Fino al 13 novembre va in scena Di and Viv and Rose di Amelia Bullmore al teatro dei Conciatori di Roma.
Sul palcoscenico Selene Gandini, Caterina Gramaglia e Sara Pallini coordinate dalla regia di Antonio Serrano.
Di studia economia, è una ragazza lesbica ultra sportiva e apparentemente tosta, incapace di sottostare ad un capo e che nasconde invece un gran desiderio di innamorarsi e una fragile, delicata, profonda sensibilità.
Viv usa vestire in abiti anni 40, è iscritta a sociologia e a prima vista appare come la classica donna workaholic, irreprensibile e con una forte etica del lavoro, ma anche lei cela una sua vulnerabilità e, quando perde il controllo con i suoi bicchierini, svela una genuina complessità emozionale.
Rose frequenta architettura, è uno spirito libero, frizzante e spiritosa, ama l’arte e non solo… i suoi appetiti sessuali la portano sempre in cerca di nuovi incontri, eppure, c’è una tenera innocenza in questa sua promiscuità che rivela uno smisurato bisogno di amore.
Toni comici e drammatici si susseguono uno dopo l’altro in questo capolavoro firmato Bullmore che, grazie ad un’ottima alternanza delle atmosfere dello spettacolo, riesce a portare in scena un’incredibile rappresentazione della vita reale tra drammi e momenti felici.
Una storia corale
Una storia corale con le tre protagoniste inizialmente presentate come degli stereotipi superficiali, la lesbica sportiva, la psicologa introversa e la frivola studentessa d’arte, per poi essere approfondite negli aspetti più profondi e intimi mettendo a nudo le fragilità nascoste in ogni certezza delle loro vite.
Una mimica facciale straordinaria e il sorprendete talento delle attrici nel giocare con un’infinita moltitudine di intonazioni della loro voce, riescono ad evidenziare l’attenzione ai dettagli di Serrano in ogni aspetto dello spettacolo valorizzando, in questo modo, le capacità di tutte le protagoniste che sembrano danzare in una scenografia originale e rendendo Di and Viv and Rose un’autentica opera d’arte.