Cosimo Cinieri in Guerra! ‘15/18. Un percorso ritmico tra parole e musica

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Un excursus emozionante all’interno della nostra storia. Voci e suoni sincronici e colori. Balli di epoca e canzoni tradizionali dell’epoca della Prima Guerra Mondiale. Il panorama italiano della devastazione, che a occhi chiusi di può immaginare rimanendo seduti.

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Cosimo Cinieri in Guerra! '15/18Seconda edizione del festival Le Rose del Parnaso. Questa volta ospitato dall’Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli, rispetto alle precedenti performance che hanno avuto luogo al Maxxi, spazio YAP nel 2014.

Guerra! ‘15/18. Cosimo Cinieri sfoggia la sua voce facendoci inoltrare nella storia della prima Prima Guerra Mondiale. Irma Immacolata Palazzo, curatrice della drammaturgia e regista, è riuscita ad assemblare corpi, voci e musica con maestria. In collaborazione con la Banda Musicale dell’Esercito Italiano, diretta dal M° Antonella Bona, abbiamo assistito a una Prima nazionale. La carrellata di poesie e musica ci ha portati dentro l’orrore della guerra.

Due date, il 23 e il 24 novembre, ci hanno permesso di prendere parte a questa impresa ascoltando l’egregia interpretazione di Cinieri, immedesimandosi nelle opere letterarie di Ungaretti, Palazzeschi, Gadda, Alvaro, Rebora, D’Annunzio, Folgore, Soffici, Govoni, Boccioni e Marinetti. Altri contributi poetici li dobbiamo a Majakovskij, Joyce, Apollinaire, Eliot, la sintesi ungarettiana, poesia scabra e dura come pietra carsica e la memorialistica italiana.

Anche le lettere in dialetto sgrammaticato dei soldati in trincea sono state inserite tra le liriche.  Come anche i brani tratti dalle memorie di Malaparte, Caccia Dominioni, Frescura, Fabi, Lussu, Monelli, Salsa e Solmi.

L’accompagnamento musicale ha privilegiato canti di guerra e di contestazione, tra cui La leggenda del Piave, Ta-pum, La campana di San Giusto, O Gorizia tu sei maledetta. I richiami alle canzoni napoletane dell’epoca emozionano, i brani lirici e sinfonici, Mozart, Verdi, Gounod e Sibelius, lasciano stupore e le canzoni di café-chantant, tra cui la celebre Frou frou del tabarin, esprimono vivacità grazie alle interpretazioni di Carmela Maffongelli, soprano, e Andrea Fermi, tenore.

Stati d’animo evidenti parlano da soli. A cocchi chiusi si immaginano tuoni, bombe, freddo, neve, paura, terrore, panico, soldati, confusione, movimento. L’abilità vocale di Cosimo Cinieri gioca con le parole, mescolandole. Suoni impetuosi si intrecciano con musiche dallo stile imperiale, ogni suono è a tempo con la voce. La sincronicità tra le letture e la musica si rende unica.

Tac, tac, tac, tum, tum, tum, zang, tatatatata.

La vita del fronte, dura, è ben descritta. Umidità della trincea, il puzzo, le mosche, l’odore del cuoio marcio, quello del sudore, dell’erba. Le luci blue, bianche e rosse, intermittenti, contribuiscono a fare la parte di spari e mitraglie.

Feriti, morti, abiti, tela, scarponi, ordini, situazioni, dialoghi. Azioni, calma, rassegnazione, numeri, resti delle case, stanchezza. Luoghi. Gorizia, l’Austria, Trento e Trieste, l’Africa, Caporetto, il Piave, il Po, il Carso. Minuzie angosciose che la guerra ci restituisce grazie alla memoria storica –  consulenza storico-bibliografica Michele D’Andrea – . Ma non serve, però, questa lettura dei fatti a salvarci.

Ricordiamo che l’Italia entrò in guerra nel 1915 per conquistare Trento e Trieste, sconfiggendo l’impero austro-ungarico. E mai, come durante la Prima Guerra Mondiale, si sentì unita da Nord a Sud. Ma neanche la chiave poetica riesce a far dimenticare i numeri. I numeri elencati alla fine dello spettacolo che farebbe bene ascoltare con attenzione ai giorni nostri. Per evitare tante barbarie.

I danzatori della Scuola Baila Dance e Officina Danza aprono la performance. Balli sfarzosi,  costumi d’epoca sgargianti di colori, segnano l’epoca di cui si parla. Le donzelle salutano i soldati nei loro abiti avorio, verde e rosso fuoco. E i matti di guerra. Tra mimo e movenze, gli allievi attori della Scuola di Teatro Fondamenta, hanno reso l’idea delle conseguenze delle malattie mentali generate dalla guerra.

 Un’esibizione elegante e raffinata che insegna non solo ai grandi. Di certo può essere proposta all’interno dei licei romani per creare dibattiti istruttivi e letture inerenti per un approfondimento necessario affinché indirizzare i ragazzi a una buona vita e a una giusta chiave di lettura storica.

GUERRA! ‘15/18 è prodotto dall’Ass. Culturale “Vagabonda Blu”, in collaborazione con la Regione Lazio e Musica per Roma. L’evento rientra nell’ambito de “Le Rose del Parnaso Festival itinerante” (2a Edizione) e gode del patrocinio di: Commemorazioni centenario I Guerra mondiale, Senato della Repubblica, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, Regione Lazio, Comune di Roma, Biblioteche di Roma. Si ringrazia per la collaborazione la Cineteca del Friuli Venezia Giulia.

 

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