Ritratto di Liliana Merlo a cura di Silvio Paolini Merlo

1864

 

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Il libro, riccamente corredato da splendide immagini, è uscito nella Collana Rotariana di Cultura “Ricerche e Documentazioni” diretta da Adelmo Marino, e racchiude gli Atti del Convegno Nazionale indetto in apertura della manifestazione celebrativa “La Città di Teramo ricorda Liliana Merlo nel primo anniversario della scomparsa” (Teramo, Teatro Comunale, Convitto Nazionale “M. Delfico”, 17 ottobre-18 novembre 2003).

Liliana MerloVolume pubblicato con il contributo del Rotary International 2090° Distretto – Italia, Club di Teramo e della Società di Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” di Teramo a memoria della grande e indimenticata danzatrice e pedagoga nata a Buenos Aires e deceduta a Teramo.

Una preziosa opera ricca di testimonianze, notizie biografiche, un’attenta cronologia della vita e delle attività artistiche, un’iconografia, la ballettografia e la bibliografia.

Testimonianze e relazioni a firma di illustri personaggi tra cui Giuliana Penzi, Alberto Testa ed Enrique Honorio Destaville con una prefazione di Adelmo Marino, una presentazione di Maurizio Cocciolito ed un’introduzione di Silvio Paolini Merlo (236 pagine dato alle stampe da Galaad Edizioni).

Vita e carriera artistica di una straordinaria figura della danza italiana.

Pioniera della divulgazione popolare, insegnante rigorosa e amatissima, interprete di eccezionale carisma, coreografa di sorprendente inventiva e poeticità, promotrice culturale instancabile, Liliana Merlo è stata ricordata dalla città di Teramo (ad un anno dalla scomparsa) mediante una serie di manifestazioni celebrative introdotte da un importante convegno nazionale, che ne ha consentito per la prima volta una comprensione a tutto tondo, artistica quanto umana.

Il volume ne raccoglie gli atti, arricchendoli con ulteriori contributi e un ampio apparato di illustrazioni e appendici.

Negli interventi si indaga anche la fase argentina della Merlo, fondamentale sia per la sua formazione artistica che per il particolare tipo di approccio didattico e creativo che troverà più tardi piena maturazione nel periodo italiano, culminato con il lungo magistero svolto a Teramo.

Le relazioni di Giammario Sgattoni e Sandro Melarangelo si soffermano sull’arrivo nella città aprutina e sul non facile avvio della Scuola di Danza Accademica “Città di Teramo”, mentre l’ampia ricostruzione storica di Luciano Paesani dell’Università “G. D’Annunzio” restituisce il contesto sociale e politico delle attività culturali della Teramo degli anni Sessanta, nel quale prese vita una decisiva fase di rinascita nel campo delle arti performative e del teatro sperimentale.

Precede un saggio introduttivo di Silvio Paolini Merlo delineante nei loro diversi aspetti ruolo e particolarità dell’impresa merliana, ricondotti nel quadro complessivo delle attività coreutiche italiane del Novecento.

Silvio Paolini Merlo

Il curatore del libro, Silvio Paolini Merlo, dopo gli studi classici, si è diplomato in Composizione e in Musica corale a L’Aquila e Pesaro. Negli stessi anni si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti con una tesi sull’esistenzialismo di Nicola Abbagnano, conseguendo il dottorato in Scienze filosofiche all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli.

Ha pubblicato fra l’altro Consuntivo storico e filosofico sul Centro di Studi Metodologici di Torino (CNR, Genova 1998); Abbagnano a Napoli (Guida, Napoli 2003, menzione speciale al X Premio Internazionale di Saggistica “S. Valitutti”) e la raccolta di saggi Estetica esistenziale. Ricerche sulla filosofia della musica e delle arti sceniche (Mimesis, Milano 2010).

Dal 2003 cura a Teramo la direzione artistica dell’Associazione Internazionale per lo Studio delle Arti Coreutiche e dello Spettacolo (AISACS) “Liliana Merlo”, e, dal 2010, la programmazione della Stagione Internazionale di Danza “Serate Liliana Merlo” per conto della Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”.

Liliana Maria Antonieta Dolores Merlo

Liliana Maria Antonieta Dolores Merlo (Buenos Aires, 16 settembre 1925 – Teramo, 17 ottobre 2002) è stata una danzatrice, coreografa, insegnante di danza e promotrice della culturale italiana. Figlia di immigrati italiani (il padre era ligure e la madre emiliana), il suo incontro con la danza sembrerebbe sia avvenuto piuttosto tardi, attorno al 1940, quando si iscrisse al Conservatorio della capitale argentina.

