Sesta Stagione per Il Social Comedy Club. Intervista all’ideatore Daniele Fabbri

Parte la Sesta Stagione del Social Comedy Club. State diventato grandi, una bella responsabilità. Il pubblico potrebbe avere grandi pretese. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Confermiamo il nostro consueto e supersonico varietà teatrale, con un po’ di novità da leccarsi i baffi, o le dita se i baffi non li portate.

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In primis, i nostri punti di forza come gli spettacoli tematici “AltroNatale” e “SanValentino Crepa”, si alterneranno con delle serate di corti, le serate Special; e in piú, il gruppo del Social Comedy affronterà la sfida piú importante: concluderemo la stagione con la messa in scena di un classico del teatro rivisitato a modo nostro! Sarà un delirio meraviglioso!

Dopo sei anni il gruppo è composto sempre dagli stessi artisti? Oppure nel tempo c’è stato un turnover di comici?

Il gruppo degli irriducibili è sempre lo stesso e persiste da sei anni: io, Daniele Parisi, Velia Lalli, Giulia Vanni, Chiara Becchimanzi, Daniele Spadaro, Emanuele Avallone e Stefano Usai.

In più si sono aggiunti altri artisti della scena teatrale romana come Gigia Mazzucato, Cecilia d’Amico e il Misterioso Collettivo del Nano Egidio, che ormai fanno parte della famiglia. E ogni tanto qualche amico viene a farci visita gradita!

Qual è il principale obiettivo del Social Comedy Club?
Daniele Fabbri
Daniele Fabbri

Forse l’obiettivo più importante è riportare l’umorismo alla sua funzione artistica, creando uno spazio in cui la comicità non sia basata soltanto sulle battute, ma dove invece vengano privilegiate le doti del teatro, come l’interpretazione, il ritmo, i virtuosismi; e questo pur avendo dei testi comici moderni con battute adeguate ai tempi.

Le battute sono importanti (io faccio Standup Comedy, le battute sono la mia vita!), ma crediamo che facciano solo una parte del lavoro. Puntiamo a far ridere tanto e spesso, perché usare uno strumento solo?

Tanti gli artisti e tanti le “arti comiche” coinvolte. A noi puoi dirlo, ce n’è una che preferisci particolarmente?

Ho un debole per tutte, dalla clownerie, al surreale fino ai burattini(specie quando fanno comicità per adulti), e questa mia debolezza ha sicuramente influenzato la scelta sul cast. Sono  affezionato tantissimo al teatro-canzone, perché è il genere con cui ho iniziato a ad avvicinarmi al teatro comico impegnato, quando ascoltavo Gaber a 20 anni invece di andare ad ubriacarmi coi miei amici. Ora che ci penso il teatro-canzone lo odio!

Se un comico volesse entrare nel cast del Social Comedy Club, qual è la strada da percorrere? Ci sono workshop, corsi, provini? In base a cosa scegli i componenti del progetto?

Quasi tutti i componenti del cast li ho scelti personalmente dopo aver visto il loro lavoro, alcuni si sono proposti da soli e sono stati ospiti piú volte.

A noi piacciono moltissimo le incursioni, anche saltuarie, è un modo per condividere la scena.

Per il futuro prevedo di allargare ancora la scuderia, perché mi piacerebbe che il Social Comedy diventasse un punto di riferimento per tutti gli artisti che vogliono far ridere con stile teatrale. Da Gennaio ci saranno novità in tal senso.

Un invito ai lettori de La Nouvelle Vague per partecipare al Social Comedy Club?

Se non siete abituati ad andare a teatro, noi siamo la prima volta che non si scorda mai!  Se invece siete abituati al teatro, vi troverete insieme a tanto pubblico giovane, siamo a Trastevere, insomma…si rimorchia facile!

 

Per questo Articolo/Intervista le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista/spettacolo. Si declinano per tanto ogni responsabilità relative ai crediti e diritti

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