La storia passa al Salone Margherita
L’ultima notte di Ben e Claretta e Operazione Quercia
scritte e dirette da Pier Francesco Pingitore
Scacco al Duce
interpretato da Luca Biagini
con LUCA BIAGINI, ROBERTO DELLA CASA, CARLO ETTORRE, MAURO MANDOLINI, MARCO SIMEOLI, ANTONIO PISU, BARBARA LO GAGLIO, SABRINA PELLEGRINO, MORGANA GIOVANNETTI, FEDERICO PERROTTA E VALENTINA OLLA.
COREOGRAFIE: Evelyn Hanack
SCENE E COSTUMI: Graziella Pera
È lo spettacolo che non ti aspetti, una trilogia nata dalla mente geniale e dalla penna di Pier Francesco Pingitore. Dopo lo straordinario successo di pubblico e di critica ottenuto nelle precedenti rappresentazioni proprio nei luoghi dove è stata scritta la storia, a Campo Imperatore, e acquistato dai canali Rai, lo spettacolo arriva al Salone Margherita e sarà in scena dal 10 al 14 maggio con un cast stellare.
Due atti, unici nel loro genere di rappresentare un uomo e la sua storia. Costumi, scenografie, tutto curato in maniera attenta e particolareggiata. L’intento è quello di andare, per ciò che è consentito oltre i fatti storici, ricostruiti secondo la creatività dell’autore senza intaccare la sensibilità dello spettatore e nel rispetto della storia dell’Italia.
Protagonista della serie, nel ruolo di Benito Mussolini, è Luca Biagini, attore di grandissimo talento, dotato di una sorprendente somiglianza fisica.
Lo spettacolo unisce due momenti cruciali della vicenda umana e politica di Benito Mussolini, negli ultimi anni della sua vita, dalla prigionia a Campo Imperatore sul Gran Sasso, all’ultima notte trascorsa insieme a Clara Petacci. Ore di angoscia e di ripensamento scandiscono gli ultimi momenti attraverso viaggi onirici e dialoghi frutto dell’immaginazione con personaggi che hanno fatto parte della sua vita e in ultimo il dialogo più sincero lo avrà con la vita stessa.
Sinossi
Il primo atto è ambientato dopo la caduta del 25 luglio 1943. Mussolini è stato tenuto prigioniero in varie località segrete, fino ad essere “ospitato” nell’albergo di Campo Imperatore, sul Gran Sasso, a 2200 metri di quota, ritenuto inaccessibile. Ma con una spericolata Operazione, che susciterà l’ammirata sorpresa del mondo, i paracadutisti tedeschi, planati a bordo degli alianti, lo liberano e lo proiettano verso nuove, tragiche vicende.
Il secondo episodio, “l’ultima notte di Ben e Claretta”, è ambientato nella casa che ospitò, due anni dopo, Mussolini e Claretta, prigionieri dei partigiani, durante la notte fatale, al cui termine si compirà un destino ormai ineluttabile: l’esecuzione. E in quelle ore d’attesa, Mussolini rivivrà alcuni momenti cruciali della sua turbinosa esistenza.
Note di Regia
Le ragioni per le quali ho scritto e messo in scena la trilogia dedicata all’arresto, alla liberazione e infine alla morte di Benito Mussolini, sono da ricercare nel desiderio di spiegare, per primo a me stesso, i moti dell’animo, o quelli che io ritengo tali, del protagonista assoluto della tragedia italiana e dei vent’anni che la precedettero.
Compito arduo, certo, e forse arbitrario, quello di indagare nel labirinto psicologico di un uomo che nella sua vita è stato tutto e il contrario di tutto. Che ha suscitato passioni, entusiasmi, rancori e odii in più generazioni di italiani, quali forse nessun altro nella nostra storia.
Nel bene e nel male, di Mussolini ho cercato di non tacere nulla di essenziale. La mia non è certo l’opera di uno storico, né mai avrei la pretesa, ridicola, di esserlo. Mi basta portare alla luce quella che io ritengo la condizione umana di un uomo che, da bambino, vidi da prima quasi idolatrato e poi, da un giorno all’altro, gettato nella polvere e calpestato.
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