FONTANONESTATE 2014
XIX EDIZIONE
21 LUGLIO – 7 SETTEMBREPROGRAMMAZIONE SETTIMANALE
DAL 18 AL 24 AGOSTO
lun 18 – mar 19 agosto
PALCO GRANDE, Ore 21
TI AMO, SEI PERFETTO, ORA CAMBIA!
di Jimmy Roberts e Joe di Pietro
adattamento Piero Di Blasio
regia Marco Simeoli
con Daniele Derogatis, Piero Di Blasio, Stefania Fratepietro, Valeria Monetti
con la partecipazione di Serenza Allegrucci
al pianoforte Marcos Madrigal
musiche Jimmy Roberts
coreografie Stefano Bontempi
costumi Valentina Giura
luci Marco Macrini
“Ti amo, sei perfetto, ora cambia” (I Love You, You’re Perfect, Now Change) è un musical da camera, scritto da Joe Di Pietro, con le musiche di Jimmy Roberts. È il secondo musical, per longevità, tra quelli prodotti Off-Broadway. Nel 1997 riceve il premio “Outer Critics Circle Award” come miglior musical Off-Broadway.
Che cosa avete pensato al primo appuntamento?
Volevate scappare ma non trovavate la scusa?
Tu piacevi a lei…ma forse lei mentiva.
Lei piaceva a te…ma le puzzava il fiato.
Mentre ti baciava sei sicuro che stesse pensando a te?
E mentre la baciavi tu, hai pensato: “Oddio somiglia a mamma!”
Sull’altare avresti voluto dire no?
Potevi farlo…ma non lo hai fatto!
Forse perché eri innamorata. O hai solamente perso l’occasione giusta per dirlo?
Non preoccupatevi, non siete i soli. E non pensate di essere cattivi, siete semplicemente realisti e, forse, anche, a modo vostro, un po’ romantici!
Se sapete rispondere a queste domande e se volete rispondere a queste domande venite a teatro e potrete dire anche voi: “Ti amo, sei perfetto, ora cambia!”
mar 19 agosto
PALCO PICCOLO, Ore 22,15
SON TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO?
autori vari
regia Maria Assunta Calvisi
con Miana Merisi, Luigi Tortoranelli
al pianoforte Corrado Aragoni
La mamma è sempre la mamma! Quanta retorica, quanta enfasi, fiumi di parole sulla figura della mamma nella letteratura, nella poesia, nelle canzoni: dai colossi della storia del teatro alla letteratura antica, a quella conosciuta sui banchi di scuola.
Ma anche articoli di cronaca contemporanea, lettere al direttore, autori raffinati e ironici fino alla sceneggiata di Mario Merola e il decalogo della mamma napoletana.
E le canzoni, quelle conosciute da tutti ma rivisitate e “corrette” per arricchire un percorso che si snoda leggero ma con momenti di grande intensità e emozione.
mer 20 agosto
PALCO GRANDE, Ore 21
FONTANONE CLASSICA IV EDIZIONE
NOTTURNO
Leonhard Westermayr, pianoforte
musiche di Beethoven, Chopin, Liszt, Rachmaninov
Concerto in favore di L’isola che non c’è ONLUS
mer 20 agosto
PALCO PICCOLO, Ore 22,15
FROM CLEANSED
di Sarah Kane
regia Francesca Caprioli
con Gabriele Abis, Gabriele Anagni, Simone Borelli, Laurence Mazzoni, Eleonora Pace, Paola Senatore, Francesco Tribuzio
musiche Angela Bruni
scene e costumi Francesca Caprioli
“Cleansed” significa purificati, puliti, liberi. Quanto siamo liberi di scegliere? Di esistere? Di essere ancora noi stessi? Questo spettacolo parla di come il mondo ci ha modificati, di quanto la società ci stia deformando, stia mutilando il nostro io privandolo di ogni speranza, privandoci della nostra stessa natura. Questo testo racconta di come il giudizio del carnefice diventa il pensiero della vittima, di come il nostro tempo ci ha vestiti di panni scomodi e dolorosi che però non riusciamo più a togliere perché sono quelli che ci permettono ancora di avere un’identità. Nella società dell’immagine non c’è spazio per l’immaginazione, nella società che si mette in mostra non c’è spazio per i mostri, solo nella natura c’è ancora il tempo di essere sé stessi. Di poter desiderare ancora la salvezza. Di potersi girare, guardare in faccia chi sta dietro, e chiedere “aiutami”.
Sei vite, sei persone, e un giudice, un dottore, o forse semplicemente un uomo lì, per giudicarle, per torturarle, per deformare i contorni di sei umanità e creare un animale sociale conveniente e adeguato ad affrontare il modello di vita che gli si pone di fronte. Ma se l’uomo si può distruggere, l’umanità, la coscienza, sono indistruttibili, ed è qui che il meccanismo si inceppa, facendo di tutti questi esseri delle chimere, dei mostri.