La fama guadagnatasi sui palcoscenici dei principali teatri d’America Latina prima e quindi del Nord America, la porteranno prestissimo al di qua dell’Atlantico. Nel 1952 si trasferirà definitivamente in Italia dove, nel settembre del ’59, fonderà la Scuola di Danza accademica “Città di Teramo”.

Da quel momento l’insegnamento diventerà la sua attività principale, pur non trascurando le attività di danzatrice e coreografa. Nel corso degli anni si dedicherà con grande passione alla divulgazione della cultura italiana facendosi ideatrice e promotrice di diverse manifestazioni quali “Abruzzo Danza”.

Le prime influenze della Merlo probabilmente originarono dalla visione delle maggiori compagnie di balletto che transitarono nei teatri della città (nel periodo a cavallo fra le due guerre a Buenos Aires confluirono moltissimi artisti e la città respirava un clima realmente europeo sul piano culturale).

Nel 1941 iniziò a frequentare il corso di danza accademica presso il Conservatorio, ottenendo il completamento degli studi quattro anni più tardi, il 15 novembre 1945. Aprì la sua scuola privata nel 1946 e si esibì in questo periodo, oltre che nei propri spettacoli, con il Corpo di Ballo Argentino e con il francese “Ballet de Jeunes Étoiles”.

Il suo interesse, però, andava molto oltre il formalismo della danza accademica. Da sempre interessata alle danze folkoriche, si interessò in particolare alle danze di origine ispanica e si concentrò, come è facile immaginare, sul ruolo del flamenco.

Negli anni Cinquanta lavora su moltissimi fronti, creandosi un’aura artistica poliedrica destinata ad accompagnarla durante tutta la sua carriera. Il suo ultimo lavoro argentino fu la “Sinfonia perpetua”, basata su uno “Scherzo” della “Settima Sinfonia” di Beethoven.

Avvenne infatti poi il desiderato trasferimento in Italia, destinato a segnare fortemente la sua carriera che improvvisamente iniziò a farsi più riflessiva e improntata alla ricerca sul movimento e sul ruolo del danzatore.

Entrò a far parte dell’Accademia Nazionale di Danza, a Roma, sotto l’ala di Jia Ruskaja, che le impartì non solo un solido bagaglio tecnico, ma soprattutto quella visione mentale e estetizzante della danza che aveva elaborato la grande insegnante.

È però il cosiddetto periodo abruzzese a determinare la caratura reale del suo lavoro. Dal 1962 la Merlo viene incaricata di reggere la cattedra di Danza Classica ad Ascoli Piceno. Con pochi mezzi iniziali dà origine a molte scuole seguendo personalmente centinaia di allievi.

In circa quarant’anni realizza moltissime coreografie e messe in scena, soprattutto a scopo didattico. Ma, parallelamente, tenta di segnare un proprio lavoro di ricerca che punti alla fusione di tutte le arti del movimento, con riferimenti chiari a Isadora Duncan e Nijinsky, senza perdere di vista le ricerche in atto nel territorio nordamericano, in particolare quella di Martha Graham.

Nel 1959 è a Teramo per dare alla Scuola di Danza accademica “Città di Teramo”. Inizia in questo periodo a impartire le prime lezioni basate sul proprio metodo, che presenta la danza come una forma di arte pittorica vivente.

Tutta la lunga carriera della Merlo è indirizzata all’insegnamento e alla diffusione della danza, soprattutto tra i giovani. Forse è proprio grazie alla sua determinazione nel mostrare e spiegare come affrontare la danza in maniera non strettamente accademica che oggi si ricorda Liliana Merlo come una delle più grandi pedagoghe italiane nel campo della danza.

La Casa Editrice

La “Galaad Edizioni” nasce nel settembre 2006.

Il simbolo della casa editrice è il fiore del Balsamo di Galaad, un albero citato nel Vecchio Testamento per le sue proprietà medicamentose.

Ci ricorda che il piacere della lettura lascia, a volte, qualcosa di più duraturo: il sapore di una libertà riconquistata, il ricomporsi di una lacerazione, la guarigione di una ferita interiore. Può bastare una frase per guardare il mondo con occhi più consapevoli, un’unica frase destinata a imprimersi nella memoria per sempre.

Un libro è come un compagno di viaggio, anzi, il compagno ideale nel più appassionante dei viaggi, quello che può condurre alla scoperta di noi stessi e della nostra natura più intima. Ogni libro può essere un Balsamo di Galaad.

 

Ritratto di Liliana Merlo

(La vita, la figura, l’opera didattica e coreografica)

a cura di Silvio Paolini Merlo

Foto di Giulia Zauli Naldi (Archivio Liliana Merlo, Teramo)

 

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