Un uomo, una donna e l’universo a fare da cornice. Sono questi i tre elementi di Costellazioni, pièce del giovane e talentuoso drammaturgo inglese Nick Payne, in scena al Teatro Vascello. Le vite di Marianna e Orlando (Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi) si intrecciano grazie al principio di fisica quantistica secondo il quale esisterebbe un numero infinito di universi e dunque infinite possibilità. Tutto può succedere e tutto può cambiare.
Payne non è il primo ad essere stato sedotto dal mondo della scienza in relazione ai sentimenti. Goethe ne ‘Le affinità elettive’ aveva parlato della chimica degli gli elementi: a seconda della loro combinazione ‘casuale’, si possono generare nuovi composti in base ad una serie di affinità, come tra gli esseri umani:
“Se si immerge un frammento di pietra calcarea nell’acido solforico diluito, questo, in un certo senso, afferra la calce e, insieme ad essa, si trasforma in gesso, mentre l’acido leggero si volatilizza per conto proprio. Qui è avvenuta una separazione, poi una nuova combinazione (…) Si osserva come una relazione venga preferita ad un’altra: si viene operando una vera e propria scelta”.
Una questione di scelte sarebbe anche quella dei protagonisti nella serie di universi paralleli di Costellazioni: una sorta di Sliding Doors che però non ci riporta ad uno stesso finale attraverso strade diverse, ma a tante realtà che passano attraverso i momento cruciali della vita: amore, tradimenti, gioia, dolore, malattia.
Due giovani attori affiatati che reggono la scena da soli, tra le stelle di uno spazio scenico completamente nudo che riproduce l’infinito dell’universo. Un compito non facile quello di Tiberi e Sikabonyi ma portato a termine egregiamente. Gli attori hanno saputo dare colore a quelle sfumature del testo che sulla scena si trasformano in una serie infinita di alternative.
Le luci che spezzano o modulano l’emotività nei momenti di stacco da una scena all’altra, riproducono una sorta di piccoli black out emotivi che caratterizza la nostra esistenza. Tutto sembra ormai infinito: infinite le possibilità, infiniti i mondi, infiniti gli istanti che costellano le nostre scelte.
di Nick Payne
con Margot Sikabonyi ed Alessandro Tiberi
regia Silvio Peroni
disegno luci Valerio Tiberi
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
assistente alla regia Grazia Iadarola
assistente scene Laura Giannisi