Quanto possiamo resistere al continuo bisogno di annientare la nostra identità?
gio 21 agosto
PALCO GRANDE, Ore 21
IL DIARIO DI ADAMO ED EVA
di Riccardo Castagnari da Mark Twain
regia Riccardo Castagnari
con Riccardo Castagnari, Elisabetta De Palo
al pianoforte Andrea Calvani
costumi by Alexander
Un ‘DIARIO di ADAMO ed EVA’ (tratto da Mark Twain) ambientato negli anni 30/40 e ‘colorato’ musicalmente con i più famosi standards americani ( da “Sex Bomb”, “Our Love is Here to Stay” a “Sway”) e le canzoni italiane di quell’epoca (da “Vipera” a “La ninna nanna del cavallino”). Il riferimento cinematografico salta subito all’occhio e all’orecchio dello spettatore. Battibecchi, diversità di opinioni, litigi, contrasti: in una parola il gioco dell’amore che non sempre è tenero idillio ma spesso una faticosa conquista. Vincerà l’amore, nonostante la cacciata dall’Eden? Riccardo Castagnari ed Elisabetta De Palo di nuovo insieme in uno spettacolo che può considerarsi il loro cavallo di battaglia (Premio Fondi La Pastora 2005), affiancati dall’immancabile e prezioso maestro Andrea Calvani al pianoforte.
ven 22 agosto
PALCO PICCOLO, Ore 22,15
SEI UNA BESTIA, VISKOVITZ
di Alessandro Boffa
regia Daniela Di Giusto
con Daniela Di Giusto, Cristina Putignano musiche Antonio Arena, Lamberto Lacchi, Silvio Piersanti
costumi Giovanna Lombardo
Una spugna che teme d’essere sterile, una lumaca ermafrodita insufficiente, ma neanche tanto, un mantide che gode (si, gode) di eiaculazione precoce, uno squalo ormai privo di “remore” e con un figlio un pò imbranato, un microbo che scopre, a caro prezzo, di poter diventare una bestia.
Questi alcuni degli animali portati in scena da Daniela Di Giusto che, dal testo di Alessandro Boffa, incarna l’unico protagonista di questa gustosa pièce: Viskovitz, un animaletto che subisce continue metamorfosi, forse per sfuggire all’inevitabile destino comune a tutti gli esseri viventi: la morte.
dom 24 agosto
PALCO GRANDE, Ore 21
EDIPO IN COMPAGNIA
di Alberto Bassetti
con Paolo Graziosi, Elisabetta Arosio
Un Uomo e una Donna, soli in una terra desolata, tra rovine di colonne greche e quel che resta di un altare pagano. Sono Edipo e sua figlia Antigone, che lo ha seguito fino a Colono, lei sempre così devota alle responsabilità degli affetti familiari; e se invece fosse l’altra figlia, Ismene? O semplicemente una compagna innamorata dell’uomo? L’Uomo dice di voler raccontare, anzi rivivere, come in una messa in scena, la storia sua, di Edipo, cioè del più sfortunato tra i mortali; o magari del più fortunato, colui che pur nella sofferenza è assurto a Mito, Simbolo, Emblema di molte sfaccettature della personalità umana, tra cui il coraggio di affrontare il proprio Destino: sembra perciò un Attore costretto a reiterare all’infinito la propria Storia; e quello forse è, realmente: recita un copione che non potrà mai cambiare, una storia disperata che però si accende nei duetti con la Donna che interpreta i vari personaggi che lui è costretto ad affrontare: i suoi falsi genitori che regnano su Corinto, Pòlibo e Mèrope; i compagni di giochi che gl’inculcano il sospetto di essere “un trovatello”; la Pizia, l’oracolo di Delfi; i guerrieri di Laio, che lui uccide; la Sfinge, di cui solo lui sa risolvere i quesiti; Creonte, reggente di Tebe e sua sorella Giocasta… Sempre più nello spettatore s’insinua il dubbio che l’Uomo e la Donna altro non siano che due sfortunati Attori che portano in giro questa vicenda fino a farla diventare la loro storia, un dramma che via via assume i toni della commedia ogni volta che i due discutono o battibeccano su questioni sempre più personali, in momenti pregni di affettuosa ironia e divertente estraneazione, raffrontando il mondo di un Attore con quello dell’Eroe: costretti loro malgrado, ma certo con consapevole e puntigliosa accettazione, nel confino di un Eterno Ritorno.
Affrontare Edipo, dopo le innumerevoli versioni che si succedono da secoli (tra le ultime citerò almeno Elsa Morante e Pierpaolo Pasolini), richiede una buona dose di coraggio: io l’ho fatto prendendone così il distacco di un sotterraneo gioco sulla gioia di vivere, comunque e nonostante tutte le possibili avversità.
(Alberto Bassetti)
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