Russel Crowe e Ryan Gosling li abbiamo visti nei giorni scorsi a Cannes, dove hanno presentato in anteprima il loro ultimo film. Ieri anche noi ci siamo goduti “The Nice Guys“, al cinema dal 1 giugno ed ora siamo in attesa di incontrare a Roma i due per questo fine settimana.
Il film ci catapulta in una Los Angeles anni 70 alle prese con uno smog sopra i livelli di guardia ed in cui la prostituzione a Hollywood Boulevard è di casa. Una città marcia e spregiudicata, ben resa anche nei festini senza freni in cui la musica è a farla da padrona con Kool & The Gang, Earth Wind & Fire e Bee Gees di costante sottofondo.
I protagonisti sono un investigatore privato che si muove ai limiti della legalità (Holland March è uno spassoso Ryan Gosling) ed il detective senza scrupoli Jackson Healy, un nerboruto e sovrappeso Russel Crowe che torna picchiatore come ai tempi di L.A. Confidential. Stanno indagando su due vicende apparentemente separate e che invece si riveleranno intrecciate. Il film parte con la quinta marcia inserita e una scena già cult mentre il ragazzino che sfoglia una rivista hard si ritrova in giardino la stessa modella che stava osservando sul giornale, vittima di un incidente stradale.
Un duo perfetto quello messo insieme da Shane Black, regista del film. L’uomo che ha ridefinito il genere “buddy movie” aveva lasciato il segno da subito con la sceneggiatura di “Arma Letale”. L’abilità di Black anche questa volta sta nel rendere i due caratteri in un perfetto equilibrio tra azione, punte altamente comiche e intrigo poliziesco con un diffuso alone surreale. Riesce nel difficile mestiere di far ridere, divertire e lasciare col fiato sospeso allo stesso tempo. Come in un poliziesco che si rispetti, sembra che ci si perda per strada e che tutti i tasselli difficilmente riescano a combinarsi. Poi invece nel finale tutti si ricombinano perfettamente.
Il merito è da dividersi tra i due sceneggiatori: lo stesso Shane Black ed Anthony Bagarozzi. Si sono divisi i due personaggi e poi se li sono scambiati. Due eroi sui generis, schiacciati da una inadeguatezza congenita. Due che solo insieme riescono ad essere completi, complice una ragazzina (la figlia di Holland March) sveglia ed “integerrima”, senza la quale nulla andrebbe come deve andare.
Con “The nice Guys”, si ricompone infine un’ altra coppia che all’ombra di Los Angeles aveva già lavorato. Parliamo di Russel Crowe che calca di nuovo lo stesso set con Kim Basinger, madre della ragazza scomparsa e sulle cui tracce sono i “nice guys”.
Il ritmo è serrato per le due ore scarse che il film regala. Finisce con il rammarico di dover salutare due amici appena conosciuti eppure così familiari in un finale però che sembra presagire che per i due non sia finita davvero del tutto. E’ quello che c’è da sperare con tutto il cuore!