“Penso che un sogno così…”
La propria storia, quella di una famiglia e quella del proprio paese attraverso i brani che hanno accompagnato ogni momento, è quello che ci racconta Giuseppe Fiorello attraverso il suo spettacolo iniziando proprio con il primo verso della canzone più conosciuta al mondo con cui Domenico Modugno vinse il Festival di Sanremo nel 1958.
Giuseppe racconta sé stesso e l’importanza della sua famiglia nella sua crescita e, soprattutto, di suo padre.
Un “picciriddu”cresciuto in una famiglia unita in una Sicilia che andava verso i cambiamenti.
E in questo piacevolissimo racconto c’è anche la storia di Domenico Modugno. Un ragazzo di Polignano a Mare con la voglia di cercare la propria vita al di fuori del suo paese e con il desiderio di diventare un attore.
Non tutti sanno che a Modugno fu imposto dal suo primo produttore di dichiararsi siciliano e non pugliese.
Analogie nei due dialetti? Non sono esperta in materia ma credo di sì visto che per molto tempo è stato considerato tale (e forse ancora oggi qualcuno non lo sa).
L’ amore per il padre: un uomo forte sempre presente nella vita di Giuseppe e in quella dei suo tre fratelli, un uomo che amava cantare in qualsiasi momento della giornata. La sua voce piaceva a tutti tanto da essere chiamato da chi doveva farsi perdonare dalla fidanzata per andare sotto la finestra della ragazza a cantare una bella canzone d’amore.
Cantava sempre anche durante i viaggi per le vacanze estive a casa della nonna, dove per fare 60 Km ci mettevano 5 ore.
E continuava a cantare quando in televisione c’era il grande Mimmo; la sua voce sovrastava quella di Modugno fino a fondersi insieme.
E Fiorello ci svela la sua timidezza di bambino, la sua difficoltà ad esprimersi anche a scuola per il suo carattere chiuso; rivela i suoi timori e il suo sogno che teneva stretto a sé come un segreto inconfessabile fino al giorno in cui ricevette la telefonata dove gli si chiedeva di interpretare Domenico Modugno nella miniserie televisiva“Volare” prodotta da Rai Fiction.
La felicità di interpretare il suo grande idolo si intersecava con le sue paure nel farlo fino all’ incontro con Franca, la moglie di Domenico, che gli consegnò la giacca azzurra indossata dal marito la sera che vinse il Festival .
Un gesto di approvazione e di fiducia che fece allontanare in lui ogni dubbio e ogni insicurezza.
Un atto unico di due ore piacevolmente scorrevoli in compagnia di un grandissimo artista che porta lo spettatore nel proprio sogno, tra sorrisi e malinconie e belle canzoni.
DAL 13 AL 30 NOVEMBRE 2014
AL TEATRO MANZONI
Nuovo Teatro e Ibla Film
diretta da Marco Balsamo
presentano
Giuseppe Fiorello
in
PENSO CHE UN SOGNO COSÌ…
di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni
regia di Giampiero Solari
musiche eseguite dal vivo da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma
scene Patrizia Bocconi installazioni video Cristina Redini disegno luci Alberto Negri
Orari: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Biglietti:
da martedì a venerdì: poltronissima € 32,00 – poltrona € 21,00 – giovani fino a 26 anni € 15,00
sabato e domenica: poltronissima € 35,00 – poltrona € 23,00 – giovani fino a 26 anni € 17,50