Ritorna l’attesissimo appuntamento del Trieste Science Fiction. Presentato il programma pieno di nomi importanti del cinema di genere e innumerevoli attività che coinvolgeranno la città dal primo al sei Novembre.
Sono poche le certezze su cui si è in grado di poter contare di questi tempi; il Trieste Science Fiction è certamente una di quelle.
Tra scienza e fantascienza, i triestini, e non solo, sembrano fremere tutto l’anno per questo appuntamento, che è una vera full imerssion, non solo nel Cinema, ma anche nelle attività legate sia alla scienza che alla robotica.
A tal proposito sono stati concepiti diversi percorsi laboratoriali e workshop destinati a un pubblico di tutte le età per la sezione Fantastic Lab; mentre per i ragazzi la sezione Matinée TS+FF.
Sulla programmazione poi delle proiezioni quello che ci aspetta è un vero parterre de rois.
Ufficialmente, come abbiamo detto, il festival avrà inizio l’1 Novembre, ma a fare da apripista inizieremo il venerdì 28 ottobre con l’inaugurazione, presso il Magazzino delle idee della mostra Nathan Never, dedicata all’eroe della serie fumetti nata dalle penne di Michele Medda, Antonio Serra e Giuseppe (Bepi) Vigna, un terzetto di autori già da tempo attivi alla Sergio Bonelli Editore come sceneggiatori di alcune storie per Dylan Dog e Martin Mystère. La serie di questo eroe, suo malgrado, triste e romantico e dai capelli bianchi, proprio quest’anno ha festeggiato i suoi 25 anni.
Il 29 ottobre alla Mediateca della Cappella Underground sarà la volta dell’incontro con un triestino d’eccellenza, premio Oscar, il charact animator della Disney, Mitja Rabar.
La notte di Halloween (31 ottobre) tutti al Teatro Miela per il concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti (il frontman del gruppo, Davide Toffolo,è anche l’autore della locandina del festival!).
Ma dato che il Trieste Science Fiction sembra sempre segnato da “compleanni” importanti (ricordiamo l’anno scorso i 30 anni di Ritorno al Futuro), quest’anno l’omaggio spetta ai cinquant’anni di Star Trek, verrà proiettato in anteprima italiana For the Love of Spock di Adam Nimoy, figlio dell’attore Leonard mitico interprete di Spock nella serie Star Trek, alla proiezione, che si terrà alla Sala Tripcovich l’1 novembre alle 17.00, sarà presente il regista e l’attrice Terry Farrel, la quale interpretò, sempre nella serie di Star Trek, il personaggio di Jadzia Dax.
La cerimonia d’apertura, sempre alla Tripcovich alle 20.30 del primo novembre, vedrà come protagonista un altro figlio d’arte: Luke Scott, con l’anteprima di Morgan, prodotto da Ridley Scott e distribuito dalla 20th Century Fox. Il cast è stellare: Kate Mara (l’avete vista in House of Cards), Anya Taylor-Joy; Paul Giamatti (lo state vedendo di recente a Downtown Abbey ma anche un po’ di tempo fa in The Truman Show con Jim Carrey, per citarne alcuni), Toby Jones (tanta roba, ma per dire anche nel Racconto dei racconti, vincitore di 7 David di Donatello, diretto da Matteo Garrone), Michelle Yeoh ( La Tigre e il Dragone)e Jennifer Jason Leigh (diciamo solo: nomination all’Oscar per The Hateful Eight di Tarantino). E le musiche? Le musiche sono di Max Richter autore della colonna sonora di Valzer con Bashir…oltre a tante altre.
L’ospite più atteso di questa edizione sarà l’attore olandese Rutger Hauer, a cui verrà consegnato il Premio Urania d’Argento 2016 (in collaborazione con la celebre collana di fantascienza Mondadori Urania).
Il film di chiusura sara Zero Days, il nuovo thriller geopolitico del premio Oscar Alex Gibney. Il documentario è una sconvolgente indagine sullo “Stuxnet“, il virus informatico creato per la prima volta da uno stato sovrano con lo scopo esplicito di essere usato come arma contro una nazione ostile. Presentato a Trieste prima della distribuzione nelle sale a cura di I Wonder Pictures.
