Si chiude con successo, la Stagione della DANZA al teatro Ponchielli di Cremona, dandoci appuntamento a settembre, con un ventaglio di artisti di spicco del panorama nazionale ed internazionale : La Compagnia di Anne Terese de Kersmaker, EKODance International Project, Junior Balletto di Toscana e Cristiana Morganti , interprete del repertorio di Pina Bausch.
A conclusione della Rassegna Danza in cartellone, la Compagnìa FND/ATERBalletto, presenta un trittico con due coreografie cavalli di battaglia: 14’20’’, estratto/Duo dall’opera 27’52’’ del coreografo Jiri Kiliàn e BLISS, dell’autore Johan Inger. Il terzo quadro, in Prima Assoluta, la creazione di Philippe Kratz, dal titolo Phoenix.
La Fenice, un titolo rappresentativo di rinascita ed evoluzione, il tema affrontato dal giovane emergente, già membro danzatore in seno all’ATERBalletto, diretta da Cristina Bozzolini, premio alla carriera Danza&Danza nel 2016.
STORICO
ATERBalletto è la principale Compagnìa di Produzione e Distribuzione di spettacoli di Danza in Italia e la prima realtà stabile al di fuori delle Fondazioni Liriche. Diretta da quasi 18 anni da Amedeo Amodìo, a cui gli succede Mauro Bigonzetti, dal 2008 la Direzione Artistica viene affidata a Cristina Bozzolini, già prima ballerina stabile del Maggio Musicale Fiorentino.
Le linee guida che contraddistinguono il lavoro della Compagnìa , sono il sostegno e lo sviluppo dell’Arte coreografica in un continuo scambio dialettico con la musica , nella ricerca della pura forma della danza nello spazio. La curiosità di esplorare ed avvicinarsi a nuove forme di comunicazione coreografiche, portano, nel corso della storia, a collaborare con artisti italiani ed internazionali, quali; Bigonzetti, Kylìian, Forsythe, Inger, Naharin, Foniadakis, Monteverde, Godani, Pokorny, Scigliano, DiStefano Michele, Rizzo e Spota.
Una Compagnìa, composta attualmente, da 17 elementi, che non si nutre di una sola cifra stilistica, come accade per molte, che interpretano le creazioni del proprio mentore, ma quasi apparentemente orfana, abbraccia un numero consistente di padrini e madrine, che lasciano il proprio lavoro e costrutto a disposizione dei giovani talentuosi interpreti.
ATERBalletto è anche una Fonderia. Un luogo di creazione stabile e permanente, capace di ospitare, essere posto, spazio, habitat nel quale sentirsi appartenenti ad un Progetto interculturale e trasversale.
ANAMNESI
La forza di definirsi un Ensemble, sta’ nel fulcro dell’energia d’insieme che convoglia più elementi in un tutt’uno, senza annientare il singolo elemento. Ed è sempre più difficile e raro, dopo la scomparsa di grandi artisti , quali Béjart, Petit, Bausch, Cunningham, ritrovare quella allure in scena, quell’aura di una compagnia compatta, lasciando l’anima commossa e connessa a quel bel vedere di gesti e movimenti tecnici.
ATERBalletto, compone e si struttura nel tessere un fil rouge, tra le coreografie d’autore proposte da interpretare, facendo proprio il linguaggio del suo autore di volta in volta. Come in questo caso, la trilogìa, in scena, è il risultato della tessitura di un dialogo in divenire comune, un filo conduttore che tende la mano ai linguaggi differenti.
E il fil rouge che accomuna le tre coreografie, sembra essere il tempo. Nella crezione 14’20’’, estratto/Duet dall’opera 27’52’’, l’autore Kyliàn, propone una riflessione sul concetto di astrazione del tempo. E’ certo il momento della nascita e quello della morte di una persona, ma il suo percorso, è perennemente in transito e mutevole. Così come la frequenza dell’unità di misura del sentimento dell’amore, crediamo di poterla quantificare per una nostra umana rassicurazione emotiva.
Il passo a due, interpretato da Serena Vinzio e Damiano Artale, creano un’atmosfera intima e di forte complicità terrena, mostrando le nudità del corpo femminile a tratti dalle movenze mistiche.
BLISS, opera del coreografo svedese Johan Inger, cresciuto alla corte di Kyliàn, suggerisce di proporsi disarmati e con atteggiamento da principianti, per apprezzare, avventurandosi tra le note della musica del compositore Keith Jarrett, in cui il concetto di tempo si annulla come nel suo famoso Koln Concert.
Senza preconcetti ed archetipi di riferimento, lasciandosi trasportare dal ritmo e dalla melodìa anche di un leggero swing, in un viaggio simbolico, porta i ballerini ad intrecciare passi, il tutto progettato nel tempo reale dello smontaggio del palco, da parte dei tecnici del teatro, in un continuum di dialogo , tra il pubblico e gli artisti in scena. Con leggerezza e lievità , saltando in progressione tra lift e sospensioni.
Phoenix, in Prima Assoluta, è la lucente creazione del neoesordiente Philippe Kratz. Sul tema della rinascita della Fenice dalle sue stesse ceneri, il giovane autore, riflette sul concetto di forza e fatica nel recuperare la dignità e la volontà di andare avanti, di rimettersi in piedi, ispirato anche dalle sciagure delle guerre e più recentemente degli abusi affettivi inferti ai bambini Siriani.
Cinque parallelepipedi irradiano dall’alto, fasci di luce sui corpi inermi dei danzatori. Un lento risveglio li attende, prima di elevarsi in posizione eretta. Una lenta trasformazione dalle movenze feline, a tratti di un ragno o di un rettile, prendono forma nella coscienza corporea della rinascita. Scivolando, con prese aeree, il contatto dei corpi, si fonde in un’unica azione spazio temporale, nella riscoperta di un nuovo giorno.