Nei giorni scorsi abbiamo accolto la denuncia di Luciano Cannito sullo stato della danza e dei balletti in Italia.
Ora quella denuncia è diventata una petizione che in poche ore ha raccolto quasi 2.000 firme.
Riportiamo il testo della lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Signor Presidente,
raccogliendo l’invito di farmi portavoce di un vastissimo movimento di opinione che si sta formando spontaneamente in Italia in questi giorni di fronte all’ennesima chiusura di un Corpo di Ballo di una Fondazione Lirico Sinfonica, Le chiedo aiuto per la difesa e salvaguardia della Danza italiana.
Suona davvero strano che tantissimi semplici cittadini lottino per salvare un’arte dall’apparente volontà statale di eliminarla, perché a difenderla e a salvaguardarla dovrebbe pensarci proprio lo Stato. Credo che il nostro sia l’unico caso esistente in Europa e forse nel mondo, se si esclude la distruzione di Palmira.
E se ci scandalizziamo per Palmira, forse dovremmo scandalizzarci anche per la distruzione della Danza in Italia.
A Palmira hanno distrutto teatri di pietra, da noi si distruggono gli artisti che fanno i teatri vivi.
Il 31 dicembre 2016, nel Suo discorso di capodanno in TV a reti unificate, Lei ha ufficialmente dichiarato:
“i sogni dei giovani siano il futuro del nostro Paese”.
Ci sono 1 milione e 400 mila giovani che sognano di diventare ballerini ma i loro sogni, chissà perché, non sono ritenuti degni di rispetto e considerazione al pari di quelli che studiano Musica e Canto.
Eppure l’arte della Danza, insieme alla Musica, al Canto, allo Sport, è una delle più grandi passioni dei giovani italiani.
Lo Stato Italiano sta chiudendo i Corpi di Ballo dei grandi Teatri d’Opera e Balletto che, per legge, sono sovvenzionati proprio per tutelare e incentivare la nostra tradizione culturale di Musica, Opera e Balletto.
Perché allora eliminare il Balletto? Chi l’ha deciso? Dove, quando e con quale autorità?
Qualche giorno fa è stato chiuso il nono Corpo di Ballo italiano. Quello della Fondazione Arena di Verona.
Erano 13 i Corpi di Ballo delle 13 Fondazioni Lirico Sinfoniche. Ora sono rimasti in 4. In Germania sono 50. In Francia, tra Corpi di Ballo di teatri d’Opera e Compagnie di residenza municipali, sono 95.
Non c’è più ombra di dubbio che tutto ciò sia un disegno politico di dismissione dell’arte della Danza e del Balletto in Italia, ma nessuno ne comprende il motivo.
Eppure, sono 1 milione e 400 mila i giovani in Italia che studiano Danza, mentre non raggiungono il milione gli iscritti alle scuole di calcio.
Chiudere i Corpi di Ballo dei grandi teatri d’Opera, significa togliere le motivazioni e spegnere le passioni di questi giovani.
Significa privarci di 1.400.000 ragazzi che crescono con uno scopo, una disciplina e l’educazione all’impegno.
Significa non aiutare centinaia di migliaia di adolescenti a liberarsi dei vuoti e del cinismo che sono il vero cancro del mondo di oggi, sempre più solitario, virtuale, immateriale.
Significa privarci di giovani che si impegnano in un’arte dello spirito e del corpo, crescono sani, dinamici e positivi.
Come è possibile che nessuno stia calcolando l’immenso costo sociale che la chiusura dei Corpi di Ballo produrrà nei prossimi anni, anche alla luce dei recenti, drammatici fatti di cronaca che riguardano proprio i giovani, le loro speranze deluse, i loro vuoti riempiti con atti tragici?
Se ci fossero 10 Fondazioni lirico sinfoniche con 10 Corpi di Ballo di 50 ballerini l’una, incluso direttori, maîtres de Ballet, assistenti e collaboratori, costerebbero 20 milioni di euro lordi l’anno. Il che ovviamente significa 10 milioni di euro, in quanto il 50% ritornerebbe allo Stato in contributi e tasse.
Come é possibile che non si trovino 10 milioni di euro per 500 artisti che con la loro attività farebbero rinascere un’arte e tutto il suo infinito indotto, fatto di 15 mila scuole di danza, laboratori di scenografie, sartorie, industrie di abbigliamento specializzato, maestri, coreografi, pianisti, quando solo i dipendenti della Camera dei Deputati (esclusi i Deputati) costano 315 milioni di euro l’anno?
A chi serve questa politica folle e perché?
È inimmaginabile che una Nazione di 60 milioni di abitanti possa avere solo uno o due Corpi di Ballo di grandi teatri nazionali. È una discriminazione territoriale anticostituzionale e senza senso.
