Carta Bianca: la storia di tre storie che si inseguono senza mai fermarsi
Dal 26 giugno arriva sul grande schermo Carta Bianca di Andrés Arce Maldonado. Presentato in anteprima al Filmstudio Roma giovedì 19, il film è distribuito da “Distribuzione Indipendente” con il patrocinio di “Roma Capitale”.
Siamo a Roma ed è la vigilia di San Valentino. Per tre persone, questa sarà la giornata che cambierà la loro vita.
Kamal è un giovane marocchino che sogna la cittadinanza italiana. Per mantenersi svolge, durante il giorno, il ruolo di pusher all’interno di una biblioteca frequentata principalmente da giovani studenti. Con i suoi guadagni cerca anche di mettere da parte 5000 euro che gli servono per pagare un’imprenditrice che, in cambio dei soldi, è disposta a rilasciargli un regolare contratto di lavoro e a garantirgli, in questo modo, un permesso di soggiorno.
Questa imprenditrice è Lucrezia, donna di mezza età innamorata solo della propria impresa e del proprio cane. Finita nella rete di uno strozzino, un giorno riceve la visita di due suoi scagnozzi che, dopo aver chiesto e non aver ottenuto i soldi indietro, la picchiano e la abbandonano sanguinante sul pavimento del suo ufficio. Per salvarsi decide di obbligare Kamal a dargli i 5000 euro in giornata o potrà dimenticarsi del loro accordo. Ella è inoltre incastrata in una dubbia relazione con quello che, a sua insaputa, è il figlio dello strozzino.
Questo malvivente, però, si rivela essere un semplice anziano che, nel suo quartiere, è riuscito anche a guadagnarsi la simpatia del vicinato. Le sue cure sono affidate a Vania, una giovane ed attraente badante moldava.
Questa, mentre si trova in cucina a preparare il pranzo, non si accorge di un improvviso malore dell’anziano e, arrivata da lui nel salotto di casa, lo trova oramai morto.
Anche lei, purtroppo, non è stata ancora messa in regola e, una volta portato il cadavere in camera da letto, si mette alla ricerca del proprio passaporto, che il padrone di casa aveva nascosto, e dei suoi soldi, con i quali vorrebbe tornare nel suo paese.
Tre storie che si incrociano di continuo, si influenzano e creano un circolo infinito in cui i tre protagonisti, pur inseguendosi, non riescono mai a raggiungersi e a fermarsi.
Andrès Maldonado riesce a creare un prodotto strabiliante che tocca nell’intimo l’anima del pubblico. Con fotografia e regia estremamente accurati, il soggetto della sceneggiatura, ispirato da un episodio di cronaca nera nel quale un marocchino morì di ipotermia nell’indifferenza generale, riesce davvero a trasmettere la sensazione di star guardando uno scorcio della vita di Sahid Belamel, questo il nome dell’immigrato morto nel 2010.
Toccato da questo episodio e dal necrologio pubblicato sul quotidiano La Nuova Ferrara, il regista ha voluto rendergli omaggio con questo film: “Anch’io sono un immigrato e, prima ancora, un essere umano – un essere umano come questo ragazzo che nessuno ha voluto aiutare mentre stava morendo per ipotermia sul ciglio della strada, umano come gli automobilisti che gli sfrecciavano di fianco senza fermarsi. Mi sono chiesto: come è possibile che accadano episodi così tragici e assieme grotteschi? Cosa avrei pensato pochi secondi prima di morire se fossi stato al posto di Sahid? E ancora: al posto degli automobilisti, mi sarei fermato ad aiutarlo oppure avrei tirato dritto? Anche per rispondere a queste domande, ho deciso di realizzare Carta Bianca “.
[youtube id=”oFzOhQt5paQ” width=”600″ height=”350″]