Come anticipato qualche giorno fa, Pierpaolo Saraceno al Teatro Palladium di Roma, in un’unica data, ha ridato voce a Peppino Impastato e l’ha fatto in un modo molto convincente dal punto di vista attoriale.

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Una scena divisa in due con da una parte la casa dove vive la madre e dall’altra la riproduzione dello studio di Radio Aut, da dove, nel 1977 e 1978 Peppino Impastato urlava in modo ironico tutta la sua rabbia verso il mondo mafioso e verso quel Gaetano Badalamenti (Don Tano) reo di essere il padrino di zona e che ne ordinò la barbara uccisione.

Riprendendo quindi i discorsi di Peppino Impastato, Pierpaolo Saraceno ne disegna la figura complessa di eroe moderno, che non si piega davanti alle ingiustizie mafiose ed alle pressioni familiari che lo vorrebbero far emigrare in America per evitargli una brutta fine. La prova attoriale è decisamente convincente ed appassionante.

Quello che tuttavia non ci ha convinti in pieno è l’aspetto registico dove le uscite ed entrate in scena avevano tempi troppo lunghi facendo spesso svanire il pathos che si era creato. Nemmeno la figura di Felicia Impastato, la madre di Peppino, interpretata dalla brava, ma forse troppo giovane, Mariapaola Tedesco, ha mantenuto quello che storicamente è la caratteristica di quella donna: la dignità assoluta anche davanti all’inevitabile tragedia. Vederla piangere così per quasi tutto il tempo, sebbene sia comprensibile visto l’immenso lutto, la rende “normale” e se tale deve essere non aggiunge nulla alla storia raccontata. Da una donna che diceva “Tenete alta la testa e la schiena dritta” ci saremmo aspettati un dolore più misurato, magari più travagliato internamente, ma che rimandasse nello sguardo la voglia di sfida al mondo mafioso soprattutto se pensiamo che il processo a Badalamenti è stato fortemente voluto da lei e dal fratello di Peppino, Giovanni.

Interessante l’esperimento del ballerino Daniele Baffo di raccontare attraverso la danza, dell’eterno conflitto tra il bene ed il male in collaborazione con il fantasista Francesco Bellezza.

Nel complesso uno spettacolo apprezzabile ma che avrebbe forse bisogno di una regia esterna per tirarne fuori tutto il suo potenziale.

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