10 milioni di Euro, in una nazione che stava tranquillamente per stanziarne 98 per un torneo di golf di un paio di settimane, sono davvero pochi, visto che possono rappresentare un obiettivo concreto di vita per un milione e mezzo di persone: studiare ed impegnarsi per arrivare a lavorare in un luogo di eccellenza come un teatro d’Opera e Balletto.
E’ fuor di dubbio che solo pochi, di questo milione e mezzo di giovani, diventerebbero alla fine ballerini di professione, e chi studia Danza lo sa benissimo; così come lo sa chi studia Musica, Canto e Recitazione.
I tedeschi, bravissimi nei conti e nella pianificazione, si sono fatti anche questo calcolo. Di Teatri d’Opera con Orchestre, Cori e Corpi di Ballo ne hanno più di 50. Hanno evidentemente compreso che avere tanti centri di propulsione culturale e creativa sparsi nel territorio, nonostante i consistenti contributi pubblici, arricchisce di fatto quel territorio, con importanti ricadute positive sia a livello economico che culturale e sociale.
Hanno evitato, cioè, di concentrare tutti i nuclei e motori culturali solo in due o tre metropoli principali della nazione, mantenendoli, invece, nella provincia normalmente esclusa dai grandi flussi di tendenza.
Perchè lo Stato italiano, caso unico tra i Paesi occidentali, ignori questo numero impressionante di suoi cittadini che gravitano intorno alla Danza? É una delle attività più formative e complete per la mente ed il corpo oltre ad essere “l’attività fisica che ha in assoluto migliori risultati per la salute, per la forma, per le endorfine prodotte e per i benefici straordinari per la prevenzione delle malattie cardiovascolari” (pubblicazione ufficiale della ricerca ventennale ufficializzata nel Convegno Mondiale di Cardiologia tenutosi a Parigi nel 2011 – fonte Corriere della Sera).
Anche perché, ovviamente, alla bufala del “costa troppo” ormai non credono più neppure i ragazzini di quarta elementare, dato che la maggior parte dei leader politici, incluso il Ministro della Cultura, continuano ad affermare che lo spettacolo dal vivo produce ricchezza economica, crescita culturale, benessere, indotto produttivo e ritorno di immagine.
Le Fondazioni Lirico Sinfoniche ed i loro amministratori hanno il dovere storico di salvaguardare la storia culturale italiana: Musica, Opera, Balletto. A tal scopo, per legge dello Stato, sono sovvenzionate.
È inammissibile considerare Musica ed Opera lirica arti da sovvenzionare ed il Balletto un costo da eliminare.
Non è così che dice la legge, che a tal riguardo è chiarissima:
“un fondo da erogare in sovvenzioni a favore di manifestazioni liriche, concertistiche, corali e di balletto” (Legge 800 1967)
I 3 milioni di genitori ed il milione e mezzo di studenti di Danza italiani, chiedono il ripristino della legalità culturale, il rispetto delle scelte di studio senza discriminazioni e le pari opportunità di scelte professionali per chi studia Danza, equiparate alla Musica ed al Canto.
È impensabile che in un Paese civile, scelte di vita sane e produttive che riguardano i giovani, siano dallo Stato stesso, incanalate verso un inevitabile futuro di emigrazione.
Se esistono 13 Fondazioni Lirico Sinfoniche con orchestre e cori in pianta organica, devono esserci altrettanti Corpi di Ballo.
Perché siamo l’Italia ed il Balletto è un nostro patrimonio culturale, dal momento che, come tutti sanno, è un’arte nata nel nostro Paese, che abbiamo poi esportato in Francia (Caterina De’Medici), in Russia (Scuola di Ballo del Bolshoi fondata da Filippo Beccari nel 1773) e di lì diffusa in tutto il resto del mondo.
Oggi le Fondazioni che hanno chiuso i Corpi di Ballo, acquistano gli spettacoli di balletto dall’estero, utilizzando, dunque, i soldi dei contribuenti italiani per finanziare e produrre i Corpi di Ballo russi, francesi, tedeschi, americani, estoni, inglesi.
Caro Presidente Mattarella, eliminare il luogo nel quale un giovane sogna di poter vivere in eccellenza la propria vita professionale, taglia alla radice la motivazione stessa del suo impegno e della sua passione.
Si cancella, di fatto, il suo sogno.
“I sogni dei nostri giovani siano il futuro del nostro Paese”.
Sono parole sue Presidente.
Siamo certi che Lei sarà con noi in questa battaglia civile che ha come unico intento l’impegno costituzionale per l’educazione ed il futuro dei nostri meravigliosi ragazzi.
Nessun sogno dei giovani va sottovalutato. Non può esserci peggior autogol. Basta avere un figlio per saperlo.
Luciano Cannito
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