Può esistere l’amicizia tra uomo e donna, migliori amici sin dalla tenera età, senza che prenda i contorni di ben altro sentimento?
Questo è il presupposto di “Love, Rosie” (#Scrivimiancora, adattamento cinematografico del best seller omonimo della scrittrice Cecelia Ahern) la commedia romantica, diretta dal regista tedesco Christian Ditter, che lo scorso 19 ottobre ha fatto rivivere al Festival Internazionale del Film di Roma il delirio di folla adolescenziale registrato un anno fa per “The Hunger Games“.
Fedelissimi alle giovani e belle icone Sam Claflin ( “The Hunger Games”) e Lily Collins (vista in “Biancaneve“), i loro ancor più giovani fans hanno creato la solita grande muraglia umana, pur di vedere i loro idoli in carne e ossa, ottenere un autografo, una foto o donar loro un fiore. Le urla, cadenzate in tanti piccoli falsi allarmi, sono diventate un boato all’arrivo della coppia di attori sul red carpet, squarciando il muro del suono. E l’acclamazione “indisciplinata” non si è esaurita certo in sala, quando al buio si rimane nel canonico silenzio della visione collettiva. Per ogni inquadratura dell’affiatata coppia o momento topico della storia, il pubblico anagraficamente eterogeneo ha fatto sentire il proprio gradimento.
Mentre sullo schermo Sam/Alex e Lily/Rosie crescono insieme, condividono tutto, coltivando il sogno di andare all’università lontano dalla stretta cittadina inglese in cui la loro complicità si fa sempre più intensa. Nessuno dei due ha il coraggio di riconoscere che forse si stanno innamorando. Poi, come spesso accade, i giochi della sorte si frappongono, le vite si separano, inizia una corrispondenza epistolare 2.0 fatta di lettere, sms, chat, email. Le scelte condizionano entrambi e ritardano la verità. Le anime gemelle si dice siano comunque destinate a congiungersi. La trama di “Love, Rosie” non è troppo sdolcinata, ma ironica e spontanea, può appassionare anche un target adulto, supportata da una colonna sonora (Lily Allen su tutti) che scandisce con ritmo i lunghi tempi di gestazione.
Quanto agli adolescenti, saranno anche eccessivi nelle esternazioni ma intenerisce la visceralità con cui vivono le passioni di petto.