Ti devo un ritorno il primo romanzo di Niccolò Agliardi

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Niccolò Agliardi è il più raffinato autore di canzoni in Italia.

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Portano la sua firma alcuni dei più grandi successi di Laura Pausini come l’ultimo “Simili”, solo per citarne uno, ma ha scritto anche per Eros Ramazzotti, Emma, e molti altri. Ha realizzato cinque album apprezzati dalla critica che gli ha attribuito per ben due volte il prestigioso premio “Lunezia”.

La sua attività musicale lo ha portato anche a scrivere  le canzoni originali e ad essere direttore artistico per le tre stagioni della fortunata serie televisiva “Braccialetti Rossi”, che riprenderà il prossimo 16 ottobre su Rai 1.

Il primo libro lo ha scritto ha scritto a quattro mani con Alessandro Cattelan “Ma la vita è un’altra cosa”, pubblicato nel 2008.

Lo scorso fine settimana è uscito, edito da Salani, il suo primo romanzo “Ti devo un ritorno”.

Niccolò Agliardi
Copertina del libro

Un racconto costruito da una storia vera, poco conosciuta, avvenuta nella penisola delle Azzorre (qui il link dell’inchiesta fatta per panorama proprio da Agliardi con Giovanni Gastel Jr), dove diversi anni fa un’imbarcazione naufragò vicino alle coste delle Azzorre e perse il suo ingente carico di cocaina.

E’ proprio alle Azzorre che cerca rifugio Pietro, milanese trent’enne, dopo la morte del padre con cui viveva dall’età di 14 anni quando lasciò la madre a causa della poca empatia con il suo nuovo compagno. Le Azzorre sono consigliate dall’amico Emanuele, l’unico vero amico che ha, anche per la passione di Pietro per il surf.

A Ponta Delgada soggiorna presso la pousada di Cristina, una donna romana che si è trasferita li per amore molti anni prima. Ed entra subito in contatto con il figlio di lei, Vasco, diciannovenne dal forte accento romano, tanta voglia di vivere anche su un’isola così piccola.

Cristina accennerà subito a Pietro circa una storia misteriosa. Pietro scopre, attraverso l’archivio del giornale locale, che tempo prima un’imbarcazione battente bandiera tricolore e proveniente dal Sud America, è andata alla deriva con tutto il suo carico di cocaina. Un quantitativo esagerato impossibile da sequestrare nella sua totalità. Lo skipper, siciliano, è stato arrestato più volte.

Tutti i giovani azzorriani da quel momento ne faranno ingente uso, in ogni modo e in ogni forma.

Pietro, che si affeziona al giovane Vasco, resterà coinvolto nella vicenda che lo porterà a quella crescita e a quella maturità che fino ad allora non aveva ancora raggiunto.

Mentre andava a Roma per la presentazione della terza stagione di Braccialetti Rossi, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Niccolò sulla sua prima avventura letteraria

E’ il tuo primo romanzo: come ti è venuta la voglia di scrivere un libro? Le canzoni non bastavano più?

No, non bastavano più perché esprimersi in tre minuti e mezzo stava diventato quasi una prigione, è tutto molto stretto, la metrica è stretta.

Questa volta volevo raccontare una storia che nelle canzoni non poteva stare. E poi è un momento della mia vita in cui penso che la canzone non sia l’unica strada comunicativa

Come hai scoperto la vicenda che ha coinvolto i ragazzi delle isole Azzorre?

Ho ricevuto questa storia in dote da Giovanni Gastel jr (nipote del noto fotografo). Mi ha raccontato una storia anomala circa una comunità terapeutica a Lisbona che ospitava tossicodipendenti arrivati in massa dalle Azzorre. Mi sono fatto delle domande, ho fatto delle ricerche ed ho scoperto questa vicenda che è stata insabbiata sia dal governo italiano.

Così sono partito per l’arcipelago dell’Atlantico e ho trovato una realtà che superava di tanto l’immaginazione. A distanza di 10 anni (i fatti risalgono alla primavera del 2005) l’isola era ancora dipendente da tale vicenda.

Ho raccontato tutto ad un’amica editor, e del mio rapporto con i teenager che ho instaurato  con Braccialetti Rossi. Da questo è nato il racconto, in parte vero e in parte romanzato.

Il protagonista, Pietro  è un uomo 30enne milanese che rimane orfano di padre con cui ha vissuto a lungo dopo il divorzio dei genitori. Da come lo descrivi ci è parso un trent’enne bamboccione, dalla vita molto facile.
Non accetta le responsabilità, scappa, dalla mamma, dal fratellastro, dalla fidanzata che desidera un figlio e anche dalla morte del padre

Pietro non sono io anche se è simile a me quando avevo 30. Non è  bamboccione ma molto impaurito. Ha una ribellione molto scombinata, scomposta…non sa a chi affidarsi se non a se stesso.

Ha bisogno di un’esclusiva come tutti. Non accetta per questo totalmente il fratello che la madre ha avuto da un altro uomo. Ma sarà proprio il fratello Matteo a renderlo uomo

Sei anche tu fuggito da qualcosa o qualcuno?

Mediamente no. Ho sempre avuto la fortuna di potermi dichiarare uomo senza grandi sensi di colpa.

Sono uno che va a dormire piuttosto sereno almeno per quanto riguarda il senso di colpa. Ho sempre avuto molto rispetto per gli altri. Sono sempre stato molto responsabile anche da ragazzino.

Sono scappato dalla paternità quando ne ero molto vicino. Ma  quel momento è  stato complicato.

Nonostante Pietro abbia un fratello di 14 anni che quasi ignora, lega tantissimo con un ragazzo di 19 anni conosciuto nel suo isolamento volontario alle Azzorre. E’ possibile davvero affezionarsi più ad uno sconosciuto che a un parente prossimo?

Ho vissuto questa esperienza con i ragazzi di Braccialetti Rossi..sono stato vicino almeno a tre di loro, ci siamo legati molto. Li ho incontrati che avevano 16 anni e ho vissuto la loro la crescita,   come un fratello osservatore.

Perché Pietro non salva Vasco?

Bella domanda…non ti so rispondere. Per la narrazione e il prosieguo del racconto mi serviva che Pietro ricevesse un gran ceffone, per avere un riscatto.

E la musica?

Per il momento cerco di metabolizzare il successo di “Simili” scritto per Laura Pausini. Sono stato al suo concerto in Costarica. Sentire cantare le mie canzoni da un popolo dall’altra parte del mondo è quasi un’esperienza mistica. Per la scrittura ci sarà tempo. Voglio seguire l’insegnamento di Ivano Fossati, scrivere quando si ha davvero qualcosa da dire.

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