La Compagnia della Rancia, per il suo trentennale e con la collaborazione di Medina Produzioni, si e ci regala il mondo fiabesco del capolavoro dei fratelli Grimm : Cenerentola.
Ma l’ambientazione non è classica essendo stata spostata negli anni 50/60 così come non sono del tutto classici i personaggi.
In scena al Teatro Brancaccio ancora per questa settimana, Stefano D’Orazio e Saverio Marconi, gli autori, hanno operato uno svecchiamento del testo attingendo alle emozioni dell’epoca che li vedeva bambini.
Tuttavia non ci sentiamo di condividere le recensioni entusiastiche; a farci storcere la bocca è stata soprattutto la deriva cabarettistica lasciata al perfetto improvvisatore Paolo Ruffini che ha coinvolto spesso e volentieri il pubblico scendendo in platea armato di microfono. Lo spettacolo già è lungo di suo, se ci mettiamo anche le improvvisazioni arriviamo a più di tre ore in sala.
Ma procediamo con calma e vediamo innanzitutto i cambiamenti apportati alla storia. Il principino, interpretato dal già citato Paolo Ruffini, è alle prese con la scelta di una principessa poiché il Re di Microbia, suo padre, ha deciso di lasciargli il regno a patto che si sposi benché lui non abbia alcuna voglia di mettere la testa a posto pensando solo alla sua “Maria Pia” (e qui non vi racconteremo chi/cosa è). A cercare di portarlo sulla retta via c’è Rodrigo, il suo fidato consigliere, ottimamente interpretato da uno dei monumenti del musical italiano: Manuel Frattini.
E poi c’è Cenerentola, scelta tra cinquemila aspiranti, la bravissima Beatrice Baldaccini che riesce ad interpretare il suo ruolo con un piglio decisamente interessante oltre a mantenere una limpidezza canora impressionante per tutta la durata dello spettacolo, evidentemente la mano di Lena Biolcati (vocal coach della Rancia) c’è e si sente.
Impossibile non menzionare Laura di Mauro (la matrigna), Roberta Miolla e Silvia Di Stefano (le sorellastre) vero fiore all’occhiello dell’intero spettacolo.
In scena anche Claudia Campolongo, Gianluca Sticotti,Silvia Contenti, Luca Spadaro, Rossella Contu.
Allegre e frizzanti , vintage ma moderne, sono le musiche originali di Stefano Cenci, perfettamente integrate con le coreografie di Gillian Bruce, i colorati costumi di Carla Accoramboni e le scenografie di Gabriele Moreschi.
Con qualche piccolo miglioramento, soprattutto sulle tempistiche, lo spettacolo sarebbe di certo maggiormente fruibile.
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