A breve lo vedremo in tv nello scomodissimo ruolo di Luca Varani, il mandante dell’aggressione con l’acido che deturpò l’avvocatessa Lucia Annibali nel film Rai “Io ci sono“. È stato uno degli interpreti di “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni, in concorso quest’anno al Festival di Venezia.
È Alessandro Averone, uno dei più interessanti attori emergenti del panorama italiano.
In realtà alle spalle ha già una carriera notevole, tra cui una lunga collaborazione con il TeatroDue di Parma, il ruolo di protagonista nel film di Giacomo Battiato Max & Hélène, diverse regie teatrali e anche due riconoscimenti: il Premio della critica ANCT vinto nel 2013 e il Premio “Le maschere del Teatro” come miglior attore emergente 2015.
È imminente la messa in onda del film Rai Io ci sono, in cui tu interpreti il ruolo di Luca Varani. Come hai affrontato il lavoro di preparazione per questo ruolo?
Mi sono documentato il più possibile sulla storia che andavamo a raccontare. Ho cercato di lavorare sulle zone oscure che potenzialmente possono sfociare in un comportamento violento cercando di capire e ricostruire il percorso emotivo e di pensiero che può portare un essere umano a compiere l’atto criminale in questione.
Hai già alle spalle una notevole esperienza come attore, ma ultimamente ti sei cimentato come regista con un “mostro sacro” come Samuel Beckett. Com’è andata?
Aspettando Godot è stata una bellissima esperienza. È un testo ricchissimo. Un gioco molto serio. Ci ricorda quanto la condizione dell’uomo è molto fragile di fronte alla difficoltà dello stare al mondo e quanto i legami con gli altri esseri umani siano fondamentali per resistere e per continuare il nostro viaggio in questo mondo. È stato un bel successo, umano e professionale.
In teatro hai interpretato opere di Shakespeare, G.B. Shaw, Harold Pinter e molti altri. C’è un autore che prediligi?
Mi piacciono gli autori che hanno un respiro classico, nel senso che hanno una grande stratificazione e che parlano a più livelli. Fruibili da tutti penso a Shakespeare, Beckett, Durrenmatt. E ci sono fortunatamente autori contemporanei che hanno questo genere di respiro Mayorga per esempio mi piace moltissimo.
Hai lavorato nel cinema, in televisione, in teatro e alla radio. C’è ancora qualcosa che ti piacerebbe esplorare?
Diciamo che mi piacerebbe poter continuare a passare dall’uno all’altro come ho fatto fino ad ora.
Il prossimo anno dove ti rivedremo?
Per il momento so che sarò diretto ancora da Peter Stein nel Riccardo II prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e nell’Othello prodotto dal Teatro dell’Elfo con la regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli.
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