Dal 20 Novembre arriva nelle sale Il segreto di Italia di Antonello Bellucco. Presentato in anteprima al cinema Adriano di Roma e ispirato a una storia vera, il regista porta sul grande schermo uno dei tanti episodi di violenza che hanno oscurato i primi mesi della fine della seconda guerra mondiale.

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Avvenuto tra il 28 aprile 1945 e metà giugno dello stesso anno, l’eccidio di Codevigo, Veneto, segna una pagina nera della storia della lotta per la liberazione dal fascismo. Perpetrato dalla 28esima Brigata Garibaldi e del “Cremona”, le esecuzioni sommarie dei partigiani “rossi” portarono alla morte  di 136 persone tra militi della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate Nere e civili inermi.

Protagonista della pellicola è Italia Martin (Gloria Rizzato – giovane; Romina Power – grande), figlia di una coppia di contadini e tornata dopo cinquant’anni a Codevigo per il matrimonio della nipote.

Ritornata nel luogo in cui ha vissuto l’esperienza più traumatica della sua vita, Italia comincia nuovamente a rivivere il passato obbligata dagli incalzanti ricordi, come il primo amore e le prime delusioni, e da alcune vecchie conoscenze che non sembrano intenzionate a darle pace.
Mezzo secolo dopo l’eccidio, per trovare la pace che da sempre insegue l’ormai settantenne Italia dovrà affrontare i fantasmi che la perseguitano da tutta una vita.

Creato con un budget di soli 250mila euro, Bellucco non solo offre al pubblico l’esperienza di un prodotto di ottima qualità sotto il profilo di fotografia e audio ma riesce anche a conquistare il cuore dello spettatore grazie all’incredibile impresa di rappresentare la storia dell’eccidio di Codevigo in modo laico e neutrale.

Sforzo riconosciuto dalla stessa Power che riferisce di essere tornata nel mondo del cinema

perché mi è stato finalmente offerto un film interessante, commovente, profondo, trattato con delicatezza, un ruolo entusiasmante, un copione poetico anche se tragico. La verità non dovrebbe mai essere polemica, è giusto che in ogni Paese vengano fuori le verità nascoste, prima o poi la verità viene a galla, non si può nascondere ed è giusto che la gente sappia.

Ben lungi quindi dall’essere un’opera revisionista, il messaggio del regista è chiaro e cristallino nel condannare stragi simili a prescindere dalla ideologia che le ha guidate.

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