Sono loro la grande storia, i ragazzi. Non chi, a differenza dei Riccardo Cuor di Leone, pianifica e dirige le macellerie nei caldi ed eleganti saloni, attorno a tavoli di pregiata fattura e broccati alle pareti. Non sono loro la grande storia, impegnati a soddisfare vanità di mai sopiti capricci puerili. È sempre così.
E mettono firme sui trattati, sorridono e si stringono la mano, brindano ai successi ottenuti. Sono i ragazzi, che hanno affrontato il freddo in camicia, la grande storia. Quelli le cui famiglie affidavano i fratelli a un parente; che si aiutavano per sopravvivere e non pensavano a farsi le scarpe come succede fra i broccati.
Che studiavano di sera e lavoravano di giorno; che a 12-13 anni si facevano il culo, ed erano chiamati banditi. Che hanno affrontato il freddo; la fame con grumi di polenta; la stanchezza su foglie di castagno; la paura con la speranza; le mitragliatrici con i moschetti e munizioni contate; le torture con un fisico debilitato; l’attesa della morte con il conforto dei preti; il pensiero delle famiglie con graffiti sul muro della cella. Sono i ragazzi che hanno sfidato Cerbero.
Un episodio della seconda guerra mondiale come purtroppo ne è piena l’Italia di quegli anni, in una zona fatta di monti severi e boscosi che termina nello splendido tratto di costa marina che divide Liguria e Toscana. È il racconto del libro “I ragazzi del Monte Barca” di Luigi Leonardi (Mursia Editore).
Racconto di Resistenza Partigiana
I fatti si svolgono nella primavera del 1944 e danno il via alla Resistenza partigiana contro l’oppressione fascista nell’Alta Lunigiana.
Dodici ragazzi vengono torturati e giustiziati per un crimine che non hanno commesso: un attentato compiuto da ribelli alla piccola stazione ferroviaria montana di Valmozzola, con l’assalto di un treno diretto verso Parma in cui alcuni fascisti rimasero uccisi.
La spedizione punitiva degli uomini della Decima Mas di La Spezia partì con l’intento che qualcuno doveva pagare e trovò un gruppo di giovani partigiani, nascosti nei boschi del Monte Barca.
Si compì un tragico destino.
L’autore racconta gli eventi in una narrazione a metà strada tra il saggio e il romanzo storico, entrando dentro alle vicende personali dei protagonisti, ragazzi poco più che diciottenni.
Un capitolo particolare del libro è dedicato alle madri degli uccisi, delle quali Leonardi tratteggia la forza e la delicatezza in un periodo storico dominato dalla violenza, in cui le azioni di balordi, approfittatori e le vendette personali venivano mascherate da atti di forza o inni al coraggio ma anche un tempo di grandi speranze e senso della libertà perseguite anche fino alla morte.
Luigi Leonardi (Bagnone, Massa Carrara 1953) scrittore e saggista. È tra i fondatori e redattore della rivista milanese di cultura «Malvagia», nata con l’appoggio di Carlo Cassola. Con Mursia ha pubblicato il saggio Epurazioni (2011) e La strage nazifascista di Vinca (2015)