Sleeping Beauty
Direzione e coreografia Matthew Bourne
Musica Pëtr Il’ic Čajkovskij
Scene e Costumi Lez Brotherston
Design Luci Paule Constable
Design Suono Paul Groothuis
Una produzione New Adventures
Milano – Teatro degli Arcimboldi
dal 5 all’8 maggio 2016
in collaborazione con ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna
World Entertainment Company è lieta di presentare per la prima volta a Milano “Sleeping Beauty”, lo spettacolo del grande coreografo inglese Matthew Bourne, acclamato per la sua indimenticabile e trasgressiva versione di “Swan Lake”. Lo show torna in Italia e va in scena al Teatro degli Arcimboldi dal 5 maggio 2016, dopo le date del giugno 2013 che avevano conquistato il pubblico del Ravenna Festival.
Con Sleeping Beauty Matthew Bourne completa la trilogia sulle musiche di Čajkovskij iniziata nel 1992 con Nutcracker! e continuata nel 1995 con Swan Lake. La fiaba di Perrault che narra di una principessa caduta in un sonno lungo cent’anni a causa di un incantesimo divenne un balletto nel 1890 per mano del coreografo Marius Petipa sulle musiche di Čajkovskij.
Matthew Bourne prende questa data come punto di partenza ambientando il battesimo di Aurora, l’eroina di questa storia, nell’anno della prima presentazione del balletto; al culmine del periodo fin-de-siècle quando fate, vampiri e opulenza decadente nutrivano l’immaginario gotico. Con lo scorrere degli anni Aurora cresce e ci spostiamo nella rigida età edoardiana; una mitica età dell’oro fatta di lunghi pomeriggi estivi, partite di croquet e danze alla moda. Anni dopo, al risveglio dal suo lungo sonno, Aurora si ritrova nell’età moderna, un mondo più misterioso e fantastico di qualsiasi fiaba!
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p style=”text-align: justify;”>Matthew Bourne ambienta la fiaba in un inquietante scenario gotico; il tradizionale scontro tra bene e male e il tema della rinascita fanno da sfondo ad una storia d’amore soprannaturale che attraversa i secoli e che neanche lo scorrere del tempo può ostacolare. Per questa creazione, Matthew Bourne si avvale di nuovo dei suoi fidati collaboratori: i pluripremiati Lez Brotherston per le scene e i costumi, Paule Constable per il design luci e Paul Groothuis per il sound design.
Un appuntamento imperdibile con una favola gotica per tutte le età. La storia tradizionale del bene contro il male e la rinascita saranno capovolte nella creazione di un racconto d’amore soprannaturale che il passaggio del tempo stesso non può ostacolare.
SINOSSI
Prologo
C’erano una volta un Re e una Regina molto infelici perché non erano mai stati benedetti dalla nascita di un figlio. In preda alla disperazione, il Re chiese aiuto alla Fata oscura, Carabosse, che promise di dargli un figlio, ma quando poi il Re dimenticò di mostrarle gratitudine, la fata cattiva ordì una terribile vendetta. In una notte di tempesta, una nera figura alata (la stessa Carabosse) porta a Palazzo una bambina in lacrime, rapita ai legittimi genitori.
Atto primo – Residenza di campagna della famiglia reale (1890)
La piccola Aurora è una bimba vivace, terribile con la Signorina Maddox che le fa da governante, ma serena e ben educata con i propri genitori, la Regina Eleonora e Re Benedetto. La bimba viene messa a letto con la finestra aperta, così da permettere la visita delle Fate sue madrine, esseri indomiti e soprannaturali, gotiche creature di un altro mondo. Ardor, Hiberna, Autumnus, Feral e Tantrum, a turno, offrono i loro doni, seguite dal Conte dei Lillà, Re delle Fate. Prima di andarsene, creano attorno alla culla di Aurora un cerchio di candele che servirà a proteggerla. Ma in una notte di tempesta, i servitori di Carabosse, metà uomini e metà bestie, vengono a minacciare la signorina Maddox. All’ingresso di Carabosse, fredda e maligna, la governante tenta coraggiosamente di proteggere Aurora. Svegliati dal frastuono, arrivano il Re e la Regina. Carabosse e il suo seguito spariscono, lasciando una isterica signorina Maddox e una culla vuota: Aurora è stata rapita. Carabosse ricompare con la bimba in braccio cui lancia una maledizione, spiegando ai genitori che, al raggiungimento della maggiore età, la ragazza si pungerà un dito con la spina di una rosa nera, addormentandosi per sempre. Durante il discorso di Carabosse, ricompaiono il Conte dei Lillà e le Fate. Pur non potendo infrangere la maledizione, riescono a mitigare il destino di Aurora: il suo sonno non sarà eterno ma durerà cent’anni finché un bacio di vero amore non spezzerà l’incantesimo. Carabosse se ne va, lasciando la ritrovata Aurora tra le braccia protettive del Conte dei Lillà e delle Fate madrine.
