Interessante progetto che si propone di descrivere il passaggio tra la tradizione ottocentesca e il secolo successivo. La rassegna si snoda lungo gli ambienti a più livelli dell’antico monastero di clausura delle Carmelitane scalze. Centrale il focus sulla produzione del napoletano Vincenzo Gemito, con opere di scultura e grafica.

La Galleria di arte moderna di Roma ospita dal 7 Novembre la mostra “Artisti dell’800 – Temi e Riscoperte”, a cura di Cinzia Virno. Centrale il focus sulla produzione del napoletano Vincenzo Gemito, con opere di scultura e grafica.

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Interessante progetto che si propone di descrivere il passaggio tra la tradizione ottocentesca e il secolo successivo. Il percorso si articola muovendosi tra diversi temi, centrali per la cultura figurativa dell’800 quali l’ispirazione all’antico, il ritratto, l’intimismo del quotidiano e le scene di vita popolare. Con particolare attenzione a una Roma passata si prendono in esame le varie poetiche del vero, trattandole da nord a sud con un viaggio lungo tutto lo stivale. La rassegna si snoda lungo gli ambienti a più livelli dell’antico monastero di clausura delle Carmelitane scalze, giostrandosi tra grandi e piccoli spazi per fissare collegamenti e confronti tra le opere e gli autori. Sono esposte tele di particolare interesse, alcune finora sconosciute al pubblico.

Compaiono tra gli artisti i nomi più noti quali Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Angelo Morbelli ma anche pittori di “nicchia”, come Adriano Ferraresi, Augusto Bompiani, Paride Pascucci. La mostra ospita anche importanti artisti stranieri tra cui Auguste Rodin con il Busto di signora; Georges Paul Leroux con la grande tela Passeggiata al Pincio, esposta nella capitale per la prima volta è una delle grandi “Riscoperte” e peraltro logo della mostra. Inoltre, tra le opere provenienti da un’importante collezione privata di Ottocento Italiano, dipinti di Domenico Morelli, Francesco Paolo Michetti e Alessandro La Volpe.

Due sale sono interamente dedicate allo scultore partenopeo Vincenzo Gemito (1852 – 1929). Ripercorrendo la sua evoluzione artistica, dagli anni Settanta si giunge fino agli anni Venti del Novecento. Del primo periodo, lontano da ogni convenzionalismo accademico, spiccano i notevoli bronzi di Giuseppe Verdi, Mariano Fortuny e Cesare Correnti, accompagnati da altre interessanti figure di chiara ispirazione verista partenopea: i pescatorelli in cera, gli scugnizzi in bilico sugli scogli, il particolare ritratto in terracotta e creta della moglie, Anna Cutolo. Successivamente, le opere che ruotano intorno al tema di Alessandro Magno, sono frutto della sua crisi intellettuale che lo spinse verso l’Antico tra suggestioni classiche e forme assolute. Attorno all’imponente figura ellenistica, Gemito progettò un monumento equestre che non venne mai effettivamente ultimato. Dunque nell’ultima saletta i risultati delle sue ossessioni: medaglioni, busti di Alessandro e un cavallo in legno, con le articolazioni mobili, costruito dallo stesso artista.

Un percorso impegnativo che rivela, tramite l’evoluzione delle tematiche affrontate dagli artisti, il delicato cammino verso l’arte moderna.

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