Paolo Bortoluzzi: un “danseur noble” d’intimenticabile grazia

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Paolo Bortoluzzi nacque a Genova il 17 maggio del 1938 e si spense a Bruxelles il 15 ottobre del 1993.

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Sicuramente fu uno dei più grandi ballerini italiani del nostro tempo, un’eccellenza e un artista aperto alle esperienze tersicoree tra le più moderne. Studiò danza dapprima a Genova e poi a Milano. Debuttò nel 1957, al Festival di Nervi nel “Balletto europeo” diretto da Massine e vinse al concorso “Viotti” di Vercelli nel 1958 il premio di pas de deux con Giuliana Barabaschi.

Nel 1963 fece la sua prima apparizione al Teatro alla Scala nelle “Demoiselles de la nuit” di Roland Petit e in “Chout le Bouffon” di Luciana Novaro, distinguendosi poi come protagonista di classe nel repertorio, come nel balletto per eccellenza, il “Lago dei Cigni”. In seguito a Milano venne notato dal grande coreografo francese Maurice Béjart che lo ingaggiò per il “Ballet du XXe siècle”. Da quel sodalizio, molto ben riuscito, nacque una collaborazione ad altissimo livello, tant’è che fino al 1972 Bortoluzzi fu una delle stelle più luminose della compagnia, partecipando alla quasi totalità dei suoi lavori. Béjart creò appositamente per Bortoluzzi un balletto diventato storico “Nomos Alpha”.

Da ricordare, anche se purtroppo in molti casi non esistono registrazioni video, il “Romeo e Giulietta” del 1966, oppure la meravigliosa interpretazione nel 1970 de “L’Uccello di Fuoco”, “Bolero”, “Nona Sinfonia” “Mass por le temps présent” “Ni Fleurs, ni courones” “Baudelaire”, Bhakti” e il celebre “Chant du compagnon errant” su musica” di Mahler (memorabile la sua interpretazione in questo passo a due con il ballerino dei ballerini Rudolf Nureyev).

Gli ultimi ruoli creati da Béjart per Bortoluzzi furono “Songs of a Wayfarer” e “Nijinsky, clown de Dieu”. Nel 1972 lasciò il Ballet du XXe siècle per ritornare alle origini e cioè alla danza prettamente classica. Grazie alla sua eleganza e fluidità prese parte alle produzioni delle migliori compagnie a livello mondiale, diventando anche étoile per l’American Ballet Theater di New York. Fu ospite presso il Tokio Ballet, il Royal Ballet di Londra, l’Opera di Monaco e di Berlino, l’Opéra di Parigi, lo Stuttgart Ballet, l’Opera di Roma e l’Opera di Vienna interpretando i maggiori successi del repertorio.

Nel 1981, fu nominato direttore del Balletto della Scala di Milano, in seguito nel 1984 diresse il Balletto di Dusseldorf e nel 1990, fu nominato direttore della danza del teatro di Bordeaux per il quale creò “La Belle et la Bête”. Celebri le sue creazioni coreografiche come i balletti “Ricercare” su musica di Bach-Webern e “Suite in re maggiore” su musica di Bach oppure “Cinderella” e “Omaggio a Picasso”. Interpretò nella sua splendente carriera anche balletti creati da E. Walter e A. Milloss.

Fu partner in diverse occasioni delle più grandi ballerine italiane, da Carla Fracci a Vera Colombo, da Liliana Cosi ad Anna Razzi e Luciana Savignano senza dimenticare le étoiles internazionali come Marcia Haydée, Cynthia Gregory e Alicia Alonso.

Béjart disse di lui, “che incarnava la gioia della danza”.

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