Giancarlo Nicoletti porta sul palco del teatro Vittoria l’opera provocatoria di Giuseppe Patroni Griffi.
Al teatro Vittoria, Giancarlo Nicoletti ha presentato il suo adattamento di “Persone naturali e strafottenti”, l’opera scandalosa di Giuseppe Patroni Griffi. Lo spettacolo si inserisce nell’ottava edizione “Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini 2016”, una rassegna in corso fino al 6 giugno, nata per dare voce ai giovani talenti del nostro teatro.
Patroni Griffi ci ha servito una storia cruda, rappresentando l’emarginazione e la diversità di una società ipocrita e spietata che analizza e scopre con crudeltà e tenerezza. E Nicoletti traspone questa realtà di generazioni senza futuro in una drammaturgia complessa, che cela nel turbine delle parole significati profondi e inquieti.
Quattro personaggi, una squallida casa d’appuntamenti a Napoli nella notte di San Silvestro. Questa notte di Capodanno che non si può far passare inosservata perché tutti hanno diritto ad un po’ di felicità. Anche Violante (Cristina Todaro) la proprietaria dell’appartamento, una vecchia serva di un bordello, cerca di allontanare la schiacciante desolazione della sua esistenza, aspettando il nuovo anno circondata da lanterne giapponesi che provano a nascondere il tetro spettacolo di quella stanza. Ed ecco che in un turbinio di strass e paillettes si palesa Mariacallàs (Sebastian Gimelli Morosini), il femminiello che tra lirica e disperazione gioca con il suo travestimento, che non cela ma rivela un’identità. L’elegante travestito porta con sé due giovani, Fred (Michele Balducci), uno studente borghese in cerca di libertà, e Byron (Fabio Minicilli) uno scrittore nero, disilluso e arrabbiato con il mondo per le umiliazioni e le privazioni subite per il colore della sua pelle. Nell’insieme quattro solitudini nel viaggio di una notte/una vita alla ricerca di una possibile felicità.
Ognuno a suo modo indice di un’umanità sofferente in una società più che mai attuale dove si confrontano generazioni senza futuro in cerca di un riscatto. Diversità e emarginazione trovano il loro terreno di battaglia e tra confessioni e discussioni si delineano, come ritratti, gli animi tormentati dei quattro personaggi. Un testo coraggioso e provocatorio dell’indimenticabile Patroni Griffi, reso con grande sensibilità dal giovane regista e la rappresentazione di un complesso groviglio emotivo, districato dai bravissimi attori.
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