione ha dell’andamento del mondo?
Domandina facile facile, eh? Io credo che la situazione attuale sia come dire, sfuggita un po’ di mano, nel senso pratico del termine.
Il globo non cresce come stiamo crescendo noi che approfittiamo e facciamo man bassa di ogni sua risorsa andando anche contro natura e questo influisce negativamente su tutte le attività umane.
La politica cerca di fare del suo meglio ma senza risultati positivi, vista la mancanza di ideali convincenti.
La tecnologia che si evolve non ci aiuta a captare i segnali che il nostro universo mondo ci manda, anzi, ci allontana da essi compromettendo la visione del futuro.
Ognuno di noi dovrebbe fare del suo meglio, cercando di aprire dialoghi che portino alla materializzazione della speranza, che si concreta sopra la spiritualità, la scienza, la coscienza e la conoscenza.
La crescita dell’umanità paragonata al denaro, porta inevitabilmente alla sua inflazione e conseguente deflazione, il nostro mondo non ci sopporta più e ci suggerisce di cercarne altri, che però non potremo mai raggiungere a meno che superassimo la velocità della luce.
La sua nota collaborazione con Baglioni che cosa le ha insegnato durante questi anni?
Claudio, non saprei dire se ne è cosciente, è un ottimo insegnante sia di musica che di vita.
Il suo appetito e curiosità verso cose nuove, verso la sperimentazione di nuovi spettacoli, la ricerca di sonorità che rispecchino la dipendenza dall’anima, provengono e investono i suoi più stretti collaboratori.
In più di trent’anni di esperienze insieme ho assimilato molto del suo modo di operare e credo che potrei laurearmi col massimo dei voti. Grande musicista, grande artista.
Girovagare per il mondo e in lungo e largo nella Penisola: quali sono stati i luoghi che l’hanno colpita maggiormente? E questa fatica delle distanze come viene ripagata una volta rientrati a casa propria?
Avere la fortuna di girare il mondo ti permette di conoscere diverse culture sia musicali che antropologiche. La meraviglia di apprendere conoscenze che arricchiscono la tua ampliando la visione del futuro, divengono indispensabili per la crescita del pensiero.
Ogni luogo visto dalla giusta prospettiva accresce la percezione dell’opera umana. Una volta rientrati a casa è proprio la fatica delle distanze che ti ripaga. La memoria si arricchisce e tu puoi usufruire delle meraviglie che vi hai appena registrato.
Conoscere le diverse culture quanto può servire a migliorare se stessi e il proprio Paese?
Come accennavo poc’anzi, le diverse culture sono il fondamento che sorreggono il mondo, e l’interazione tra di esse diventa fondamentale per comprenderne l’importanza. Ogni diversa etnia è paragonabile al muro portante di una casa che è sostenuta da essi e che ne permette la convivenza.
Conoscere una differente cultura ti permette di aprire la mente confrontandosi con essa: è come leggere un libro e discutere il suo contenuto, si attivano nuove sinapsi che si fondono a quelle già esistenti e la mente vola.
La persona che le ha davvero consigliato di non mollare mai la sua vocazione?
Tante persone hanno sostenuto la mia scelta di vita, ne cito una, anche se sembrerebbe di parte, ed è Donella Serafini.
Con la sua pazienza, la sua serietà, la sua dolcezza e serenità nell’affrontare il prossimo e la determinazione che convince ma non logora, ha permesso che la mia carriera fosse limpida e senza dubbi di sorta.
L’anima: è una responsabilità sapersi riconoscere per chi si è e dunque seguire la propria voce, la propria vocazione e il proprio obiettivo?
Più che una responsabilità è un compito che si cerca di assumere quando si ha la consapevolezza dell’importanza della propria personalità. Le persone ti possono sostenere ma la tua anima è il timone per perseguire la propria vocazione.
E’ la personalità che comanda la volontà, l’istinto le persuade entrambe estraendone le scelte di vita. Credere in se stessi è il compito temporale che piega lo spazio che s’inginocchia al tuo ritmo.
La poesia: quanto è importante per lei?
La poesia è come la musica e vanno d’accordo unite insieme. L’ispirazione è poesia, l’amore è poesia, il sentimento è poesia ma anche la sofferenza e le lacrime lo sono. La vita è poesia come la poesia è vita, è l’espressione metaforica di contenuti umani in corrispondenza di peculiari schemi ritmici e stilistici dunque, si accosta perfettamente alla musica.
Oltre che ai contenuti ha predisposto l’umanità alle regole fondamentali per la crescita delle culture in genere, la vita è un endecasillabo: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”.