Atom Egoyan me l’ero perso un po’ in questi ultimi anni dopo che mi aveva incantato 15 or sono con “Il viaggio di Felicia”. L’ultimo lavoro del regista canadese è datato 2009 con “Chloe”, un remake del film francese “Nathalie” in cui aveva diretto Julianne Moore, Liam Neeson e Amanda Seyfried.
“Devil’s Knot”, distribuito da Notoriuos Pictures, è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival 2013 aggiudicandosi il premio del pubblico al Courmayeur Noir In Festival.
Ispirato ad una storia vera il film si avvale di un cast importante con due premi oscar come Colin Firth nei panni di Ron Lax, un investigatore che aiuta il collegio difensivo di tre ragazzi imputati di omicidio, e Reese Witherspoon in quell di Pam Hobbs, la madre di una delle 3 vittime.
Al duo si aggiungono il Dane DeHaan del recentissimo The Amazing Spider-Man 2 ed Amy Ryan di “Gone baby gone” solo per citarne alcuni.
Eppure il film non è su questo che si basa, non su interpretazioni sensazionali, ma in una opera corale ben sorretta dalla sceneggiatura puntuale di Boardman e Derrickson. Non parte subito in quarta il film di Egoyan ma ti prende minuto dopo minuto in una storia che, a maggior ragione perché basata su fatti reali, fa rabbrividire e non solo per gli omicidi di tre innocenti.
Una vicenda che non conoscevo bene benchè avesse destato l’attenzione di diverse star Hollywoodiane che si sono battutein prima linea per riaccendere i fari su un caso così nebuloso. Sto parlando di Eddie Vedder dei Pearl jam, Johnny Depp, Winona Ryder e persino Peter Jackson che nel 2012 produsse un documentario presentato al Sundance Film Festival e diretto da Amy Berg sui fatti di West Memphis.
Tre bambini e due biciclette (una immagine che rimane impressa lo giuro) si inoltrano nel bosco per raggiungere la così detta Tana del Diavolo e ahimè, lo troveranno.
Su tre ragazzi tra i 16 e i 18 anni si concentrano sin da subito le attenzioni della polizia locale che, spinta anche dalla “sete di vendetta” della comunità, non sa o non vuole vedere le contraddizioni e i punti deboli della storia. Ci sono prove andate perdute, tracce non seguite e testimonianze poco credibili o estorte con metodi troppi spicci. Perché? Cosa c’è dietro tutto questo?
Non sarò io togliervi il gusto di scoprirlo indagando quel che più di tutto fa paura in questo film: come affrontiamo l’ignoto?
Sgomento, rabbia e un brivido che fa drizzare la pelle, così mi sono alzato dalla sedia dell’Anica alla fine della proiezione, ma con una voglia matta di raccontare e consigliare. E’ un periodo che mi dice bene, ancora un bel film in archivio per me, ancora una bella occasione per voi.
L’8 maggio è dietro l’angolo: mettete in calendario!