Rutger Hauer, un interprete che non ha bisogno di presentazioni, alla sedicesima edizione del Trieste Science Fiction riceve il premio Urania d’Argento alla carriera.
Il replicante che, in Blade Runner, aveva
ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dell’Urania d’Argento, in occasione del Trieste Science Fiction, targata 2016.
Prima della cerimonia, Rutger Hauer, ci ha incontrati per raccontarci della sua idea di cinema e di quel bisogno di ricercatezza delle sfumature senza la necessità di risultare, a tutti i costi, commerciali.
Un punto, questo, sul quale Hauer, è tornato più volte durante il nostro incontro, tanto da convincere gli organizzatori del festival a tenere una masterclass su questo argomento, tenutasi da lui stesso nei locali a disposizione della kermesse.
L’uomo che già trent’anni fa aveva visto il futuro (n.d.r), ci ha raccontato del suo primo incontro con Ridley Scott prima delle riprese di Blade Runner, su come Scott abbia voluto che ognuno degli interpreti mettesse dentro il film qualcosa di intimo; ci ha raccontato della stima nei confronti di Ermanno Olmi, che lo scelse per Villaggio di cartone del 2011 ma prima ancora per La leggenda del santo bevitore del 1988, film che contribuì certamente a tirar fuori da Hauer anche l’aspetto di un’anima delicata.
Rutger Hauer si è rivelato essere un uomo dai mille interessi, il grande pubblico lo conosce certamente come icona del cinema di fantascienza moderna, non tutti conoscono, infatti, la sua passione per la scrittura. Sia per la poesia che per la sceneggiatura.
Nel documentario della BBC Dangerous Days: On the Edge of Blade Runner, il regista Ridley Scott e lo sceneggiatore David Peoples dichiararono che fu proprio l’attore olandese a scrivere il monologo di una delle sequenze più memorabili e toccanti della storia del cinema.
Fortunate coincidenze…ma non troppo
Durante l’incontro, a chi gli chiede di definire se stesso dice di ritenersi un grande osservatore.
Durante il set è estremamente interessante osservare il lavoro di tutti. Una sincronia di azioni volte tutte quante ad un unico risultato: creare il cinema
Per quanto riguarda la sua scelta di diventare una star del cinema, sostiene
la mia vita è il risultato di un mix tra fortuna e coincidenze
Cercando sul web si scopre infatti che, Rutger Hauer, pur figlio di una coppia di attori drammatici, scelse di seguire la strada tracciata dal nonno, capitano di lungo corso.
Era il 1959 quando Rutger Hauer, quindicenne, si imbarcò su un mercantile in partenza dall’Olanda.
Dopo l’esperienza in mare si trasferì in Svizzera, si dedicò a lavori manuali, dall’elettricista al carpentiere. Fino ad arrivare a fare il macchinista in un teatro di Basilea, contestualmente scelse di frequentare una scuola di recitazione.
La fine degli anni sessanta segna l’ingresso di Hauer nel cinema.
È il 1974 quando il regista Paul Verhoeven gli offrì un ruolo da protagonista nei film Fiore di carne e Kitty Tippel.
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Filmografia
Tra gli oltre ottanta film interpretati da Rutger Hauer ricordiamo:
- Donna tra cane e lupo di André Delvaux,
- I falchi della notte di Bruce Malmuth,
- Blade Runner di Ridley Scott,
- Eureka di Nicholas Roeg,
- Ladyhawke di Richard Donner,
- La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi,
- In una notte di chiaro di luna di Lina Wertmüller,
- I banchieri di Dio – Il caso Calvi di Giuseppe Ferrara,
- Confessioni di una mente pericolosa di George Clooney,
- Sin City di Robert Rodriguez e Frank Miller,
- Batman Begins di Christopher Nolan,
- Dracula 3D di Dario Argento,
- 2047 – Sights of Death di Alessandro Capone
- Operazione Valchiria 2 – L’alba del Quarto Reich (Beyond Valkyrie: Dawn of the 4th Reich), regia di Claudio Fäh.