Più che un omaggio, un vero e proprio regalo fatto a tutti i presenti.
Un regalo dal sapore di un passato ancora attuale, una versione a colori di quel Gaber che molti di noi conoscono e ricordano attraverso i filmati in bianco e nero di una tv che ha raccontato l’italia.
Un’Italia portata in scena e raccontata in musica, con rabbia e ironia; ma anche con la simpatia di chi conosce lo strumento palcoscenico riuscendo a mettere in piedi un “geniale scempio” del repertorio gaberiano, come Iacchetti stesso definisce lo spettacolo, citando Fegiz.
E se è per questo, il titolo la dice lunga perché una: “paraculata”, ci dice Iacchetti senza mezzi termini.
Aldilà degli scherzi, il lavoro di arrangiamenti e reinterpretazione dei pezzi è notevole; la sfida è riuscire a riconoscere le singole tracce dei mashup.
Interessante l’uso delle sculture luminose a sottolineare di volta in volta i pezzi celebri, create ad hoc dall’artista Marco Lodola, l’intero spettacolo è scritto a quattro mani tra Enzo Iacchetti e Giorgio Centamore.
E se avete avuto “una brutta giornata” potrete sempre fare uno shampoo ricordando “che i migliori son i più cari perché sono… antiforfora”!
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