Dal 4 al 23 febbraio al Teatro Golden di Roma, la commedia Ospiti di Angelo Longoni. Passioni violente e buffe relazioni interpretate sul palco da Cesare Bocci, Elonora Ivone e Marco Bonini.
Al Teatro Golden di Roma debutta la nuova commedia scritta e diretta dall’instancabile Angelo Longoni, il cui titolo è Ospiti. I tre protagonisti della commedia sono il fascinoso Cesare Bocci, (Mimì Augello dell’intramontabile Montalbano), Eleonora Ivone attrice di cinema e teatro, e poi Marco Bonini versatile protagonista di molte fiction e di molti film cinematografici. Dal 4 febbraio al 23 sarà possibile assistere ad una commedia cinica, e nel contempo avvolta da effluvi romantici.
I tre protagonisti inseguono l’amore, ma anche lo fuggono, in effetti i tre umani diversi tra loro sono convinti che quando si è innamorati ognuno può dare il meglio ed anche il peggio di sé.
Ospiti narra la storia di Leo, un misantropo e buffo scrittore di battute comiche caduto in disgrazia che, appena separato, va a vivere in un nuovo appartamento nel quale conosce Sara, una ex innamorata di Giorgio, l’inquilino precedente. Vedendola in difficoltà, Leo decide di ospitarla per qualche giorno, finendo così senza saperlo in un mare di guai. Sulle tracce di Sara, infatti, c’è un altro suo ex, Franco, uomo fragile, possessivo, depresso e violento che vuole riconquistarla a qualunque costo. Franco cade nell’equivoco di credere che Leo sia l’odiato Giorgio, l’uomo che gli ha portato via la donna amata…Ospiti è forse la classica commedia degli equivoci, anche se meno leggeri di quelli che accadono nelle commedie di Feydeau.
Traspare dal dramma comico che nell’amore c’è sempre qualcosa di ridicolo, perché tale sentimento ci fa teneri, buffi, ciechi, od anche aggressivi e sospettosi.Insomma, aumentando i pregi e i difetti delle persone, mescolando i caratteri e generando conflitti, l’amore ci rende per forza di cose anche comici. Lo spettatore, riconoscendo come proprie alcune caratteristiche degli attori in scena, comprende che anche i suoi comportamenti possono essere buffi o ridicoli. Il discordo vale innanzitutto per i personaggi di Leo e di Sara che faranno i conti con i propri affetti finiti e con la loro solitudine.Dal canovaccio teatrale emerge che anche la possessività e la gelosia sono mali non sopportabili. E che spesso tali caratteristiche conducono molti, soprattutto uomini ad inveire con violenza finanche infliggendo la morte alle loro compagne. E da qui l’assunto che gli adulti sono diversi dai fanciulli poiché dovrebbero saper metabolizzare rifiuti e delusioni.
Il violento è come un bambino: picchia e poi chiede perdono giurando amore eterno. Promette di cambiare ma poi torna ad essere il mostro che contiene in sé. Non riesce a controllare la propria sessualità e la impone. Insomma, se non fossimo di fronte a un delinquente vero e proprio, scambieremmo il suo identikit con quello di un attore talentuoso che interpreta un personaggio ridicolo, un adulto/bambino che preda del suo incauto capriccio distrugge il suo giocattolo più amato. Una produzione Teatro Golden, Andrea Maia e Angelo Longoni.