Appartengono alla selezione cinematografica ufficiale (NEON) del Trieste Science+Fiction Festival 2016 i titoli in anteprima e in concorso:
Almost Dead di Giorgio Bruno, sei ore di tempo per trovare un siero capace di fermare un virus che trasforma gli esseri umani in zombie;
Approaching the Unknown, scritto e diretto da Mark Elijah Rosenberg, al suo debutto, con Mark Strong nel ruolo del capitano William Stanaforth alle prese con la sua solitaria missione su Marte;
Attack of the Lederhosenzombies di Dominik Hartl, zombie movie ambientato in un rifugio di montagna;
Blind Sun di Joyce A. Nashawati, disegno di un futuro prossimo in cui l’acqua scarseggia, la violenza sociale monta e il sole, fortissimo, arde impietoso
Creative Control di Benjamin Dickinson, film che esplora la realtà aumentata e le relazioni interpersonali nella Brooklyn di domani
Embers di Claire Carré, già definito uno dei più memorabili film di fantascienza indipendenti degli ultimi dieci anni, in cui i sopravvissuti a un’epidemia globale cercano di dare un senso alla loro vita in un mondo senza memoria;
Kill Commanddi Steven Gomez, che, in un ritorno ai temi di Terminator e Robocop, presenta un’unità d’élite dell’esercito inviata su di un’isola per testare i più recenti prototipi di macchine per uccidere
Mon Ange di Harry Cleven, poetica fiaba sci-fi tra una ragazza che non può vedere e un ragazzo che non può essere visto
The Open di Marc Lahore, ambientato in uno scenario di guerra globale, dove c’è ancora chi non vuole arrendersi alla catastrofe e rinunciare al tennis
Realive di Mateo Gil, sceneggiatore di Vanilla Sky e Mare dentro che racconta una storia di ibernazione e resurrezione hi-tec; il primo film di fantascienza serbo
The Rift di Dejan Ze?evi?,in cui un satellite precipita sulla Terra portando con sé qualcosa da un altro mondo;
Sum of Histories di Lukas Bossuyt, incentrato sugli effetti di una scoperta strabiliante: è possibile mandare email nel passato
Under the Shadow di Babak Anvari, che riflette sulla condizione della donna nel dopo rivoluzione a Teheran attraverso l’archetipo della casa posseduta e la mitologia dei djinn
Virtual Revolution di Guy-Roger Duvert, ambientato nella Parigi del 2047, divisa tra “connessi”, la stragrande maggioranza, e “viventi”, una piccola élite ancora attaccata alla realtà
Vulcania di José Skaf, un luogo misterioso, perso nello spazio e nel tempo; e, infine
Monolith di Ivan Silvestrini, thriller sci-fi italo-americano tratto dalla grafic novel di Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog per Bonelli Editore, Mauro Uzzeo e LRNZ, in cui il Monolith del titolo è il SUV più sicuro del mondo, costruito per proteggere i propri cari da qualsiasi minaccia.
Fuori Concorso:
l’argentino Daemonium: soldato dell’inframundo di Pablo Parés, autentico tourbillon sci-fi nel quale magia e tecnologia coesistono con umani e demoni; I Am not a Serial Killer di Billy O’Brien, storia di un ragazzo incapace di amare che combatte un mostro che uccide per amore; il gore indiano Ludo di Q e Nikon, un gioco semplice ma mortale di cui cadono vittime quattro adolescenti; il francese Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet, commedia cult sulle leggendarie riprese in studio dell’allunaggio dell’Apollo 11; La rage du démon di Fabien Delage, brillante indagine sul ritrovamento di un film raro, affascinante e pericoloso, attribuito a George Méliès; l’accoppiata coreana firmata da YEON Sang-Ho con l’animazione adulta Seoul Station, storia di divoratori e divorati in una Seul in cui è difficile trovare un rifugio, che fa da prequel al survival horror Train to Busan, in cui i passeggeri di un treno lottano contro una terribile epidemia che trasforma tutti in zombie; l’exploitation americano Southbound, cinque racconti ad incastro tra incubi e segreti in una lunga notte su una strada desolata; il giapponeseTerraformars del regista cult per eccellenza Takashi Miike, autentica gemma sci-fi ambientata su Marte nel 2599 tra insettoni mutanti e super mercenari.
Torna anche quest’anno Spazio Italia, la speciale vetrina dedicata alle produzioni fantastiche e fantascientifiche “made in Italy“. In programma, Alieween di Federico Sfascia, East End di Skanf & Puccio e Blatta, il nuovo progetto di web serie di Daniele Ciprì.
Gli eventi speciali di Spazio Italia sono la proiezione di Ballad in Blood di Ruggero Deodato ispirato al caso Meredith Kercher, alla presenza del celebre regista di Cannibal Holocaust, e la versione definitiva di Blood on Méliès’ Moon (La porta sui mondi) di Luigi Cozzi.
La colonna sonora del film è composta da Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin.
