Lo scorso 9 dicembre si è conclusa, al Palazzo dei Congressi di Roma, l’undicesima edizione di Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale dedicata alla piccola e media editoria. 400 espositori presenti, 60 mila titoli esposti, oltre 500 incontri ed eventi organizzati, questi sono i numeri che hanno animato l’edizione 2012 dell’evento.
Durante le giornate della fiera abbiamo seguito alcuni dei momenti più importanti in agenda che hanno visto protagonisti personaggi dello spettacolo e del mondo letterario.
Giovedì 6 dicembre il ricco menù di incontri, segnato purtroppo dall’assenza di Margherita Hack, è iniziato con un dibattito sul palco dello spazio intitolato Caffè letterario curato dall’Espresso. Franco Baldini, dirigente sportivo della AS Roma, ha parlato delle funzioni manageriali all’interno di una società sportiva nel calcio del terzo millennio. Il suo intervento, coadiuvato dal giornalista Marco Mensurati e da Gianfrancesco Turano, è stata un’occasione per dare luce agli ingranaggi dell’economia che regolano e determinano il successo di un evento sportivo.
L’incontro clou, della prima giornata di fiera, è stato sicuramente la presentazione del libro, a cura di Leo Mansueto, dedicato alla figura di David Bowie. L’ultimo dei Marziani è un’opera collettiva: 25 musicisti del mondo rock nostrano hanno raccontato un ricordo, un aneddoto o semplicemente un momento di vita legato alla figura del grande artista inglese. Alla conferenza dedicata al libro, edito da Caratteri Mobili, hanno partecipato Pierpaolo Capovilla, leader del gruppo rock Il Teatro degli Orrori, Giulio Casale, musicista e componente della band Estra e Federico Fiumani, frontman dei Diaframma. Coordinati dalla presenza di John Vignola, i tre musicisti hanno raccontato, al pubblico in sala, le esperienze personali che li hanno visti protagonisti nel ricordo del loro primo approccio con la musica di Bowie. Dopo la conclusione del dibattito siamo riusciti ad intercettare Pierpaolo Capovilla e Giulio Casale che hanno approfondito le tematiche discusse durante l’incontro.
Qual è il vostro approccio verso la scrittura di prosa? Siete due musicisti autori dei testi delle vostre canzoni e mi chiedevo quanto la scrittura musicale abbia influenzato anche il resto della vostra produzione.
P. Capovilla: Gli scrittori, i poeti, gli intellettuali vengono ricordati come esempi di una stratificazione del tessuto culturale che forma e plasma la storia del nostro paese. Il cantante, invece, che sia Pop o meno, viene relegato a semplice fenomeno di costume. Il mio sforzo è quello di portare cultura nel costume, o meglio, vorrei sbarazzarmi del costume per fare cultura attraverso la mia musica, ma credo che questo sia da sempre l’obiettivo che mi accomuna a Giulio e a Federico. In questo caso, intendo per la preparazione del mio intervento all’interno del libro L’ultimo dei Marziani, ho vissuto questa esperienza come un’occasione per cooperare, per dare una mano e produrre qualcosa di collettivo.
G. Casale: Sono giunto molto tardi alla scrittura di prosa. Per un periodo di tempo ho scritto solo canzoni dedicandomi anche alla poesia, da cui ho tratto un breve racconto intitolato “Sullo Zero”. Successivamente, attraverso il teatro, ho iniziato a concepire una forma di espressione tecnicamente narrativa che è sfociata nella pubblicazione di una raccolta di racconti editi da Garzanti. Per quello che concerne il mio episodio dedicato alla figura di Bowie, ho scelto di rendergli omaggio recensendo il suo ultimo disco “Reality”. Dal 2004 Bowie, a seguito di problemi relativi alla sua salute, ha abbandonato le scene internazionali ritirandosi a vita privata. Ho scelto di trattare il suo ultimo disco proprio per questo, credo che Bowie abbia ancora molto da dire e il suo lavoro datato 2003 ha significato molto per me, tanto quanto gli album della trilogia berlinese.
Domenica 9 dicembre la fiera è stata il palcoscenico di grandi artisti e scrittori che con la loro presenza hanno entusiasmato il pubblico presente.
Nella sala Diamante il regista e attore Fabrizio Gifuni ha interpretato, con l’intervento della giornalista Concita de Gregorio, avvincenti pagine tratte dal capolavoro di Gadda “ Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”. Gifuni ha recitato con enfasi e dedizione i versi del Pasticciaccio, il suo lavoro sul testo del poeta milanese è stato metodico ed emozionante. L’attore ha ridato vita alla lingua di Gadda e a quelle inflessioni popolari che caratterizzano l’idioma del nostro territorio nazionale.
L’evento più atteso della fiera ha avuto come protagonista il grande maestro della letteratura italiana: Andrea Camilleri. L’incontro, seguito da una platea affollata, è stato presentato da Antonio Manzini, scrittore e allievo di Camilleri all’Accademia nazionale di Arte Drammatica. Camilleri ha regalato al suo pubblico un’ora di emozione e di comicità. Lo scrittore siciliano ha raccontato i suoi esordi letterari narrando del primo e divertente incontro con l’editore Livio Garzanti. Gli aneddoti, tratti dalla sua vita, sono stato lo spunto per capire il mestiere dello scrittore e per ricordare grandi personaggi della letteratura mondiale come Manuel Vázquez Montalbán e Jean Claude Izzo, maestri della narrativa poliziesca. Il dibattito si è concluso svelando il mistero sulla fine di Montalbano: il maestro ha precisato che non per forza un personaggio letterario deve morire ma l’ultimo episodio, che riguarderà il famoso commissario, sarà un meta romanzo al limite della realtà.
Le ultime conferenze della giornata sono state consacrate ai lavori della scrittrice Lucia Castellina e del musicista Vasco Brondi, fondatore delle Luci della Centrale Elettrica.
Siberiana è il titolo del libro che Lucia Castellina ha dedicato al suo viaggio nell’ex Unione Sovietica. Il suo intervento, cui era presente il giornalista Giulietto Chiesa, ha descritto la situazione odierna nei paesi dell’ex blocco comunista. Con grande lucidità Castellina ha disegnato un quadro inedito delle componenti che caratterizzano la società russa dopo la caduta del muro di Berlino. La scrittrice, percorrendo la tratta della Transiberiana, ha toccato con mano realtà distanti dal modello occidentale ma che, nel panorama critico che l’Europa sta affrontando, emergono per la loro intraprendenza e per la loro voglia di ridisegnare una nuova mappa geopolitica dove l’eurocentrismo va via sparendo.
Vasco Brondi e il fumettista Andrea Bruno sono gli autori di una interessante graphic novel intitolata “Come le strisce che lasciano gli aerei”. La generazione degli anni zero, raccontata nei testi delle canzoni delle Luci della Centrale Elettrica, diviene protagonista di un racconto “sotterraneo” che ha l’intento di narrare la precarietà a cui sono sottoposti i giovani nella nostra società. Precarietà non solo lavorative ma anche emozionali, un racconto che l’autore stesso ha definito un “documentario sentimentale” ispirato dalla letteratura di Kerouac e dai brani dei CCCP. Una sorta di neorealismo interiore dove il paesaggio non è solo un’anonima cornice che fa da sfondo alle azioni dei personaggi ma è esso stesso protagonista del racconto.
L’undicesima edizione di Più libri Più Liberi è stata una grande occasione per scoprire nuove realtà editoriali e per portare alla luce piccole dimensioni letterarie che sono d’importanza capitale per dare al nostro paese la giusta rilevanza culturale che merita.