Il Teatro Vittoria ospita sempre rappresentazioni uniche e notevoli. Un insieme di conoscenza e scoperte che vanno oltre i singoli spettacoli teatrali. Questa volta attira il pubblico con la magia, i suoi trucchi, i suoi giochi e le sue illusioni.
Teatro Vittoria, Roma. Uno dei teatri storici della capitale apre il sipario alla seduzione. Di solito questo spazio è riservato ad ambienti più ristretti, adatto al pubblico dei bimbi e di certo catalizzante se si tratta di giochi che incantano.
Gang of magic, una produzione Teatro Fantastico, dal 31 marzo al 4 aprile, è non solo magia ma anche un gruppo di nove artisti, tra illusionisti e prestigiatori, i quali si sono preparati per il loro primo spettacolo, dopo cinque anni di laboratorio presso il Teatro Alba della capitale. Direzione artistica curata da Paolo Maria Jacobazzi, Simone Angelini e Andrea Conte.
Il classico, Dario Galati – Dorian, l’investigatore, Francesco Addeo, il baro, Danilo Proietti, il seduttore, Andrea Sestieri, l’inventore, Andrea Romanzi – Andrea Veramente e Lei – Cristina Madaio, il campione, Daniele Lepantini –Lupis e i folli, Max Vellucci e Fulvio Maura.
Non si possono svelare i segreti di ogni trucco, ciò che si è osservato con attenzione nella quasi metamorfosi di un tempo sospeso. Suggestioni, elementi di scena, il coinvolgimento del pubblico, scegliendo a caso tra le persone e portate sul palco, le gag sia energiche che soavi hanno mostrato la giusta alternanza tra le diversità degli artisti.
Si sogna. Si entra in un mondo fantastico, ci si ferma e ci si chiede come si fa a lavorare le illusioni.
L’intuizione dell’inizio è ottima. Una ragazza scrive al PC. Cerca di descrivere lo spettacolo e, rimanendone catturata, ricercando il giusto tono e le parole adatte, lo introduce agli spettatori.
L’intento della compagnia è quello di far arrivare il messaggio dell’innovazione adattando la magia ai gusti del pubblico attuale. Con costante ricerca per un’evoluzione che va sempre rinnovandosi e riportando indietro il tempo mediante lo stile varietà dei primi del ‘900.
Carte, cerchi di metallo, bastoni, corde, manette di acciaio, nastri, palloni e altro ancora sono parti essenziali, quelle del mestiere. Anche le colombe si inseriscono, ma poi vengono trasformate in carne e ossa.
Si passa dal classico in bianco e nero, alla comicità colorata e sgargiante, a chi gioca con la mente. La musica è ben abbinata e le luci vertono tra il bianco, il blu, l’arancio, il giallo e il rosso.
Atmosfere ilari e pacate che lasciano respirare allegria, risate e rilassatezza. Quasi una festa come i saluti finali sono stati. Un’esibizione autentica e pulita.
Un consiglio ci sentiamo di darlo. Nel numero de il baro lo schermo che riprende il gioco di carte, sul tavolo verde, dovrebbe essere un po’ più grande, per dare modo di vedere che accade anche a chi è seduto nelle ultime file.
Gang of magic è una performance densa di sfumature e fantasia. Il momento di riprendersi è portarsi a casa un po’ di magia con ricordi che hanno il sapore di un due di fiori e rientrare nella realtà con uno sguardo più sereno.