Scenografia elegante, un salotto “borghese”come ce ne sono tanti. Una credenza, un tavolo, due puff, una finestra centrale, unico contatto con il mondo esterno. Quattro sedie, come quattro sono i protagonisti. Il tutto sapientemente e fortemente rivisitato da uno sgargiante rosso “passione” e dal colore nero a contrasto: molti cassetti dalle maniglie dorate, metafora di qualcosa da custodire, tenere in ordine, proteggere o forse meglio celare o nascondere, qualcosa da tenere al riparo o meglio all’ombra da qualcosa o da qualcuno. Qualcosa che non si può può o non si vuole vedere. Molteplici cassetti i cui contenuti a un certo punto pretendono di respirare “vedere la luce”, con impeto, rabbia, frustrazione, violenza.
Questo e altro è il Topo nel cortile, atto unico scritto e sapientemente diretto da Daniele Falleri, con Elena Russo, Emanuele Salce, Laura Adriani e Andrea Standardi in scena al Teatro Belli dal 20 al 30 marzo.
Una famiglia all’apparenza normale alle prese con un grosso “problema”: una gravidanza della giovane figlia. Una madre Gianna, portata in scena da Elena Russo, perfetta per fisicità, eleganza, bellezza e soprattutto per temperamento e carattere, fasciata in un tubino di pizzo nero è una donna e madre passionale fin troppo energica. Un padre dal volto pacioso e rassicurante, uno straordinario Emanule Salce perennemente in bilico tra una costante e inesorabile sottrazione alle scelte della vita e una grande, quasi stucchevole, dolcezza; una figlia sedicenne muta e incinta, una giovane e brava Laura Adriani, e un figlio maggiore adolescente “ormonalmente” arrabbiato con il mondo e con la vita, portato in scena da un energico e appassionato Andrea Standardi. Il testo e la recitazione scorrono in maniera estremamente fluida ed equilibrata, con una bella energia, mai ostentata o eccessiva, merito di un ottimo testo, di una bella regia valorizzata soprattutto da un bel disegno luci che accompagna i colori e i caratteri dei quattro attori. Inizialmente si ride e anche tanto ma poi ad un cero punto qualcosa si spezza, si incrina, si rompe, vira nella direzione di verità inaspettate che fanno male, feriscono, uccidono, quasi come i colpi di fucile che rompono e interrompono la piece. I personaggi sono costretti all’”urgenza”di nuove realtà e ad evolvere su nuove e inaspettate corde. Ecco che tutto diventa straordinariamente vero, tangibile, vivo. Eccellente la maturazione di Gianna-Elena Russo nel virare da donna e madre dominatrice estremamente brillante ed eccessiva nella suo più o meno consapevole delirio di controllo a donna che tra le fessure mostra la sua fragilità, dolcezza e drammaticità.
Il topo nel cortile è davvero uno spettacolo che merita di essere visto, per la cura del testo e del recitato, per la raffinatezza del movimento, e la qualità che traspare in ogni minimo e minuscolo, dettaglio ma soprattutto per la verità e l’eleganza quasi delicata nel trattare temi che spesso, se mal gestiti, possono risultare “un cazzotto nello stomaco”. Da vedere, da vivere, da gustare.