Quando si esce da teatro dopo una serata come quella di ieri non si può non essere grati, a Trieste e al suo teatro e ai due protagonisti in scena: Pino Strabioli e Piera Degli Esposti che ci racconta la sua vita (aneddoti d’infanzia, curiosità e studi) in Wikipiera in scena da ieri a sabato al Teatro Miela-Bonawentura.
“Wikipiera” non è uno spettacolo ma un’intervista-spettacolo che non potrebbe avere altro presentatore? (Conduttore? Moderatore?) se non Pino Strabioli, profondo conoscitore di teatro e attento ai tempi e alle peculiarità di chi gli sta di fronte.
Non potrei fare questo spettacolo con nessun altro – dice Piera – per il suo humour, il suo garbo, la sua capacità di conoscermi senza mai approfittarne. Siamo una coppia rara e inedita: la forza dello spettacolo è questa sorta di partita fra noi due.
E che dire di Piera Degli Esposti, sentendole raccontare la sua vita e leggere alcuni stralci di opere portate in scena non si può che rimanere incantati in primis dalla bravura ma poi soprattutto da una vita sempre in movimento, sempre in ricerca e ricca di incontri.
Incontri come quello con Lucio Dalla, le cui note aprono e chiudono la serata.
Dalla non è stato solo un concittadino della Degli Esposti ma anche compagno di banco di Franco, il fratello di Piera e in un momento di profonda commozione sia sul palco che in platea viene ricordato nella sua lettera “Io e Piera”, letta dalla Degli Esposti e in cui vengono citati i loro insegnanti (il Baldini, di lui e la Saccarelli, di lei) “senza i quali Lucio Dalla non sarebbe stato Lucio Dalla e la stessa Piera non sarebbe stata Piera Degli Esposti”
Lo spettacolo è il dietro le quinte di un’attrice, la formazione, le bocciature iniziali e poi i consensi. Penso che ai giovani possa servire vedere che si può costruire un cammino andando controcorrente
La professoressa Saccarelli viene infatti citata anche dalla stessa Piera, ricordando quel giorno in cui si presentò a casa prevedendo un grande futuro per lei e discutendo con il padre perché le aveva permesso di abbandonare la scuola alla fine della quinta elementare notando, con grande sensibilità, la sofferenza che le portava la scuola.
Riviviamo la Piera bambina che leggeva ai ciechi di un istituto, che da grande voleva fare la Dama di Compagnia e che apriva i cassetti, vi appoggiava sopra e recitava i grandi classici
Preferisco essere raccontata in vita che da morta.
E questa è una grande fortuna per il pubblico, che ha potuto ascoltare direttamente da lei gli incontri fortunati e indimenticabili della sua carriera: quello con Antonio Calenda, presentatole da un ragazzetto con cui si frequentava e che fu la prima promozione della sua vita.
L’incontro con Eduardo De Filippo, prima nel suo camerino da “ammiratrice” e poi a situazione invertita, con lui che si inginocchia davanti a lei nel camerino di lei dopo una replica di “Molly cara” (creata ad hoc perché il figlio Luca l’aveva avvisata che sarebbe venuto, ndr)
O l’incontro e la cena organizzati da Lina Wertmüller con Robert Mitchum suo amore d’adolescenza o ancora il rifiuto a uno Strehler a prendere parte al suo “Il temporale” perché “non si sarebbe potuta imporre col suo modo di recitare”