Alessandro Preziosi e l’altro Cyrano

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L’attore Alessandro Preziosi ha debuttato martedì 18 marzo, al Teatro Vascello di Roma con il Cyrano sulla Luna ovvero L’altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna, in scena fino a giovedì 27 marzo.

Lo spettacolo (una produzione di Khora.Teatro in collaborazione con il Teatro Stabile d’Abruzzo), di cui è anche regista, è incentrato sulla figura storica di Savinien Cyrano De Bergerac, estroso poeta francese vissuto nel Seicento, guascone, provetto spadaccino, precursore della letteratura fantascientifica.

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Cyrano poi diventerà anche il protagonista dell’opera di Edmond Rostand. Innamorato in segreto della cugina Rossana, a cui cela il suo amore per la vergogna di un naso che definiremmo “importante” (e che Preziosi saprà declinare in tanti brillanti esercizi di stile), sarà il suggeritore del suo rivale in amore Cristiano. Ma questa è un altra storia.

Nel Cyrano sulla Luna l’attore napoletano racconta l’uomo più che il personaggio, il quale è presente al suo fianco come un manichino a cui lui conferisce nuova vita.

Rientrato in casa dopo una passeggiata al chiaro di Luna, l’autore cinge attorno al corpo una cintura a cui sono appese delle ampolle d’acqua di rugiada, che evaporando lo solleva sino a farlo arrivare nella Nouvelle France (il Canada); dopo questa prima esperienza di volo, attraverso una sorta di razzo approda sulla Luna. E da qui parte anche il viaggio di Alessandro Preziosi, colui che si potrebbe definire un valido esempio di artista a tutto tondo.

Amato per ruoli che gli hanno conferito fama come il conte Fabrizio Ristori nella fiction in costume Elisa di Rivombrosa o ne Il Capitano, ma anche cinematografici (ad esempio ne I Vicerè di Roberto Faenza), non manca di far emergere la sua solida formazione teatrale (è diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano) e di dimostrare il suo eclettismo. Come fosse proiettato nel sistema copernicano, diventa astro luminoso e allo stesso tempo tenebroso del suo amico palcoscenico. E con un magnetismo naturale, unito alla disinvolta favella, calamita il pubblico verso un semplice leggìo e una panca, polo attrattivo da cui prendono vita straordinari voli pindarici e suggestioni visive sulla figura di Cyrano. Preziosi diviene protagonista indiretto e traghettatore di questo affascinante excursus interplanetare, letterario, scientifico e fantastico, filosofico, retorico e antiretorico, religioso, umano e metafisico. Una piccola “opera omnia” in due atti, costellata di passi tratti dai libri, irrinunciabile strumento di progresso della civiltà, con richiami ad una figura analoga come il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, inframezzando dissertazioni personali sulle teorie esposte, tanto argute, ironiche, bizzarre quanto profonde.

Sollevato il sipario, Alessandro Preziosi, visibilmente emozionato nel ringraziare il pubblico, dedica il suo impegno proprio all’anima di Cyrano, trasmigrata in se stesso e a sua volta in ognuno dei presenti. A loro affida il mandato di proseguire la lotta di quest’uomo, emblema di un progetto alto, in favore dei sogni e contro ogni asservimento, senza mai piegarsi sulle ginocchia per scopi vili. Bisogna rimanere fino alla fine in piedi a testa alta. Magari per applaudire ancora la bravura di Alessandro Preziosi. E dirgli: Bis, sì grazie.

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