Atto secondo (1911)
Aurora ha ormai raggiunto la maggiore età, e la famiglia reale festeggia. Dopo che Carabosse è morta in esilio, si pensa che anche la maledizione si sia estinta con lei. Suo figlio Caradoc, però, piange ancora il lutto e medita vendetta. Aurora è una ragazza ribelle, spensierata e simpatica, che riesce sempre ad avere la meglio sulla sua governante, la signorina Maddox, che, in camera, cerca di agghindarla per la festa. Leo, giovane giardiniere e suo innamorato d’infanzia, si arrampica fino alla finestra per lasciarle sul letto una rosa. I due giovani si amano in segreto, all’insaputa dei genitori della ragazza, che la vogliono sposata all’uomo “giusto” e non ad un semplice giardiniere. È estate e la festa si tiene in giardino: una tipica festa edoardiana con danze, partite di tennis e croquet, pic-nic e lunghi cocktail. La ragazza viene presentata ai suoi aristocratici pretendenti, che a turno ballano con lei. Leo, passando con la carriola, la vede circondata dai suoi ammiratori, irraggiungibile. Ma la ragazza non è ancora pronta per accasarsi, e sgattaiola fuori sfuggendo ai suoi pretendenti. Scappando si imbatte in Caradoc, l’affascinante ma sinistro figlio di Carabosse, entrato senza farsi notare. Aurora ne è ipnotizzata, e cade preda del suo incantesimo. Caradoc ha con sé una rosa particolarmente scura, e sembra volerla donare ad Aurora, ma mentre lei sta per prenderla scoppia un breve temporale estivo che la salva: la ragazza si libera dal suo abbraccio e lui, nella confusione, ne perde traccia. Tutti corrono ai ripari portando in salvo tutto quel che possono. Leo corre a ripararsi in un angolo lontano del giardino, infastidito dalle attenzioni che Aurora riceve dai suoi pretendenti. Incurante della pioggia si prende cura delle sue rose, ma arriva Aurora, zuppa di pioggia: i due danzano, allegri e appassionati, ma negli ultimi fatidici momenti Aurora si punge un dito con la rosa nera nel frattempo portata da Caradoc, scivolando così in uno stato apparentemente privo di vita. Leo cerca disperatamente di rianimarla. Gli altri invitati arrivano sul posto, quasi si fossero accordati per cercare Aurora. La ragazza sembra riprendere i sensi per un attimo, nel disperato tentativo di aggrapparsi alla vita, ma cade nelle braccia di Caradoc. Il Re e la Regina arrivano appena in tempo per vedere Caradoc puntare il dito contro Leo, accusato di averle incurantemente permesso di pungersi il dito con le sue rose. Furibondo, il Re ne ordina la cattura, ma Leo riesce a fuggire. Anche il misterioso Caradoc scappa, giusto in tempo per evitare l’arrivo del Conte dei Lillà, che, fedele alla promessa fatta, trasforma la condanna a morte della giovane in un sonno lungo un secolo. Aurora entra così nella Terra dei Sonnambuli: il suo corpo fluttua nell’aria come una nuvola, accompagnata nel nuovo mondo dal Conte dei Lillà, che poi, con una grossa chiave ornata, chiuderà i giganteschi cancelli del palazzo, imprigionandovi la ragazza fino al momento del risveglio. Davanti all’ingresso principale, chiuso fuori, nel mondo reale, attende Leo, sconvolto per quello che crede di aver fatto e per il pensiero di dover rimanere senza l’amata Aurora per cento anni. Il Conte dei Lillà, vedendo il suo dolore, capisce che l’amore tra i due giovani è sincero: essendo un vampiro e mosso a pietà per la coppia, decide di dare Leo la vita eterna.