Torna anche Luigi Cozzi con la versione definitiva del suo Blood on Méliès Moon, di cui aveva mostrato in anteprima proprio al Trieste Science+Fiction Festival 2015 il work-in-progress. La storia ci dice che in Francia, nel 1890, l’inventore Louis Le Prince, dopo aver brevettato una macchina per filmare le immagini in movimento e proiettarle su uno schermo, è scomparso in circostanze misteriose: da allora di lui e di quella sua invenzione non si è saputo più nulla. Che cos’è successo a quel Louis Le Prince? Fino a oggi questo mistero (assolutamente autentico) è rimasto irrisolto.
Trieste Science+Fiction Festival celebra la ricorrenza dei 40 anni della pioneristica rassegna Fant’Italia curata da Lorenzo Codelli e Giuseppe Lippi, proponendo una cinquina di titoli che, come molti loro illustri predecessori, contemporanei e discendenti, hanno dato lustro al fantastico italiano nel mondo. Ecco quindi, in collaborazione con la CSC-Cineteca Nazionale, La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati (un altro splendido quarantenne!) e Il gatto a nove codedi Dario Argento, presentati in copie 35mm “vintage”, a cui fa da contraltare il restauro nuovo di fiamma e in 4K di Terrore nello spazio. Infine, il ricordo di un regista recentemente scomparso, i cui film sono sempre stati presentati a Trieste, Corrado Farina, di cui verranno presentati il geniale divertissement giovanile, Il figlio di Dracula, e un film ancora non apprezzato abbastanza, Baba Yaga.
Sci-Fi Classix, la sezione dei grandi classici del cinema di genere in nuove edizioni restaurate e rimasterizzate riportate in sala del Trieste Science+Fiction Festival. L’evento speciale di Sci-Fi Classix è fissato per sabato 5 novembre: Dario Argento presenterà il restauro in 4K di Zombi (Dawn of the Dead)di George Romero, nella versione montata e curata all’epoca dal maestro del brivido italiano per il mercato europeo con le musiche dei Goblin. Seguono tre grandi classici delle cinematografie d’oltre cortina: il pionieristico film di Jindr?ich Pola?k Ikarie XB 1, e due capolavori della fantascienza sovietica come Per aspera ad astra di Ric?ard Viktorov e il celebre Solaris di Andrej Tarkovskij.
La 16a edizione del Trieste Science+Fiction Festival si arricchisce di una nuova sezione – denominata Fantastic Film Forum – dedicata ai professionisti del cinema e ideata in prospettiva futura come spazio d’incontro, fucina di progetti, piattaforma di promozione e diffusione per il cinema fantastico al fine di creare un momento di interscambio di esperienze e contatti, in un’ottica di cooperazione prettamente europea ed internazionale.
Il Fantastic Film Forum si propone di riunire produttori, registi, sceneggiatori, tecnici e distributori presenti al festival per una giornata intensiva di incontri specialistici e masterclass con maestri e talenti emergenti.
Anche quest’anno si rinnova la collaborazione tra il Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale dell’ARPA FVG e il Trieste Science+Fiction Festival. Il programma della 16esima edizione del festival presenta diversi titoli che sono stati contrassegnati da un simbolo, con l’intenzione di suggerire al pubblico una lettura e una riflessione non solo cinematografica e fantascientifica del film ma anche ambientale, nello spirito di un’umanità responsabile del proprio domani.
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Da non perdere gli Incontri di Futurologia tra scienza e letteratura, realtà e fiction, astrofisici e scrittori, acceleratori di particelle ed agenti Alfa: Carlo Fonda dello SciFabLab dell’ICTP, Paolo Gallina (vincitore del premio Galileo per la divulgazione scientifica con “L’anima delle macchine”), il teorico dell’InformazioneGiuseppe O. Longo, Paolo Molaro dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, Michele Rebesco dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Claudio Tuniz dell’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP), e infine Marina Cobal, che al CERN di Ginevra guida il team italiano dell’esperimento Atlas al mega acceleratore LHC; il vincitore del premio letterario Urania Luca Cremonesi Baroncini, Giuseppe Lippi, curatore di Mondadori Urania, e Bepi Vigna, tra i già ricordati sceneggiatori storici di Nathan Never, assieme ai disegnatori Mario Alberti e Romeo Toffanetti.
Ritorna mutante la mostra Play It Again: (R)evolution sui videogiochi che hanno fatto sognare intere generazioni.
E fin qui abbiamo cercato di raccontare alcune delle cose salienti del festival, ma ovviamente non è tutto qui. Per questo che vi raccomandiamo mi seguire il programma disponibile sul sito, ma anche la pagina Facebook del Trieste Science Fiction che da’ la possibilità di avere tutti gli aggiornamenti del caso.