Si entra in sala, luce. Siamo di fronte a qualcosa di nuovo, di forte, di visivamente potente. Ne quinte, ne arredi, ne oggetti, di classico c’è solo il tema trattato.
In scena ci sono tessuti, corde, funi ma anche questo è secondario. La vera scenografia sono i corpi di uomini e di donne, seminudi, tonici, o morbidi avvolti in bende e veli, in bilico tra storicità rivisitata e sensualità moderna. Tre i colori predominanti, il rosso, il bianco, il nero. Le luci forti e calde, illuminano squarci di scena, la musica ritmata e fortemente evocativa scalda la sala.
Dal 21 al 24 presso il Teatro Furio Camillo In Roma è in scena Kassandra adattato e diretto da Francesca Frascà con Serena De Simone, Daniel Plat, Mauro Vizioli, Raffaele Risoli, Luigia Pigliacelli, Giovanna Donia, Raffaella Zappalà, Diego Deidda.
Kassandra, figlia di Ecuba e Priamo, è una veggente, ma prima di tutto è una donna straordinariamente diversa, intensa, moderna, una donna “in anticipo” che lotta contro tutte le finzioni tessute dal suo Palazzo sulla “questione guerra”. Intorno a lei si intrecciano esattamente come le funi e i teli utilizzati dagli attori, amori, delitti, congiure, affetti e tradimenti, perennemente in bilico tra la terra e il cielo, tra il corpo e l’anima.
Kassandra non è uno spettacolo sulla forza delle parole, ma sulla straordinaria fisicità umana, sulla potenza del corpo, del ritmo e delle immagini. Manca infatti l’equilibrio tra il movimento estremamente fisico, materico, carnale, quasi sensuale allo stesso tempo leggero e “aereo” e il testo che per livello di scrittura e complessità risulta in alcuni punti difficile da seguire. Un equilibrio difficile da raggiungere in una messa in scena così ricca e complessa.
È uno spettacolo che tuttavia riesce a ipnotizzare, cattura l’attenzione dello spettatore attraverso il senso della vista, attraverso una regia pulita, dinamica, estremamente coreografica e curata in ogni singolo, microscopico movimento e dettaglio.
Kassandra è comunque uno spettacolo estremamente carismatico, da vedere per conoscere un altro lato del teatro e dell’essere attori, una faccia forse non conosciuta a molti ma estremamente potente e affascinante. Qui Il corpo vince sull’anima.