12/01/14
Prima edizione del Premio Millelire “Un corto per il teatro” Teatro Millelire.
Serata finale. L’attesa è palpabile; l’agitazione? Anche.
Giungono in finale “Zitto” di Mariano Riccio e Giovanni Giudice; “SerenaMente” di Milo Vallone e “Le (S)Confessioni” di Fabio Pisano .
Un corto migliore dell’altro. In scena talento di alto livello sia sul piano drammaturgico che attoriale.
Durante la manifestazione si ha come la sensazione di essere partecipi di qualcosa di grande, di unico e irripetibile.
Si viene trascinati in una sorta di entusiasmo generale che dal palco arriva alla sala per seguire anche il percorso inverso.
Uno scambio e un confronto sani all’interno di un percorso di crescita che lasciano nello spettatore, come negli autori; interpreti e organizzatori, quell’emozione speciale che fa sentire come una vera e propria necessità l’esistenza di manifestazioni di questo tipo.
Gurie di qualità e giurie popolari; addetti ai lavori e non, tutti a far parte di questo meccanismo di messa in gioco che, per una settimana, ha riscaldato lo spirito di chi ha partecipato.
Il Teatro Millelire ha, tra i tanti meriti, quello di essere riuscito a mettere insieme compagnie provenienti da diverse parti d’Italia, non tanto affinchè si sfidassero, come ormai siamo abituati a vedere in giro tra i reality, ma è stato come se avessero concesso il loro salotto a dei giovani talenti dando loro la visibilità e la possibilità di confronto reciproco.
Ecco, una sensazione che ha reso unica questa manifestazione, è stato proprio quel senso di essere a casa !
Quell’ambiente rassicurante e confortevole che è la sintesi di quello stato d’animo comune che tutti ci siamo portati a casa.
Anche noi della Nouvelle Vague ci siamo confrontati con gli altri media partner, abbiamo imparato a conoscere gli amici di Kirolandia e apprezzato il lavoro di Gino Magazine.
L’entusiasmo di chi questo mondo lo ama, ma lo ama veramente e in quello che fa ci mette l’anima.
Chi vi scrive, lo sta facendo quasi con le lacrime agli occhi e le farfalle allo stomaco, proprio come quando ci si innamora.
Senza timore di smentita, credo, sia impossibile non innamorarsi del Millelire e delle anime che lo portano avanti: Lorenzo De Feo e Antonio Lupi e poi il saluto di Ianto Jones è qualcosa che non si vede da nessun’altra parte.
A prestissimo.