Sensualità misurata, movimento e fluidità, sogno, poesia, emozione, incanto pochissime parole e aggettivi per descrivere ciò che difficilmente si può narrare ma solo gustare pienamente con il senso della vista, con gli occhi incollati sul palco cercando si sbattere il meno possibile le palpebre: ecco a voi la irripetibile magia del tango
Memorie di un Tanguero scritto e diretto da Fabiana Fusaro è l’esempio di una fusione ben riuscita tra narrazione, musica dal vivo, poesia ma il protagonista assoluto è il Tango. Liberamente ispirato alla storia di Alfredo Gobbi e Flora Hortensia Rodriguez “Memorie di un Tanguero” non è solo una storia d’amore e passione tra un uomo e una donna, Memorie di un Tanguero è soprattutto la storia di una violenta e appassionata vocazione per una danza viscerale e sanguigna senza tempo: il tango.
Lo spettacolo è diviso in due atti: si parte da un’introduzione narrata, vecchie lettere e fotografie ritrovate in una scatola rossa, colore che insieme al nero evoca fortemente nell’immaginario collettivo l’iconografia classica del tango, sono il pretesto onirico per far partire la vera narrazione, vissuta dalla giovane protagonista a metà tra un flash-back e un sogno: e quale città non è più adatta per “vivere” o meglio “rivivere” il sogno della misteriosa, magica, frivola e capricciosa Parigi.
Passi a due, e a tre, scene corali, proiezioni video, costumi, musica eseguita dal vivo da un brillantissimo trio e un sapiente gioco di luci e ombre, e una bella e pulitissima regia teatrale spesso insolita in uno spettacolo di danza, accompagnano l’evolversi della storia e della narrazione, in un crescendo sempre misurato e mai eccessivo di musica, colori, voci e soprattutto corpi. Corpi che si scelgono ,si intrecciano, si sfiorano sulla scena diventando simulacri ora di eleganza, si sensualità, passionalità, gelosia, passione ma anche di struggente romanticismo, antica poesia e moderna ironia. Paradossalmente il tango può fare tutto questo e molto altro: il corpo o meglio l’apparato umano sapientemente usato dai performers diventa veicolo intenso e ancestrale per trasmettere al pubblico le mille sfaccettature dei sentimenti, pensieri, tormenti e azioni umane. Il linguaggio del corpo in questo spettacolo arriva molto spesso dove parole eccelse e raffinate di poeti, scrittori, narratori e autori non riescono ad arrivare: al nucleo essenziale della sensorialità, il senso della Vista appunto, che rimane spesso ipnotizzata, ammaliata inebriata,divertita e soprattutto commossa dalla potenza unica e irrepetibile e mai ingannevole dell’immagine. Tutto questo è il Tango.