L’amaro umorismo ed il peso dell’apparire nel Berretto a Sonagli di Pirandello

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“ chi non tocca per bene la corda seria poi si ritrova a girare o far girare la corda pazza degli altri…”- il berretto a sonagli –

 

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Il luogo del “rimedio” si trova nell’arte, ci insegna Pirandello.

La compagnia Teatro del Sogno con Sergio Smorfa e Liliana Randi presentano il loro berretto a sonagli con una grande intensità di interpretazione.

Il palco del Teatro Arcobaleno di Roma si presenta al pubblico completamente spoglio di inutili sovrastrutture sceniche. Solo quattro enormi cornici vuote, riempite dalle parole degli attori, che si rincorrono velocissime, rumorose, a volte invadenti, come lo è la “ verità”.

Parole che rincorrono quadri di vita familiari, fotografie di situazioni comuni sebbene portate all’eccesso nell’opera di Pirandello (le scenografie sono di A.Calabrese e luci a cura di M. Lerro).

Il Berretto a Sonagli è una delle moderne commedie di Luigi Pirandello,  maestro del gioco a incastri dell’animo umano con le sue bellezze e le sue debolezze senza tempo, e per questo autore di capolavori che possiamo considerare sempre attuali.

Raccogliere le sfide interpretative che però il maestro ci ha lasciato non è mai una scelta semplice: occorre dimostrare una grande maturità di ascolto e lettura di concetti disarmanti nella loro logica di vita.

I protagonisti prestano la voce ad una famiglia siciliana vinta dalle gelosie e dal perbenismo.

Una moglie che si crede tradita e che è pronta a portare allo scandalo tutta la sua famiglia pur di poter essere libera di gridare al mondo la sua rabbia.

Ma la vita ci porta spesso ad agire per impulso e non tutti sono pronti ad accettare la verità, ad ascoltare il grido di dolore del giusto che si deve vestire del suo bel berretto a sonagli e trasformare il proprio bisogno di giustizia in pazzia, sollevando gli altri dalla fatica di comprendere ed accettare la verità per quanto scomoda essa sia.

Quando si prende una decisione, è sempre necessario pensare a chi ci sta intorno, chi toccherà le conseguenze del nostro pensare e del nostro agire.

Meravigliosa la descrizione delle tre cordicelle d’orologio regalataci da Sergio Smorfa che, secondo il Pirandello, possiamo pensare di avere in testa : la cordicella seria, la cordicella civile e quella della pazzia.

Molte cose dipendono da come scegliamo o non scegliamo di muovere queste tre cordicelle.

Un applauso speciale va riconosciuto agli splendidi abiti di scena ( B.Minori) indossati dagli attori e in particolare dalle attrici.

Il bianco troneggia. Bianco, pizzi, cappelli : contrasto fra il rosso della rabbia e della gelosia incastrato nel candore del bianco che si spinge non oltre le sue tonalità grigie.

Splendide anche le musiche originali di  L. Francisci e S. Conti che ci proiettano nella Sicilia di Luigi Pirandello con un richiamo al moderno Montalbano di Camilleri.

È sufficiente a volte gridare in faccia a tutti la verità per essere scambiati per pazzi: scegliete voi se indossare il vostro berretto a sonagli.

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