Ci sono piccole storie misteriose e fantastiche che possono essere raccontate solo ai ragazzi, ma che danno consolazione anche agli adulti. Una di queste è pensare che Ipazia, la grande astronoma di Alessandria d’Egitto, viva su un asteroide e dal cielo continui a ricercare le meraviglie del cosmo.
Filosofa e matematica fu una delle donne di spicco dell’impero romano d’ Oriente e martire pagana, uccisa da un gruppo di cristiani fondamentalisti dell’epoca.
Roberta Torre racconta la sua vita nel libro “Ipazia e la musica dei pianeti” (rueBallu Edizioni) immaginando che un’ astronauta ventenne di nome Camilla, a cui ”manca soltanto un fulmine per sembrare una vera stella del rock” la incontri per caso su un piccolo corpo celeste e venga a conoscere ciò che le accadde sulla terra direttamente da lei.
E’ un racconto semplice ed ammaliante che porterà a creare un trait d’union tra le due donne attraverso la musica dei pianeti, un’emanazione antichissima che si sprigiona durante la loro danza nel cielo.
La collana Jeunesse ottopiù
Il libro fa parte della collana per ragazzi Jeunesse ottopiù che quest’anno è stata insignita del prestigioso premio Andersen per la letteratura per ragazzi.
L’autrice è una delle registe più interessanti del panorama cinematografico e teatrale italiano e ha nella sua carriera film che hanno avuto importanti riconoscimenti internazionali.
Le illustrazioni sono affidate a Pia Valentinis che attraverso i suoi disegni riesce a rendere il senso della dignità e del libero pensiero del personaggio.
Diversi gli argomenti trattati nel libro, da quelli di carattere scientifico a quelli etici e, non ultimo, l’accenno ad un tema controverso ed importante, attualissimo:
L’equilibrio Camilla è una cosa molto difficile. E negli ultimi tempi nessuno lottava più per mantenerlo: cristiani, ebrei, pagani si scontravano tra loro per chi avesse ragione, e io pensavo: Come faranno ad essere così sicuri delle loro idee? Forse tutta questa rabbia che hanno nell’affermare il loro credo è un modo per non pensare ai dubbi, che pure devono esserci.
Come si fa a non avere dubbi? dicevo a Sinesio, e lo ripeto anche a te, astronauta. Che bella cosa sono i dubbi, sono degli amici che sembrano nemici, ma in verità ti dico che il nostro compito come studenti è quello di diventare amici dei dubbi.