Dalla Svezia Fredrik Rydman porta in scena un’entusiasmante Swan Lake Reloaded, accogliendo il pubblico in un mondo surreale di colori vivaci e di droga, festini con prostitute e protettori.
Questa versione del Lago prende la bella partitura di Cajkovskij e la trasforma in una colonna sonora da discomusic. La miscela di vecchio e nuovo è un mix piacevole in un set che ha dell’incredibile, offrendo il perfetto equilibrio tra bellezza e passione cruda. Il tutto inizia con la tradizionale musica di Cajkovskij e nel mentre il sipario si alza, un fulmine bianco divide l’oscurità rivelando il sinistro nero vestito di Rothbart, accompagnato da schegge di musica elettronica hardcore a volte con tagli campionati o distorti per riflettere il mondo dei cigni tossicodipendenti.
L’elettronica, la grafica, il design e un sapiente gioco di luci, il tutto accompagnato dalla danza urbana presenta Rothbart come un magnaccia-spacciatore e di quattro cigni come le sue prostitute.
I ballerini sono superbi nei ruoli, si spostano con agilità elastica dalla danza di strada al linguaggio classico, seguendo una linea narrativa con una colonna sonora che non si ferma mai tra un sobbalzare di musica classica e lo scratch, sapientemente dosato, il quale ha creato un assortimento di suoni mediante la manipolazione ritmica, tipico della cultura Hip Hopper mostrando il proprio virtuosismo.
Una riscrittura audace del più celebre tra i balletti classici, una versione de “Il Lago dei Cigni” che ognuno di noi può comprendere perché “se tutti sanno cosa sta succedendo, allora si può ballare intorno a quell’emozione”, recita Rydman. Il concetto del coreografo è in realtà un modo molto intelligente di portare la storia nel XXI secolo, luce e oscurità, bene e male con notevoli riferimenti alla danza di Cullberg. Coreograficamente è uno strano miscuglio, è lirico ed espressivo e i ballerini hanno un talento narrativo che si manifesta attraverso il movimento. Rydman si diverte con alcuni dei più famosi numeri del balletto per antonomasia come ad esempio nella danza dei cignetti, effettuata da sdraiati dimenando le dita dei piedi. In mezzo a tutto ciò emerge anche tanta danza hip-hop e le coreografie abbinano a movimenti distinti e veloci delle braccia, movimenti fluidi e molleggiati delle gambe, una gestualità e una mimica che riesce a catturare l’attenzione del pubblico circostante, esprimendo allegria ed esuberanza, creando così una danza acrobatica attraverso passi e movimenti estremamente spettacolari, grazie a rotazioni e movimenti frammentati che ne costituiscono la parte pulsante dello spettacolo.
“Swan Lake Reloaded” ci appare scritto ideato e musicato con il linguaggio del popolo e pensato per il popolo, inteso come di gradimento accattivante, con le forme musicali delle controculture e dell’underground, un tipo di spettacolo che volutamente dev’essere accessibile e fruibile da tutti seguendo quindi una logica di mercato in contrasto con la cosiddetta danza del Grande Repertorio. E lo spettacolo di Rydman ha il grande pregio di portare buona parte dell’underground al numeroso pubblico, influenzando e trasmettendo così in modo più ampio la cultura pop, trasformando l’idea classica in qualcosa di più assimilabile da tutti.