Atto terzo (2011)
I cancelli del palazzo, ormai coperti dalla vegetazione, sono meta di turisti desiderosi di farsi fotografare davanti ai cancelli del famoso palazzo addormentato, in cui, secondo la leggenda, è rinchiusa una principessa. Leo attende ancora davanti a quei cancelli: veste abiti contemporanei, ed ha un paio di alucce. In mezzo a un gruppo di turisti, Leo scorge il Conte dei Lillà: questi gli comunica che è giunto il momento che i cancelli si aprano e che lui ritrovi la sua Aurora. È Leo allora ad aprire i cancelli rivelando una splendida, misteriosa foresta di alberi bianchi, la Foresta dei Sonnambuli, luogo incantato abitato da figure sospese tra due mondi. Il giovane si muove alla ricerca dell’amata, scortato dal Conte dei Lillà. All’improvviso la vede: è ancora lontana, ma gli sta offrendo una rosa, allora Leo la segue nel profondo della foresta, dapprima guidato delle Fate e poi da solo, per dar prova del proprio amore per lei. Aurora dorme nella sua camera, sorvegliata da Caradoc e dai suoi scagnozzi. Cent’anni sono passati, e Caradoc tenta invano di risvegliare Aurora con un bacio, senza riuscirci perché il suo non è vero amore. Arriva Leo, ma cade nella trappola: risveglia Aurora con un vero bacio d’amore, giusto in tempo però per farsela di nuovo portare via, costretta a sposare Caradoc.
Atto quarto (ieri)
L’antico palazzo è oggi un gotico spazio per matrimoni, modernamente decorato a festa. Arrivano gli invitati al matrimonio di Caradoc e Aurora: indossano abiti gotici, costumi da fata e ali finte. Aurora, anche se sveglia, sembra ancora sotto incantesimo. Leo e il Conte dei Lillà si intrufolano di nascosto, passando inosservati tra gli invitati. Al culmine della festa entra una figura dalle gigantesche ali nere, coperta da un mantello è Caradoc, che rivela finalmente la sua vera natura, sfoderando un coltello sacrificale. Aurora gli si avvicina come in trance, sdraiandosi ai suoi piedi, ma mentre Caradoc solleva in aria il coltello, il Conte dei Lillà e le Fate lo attaccano, disarmandolo e spezzando l’incantesimo che lo lega ai suoi seguaci, che gli si rivoltano contro. Il Conte dei Lillà riesce finalmente ad ucciderlo, mentre Aurora resta sdraiata, immobile. Leo cerca di rianimarla, poi ricordandosi dell’incantesimo, la bacia di nuovo sulle labbra: Aurora si risveglia tra le braccia dell’uomo che da cento anni non ha mai smesso di amarla.
Epilogo
Aurora e Leo preferiscono lasciare il mondo moderno e tornare nella foresta a vivere la vita semplice delle fate, che la modernità emargina e bandisce. E avranno una bambina, Dawn, bella, vivace e affettuosa come la madre.
Milano – Teatro degli Arcimboldi
Viale dell’Innovazione 20 – 20126 Milano
date:
dal 5 all’8 maggio
giovedì e venerdì – ore 20.30
sabato – ore 15.30 e ore 20.30
domenica – ore 15.00 e ore 20.00
Centralino:
Telefono: + (39) 02.64.11.42.200 – attivo dal lunedì al venerdì ore 10 – 18
Biglietteria:
Viale dell’Innovazione 20 – 20126 Milano
Telefono: + (39) 02.64.11.42.212/214
dal lunedì al venerdì ore 14 – 18
Biglietti
platea bassa gold € 65.00 + diritto di prevendita
platea bassa € 55.00 + diritto di prevendita
platea alta € 45.00 + diritto di prevendita
I galleria laterale € 30.00 + diritto di prevendita
II galleria laterale € 25.00 + diritto di prevendita
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