Cantante, attrice e ballerina. Simpatica, bella, subito alla mano. Volete che le trovi un difetto? Allora, vediamo un po’… ehm… Che ne so… E’ tifosa della Roma! Di peggio non saprei trovare.
Silvia di Stefano è un’Artista (notare la “A” maiuscola). E’ una che di gavetta ne ha fatta tanta e che conosce il mestiere.
Silvia è novarese di nascita e romana di adozione. Ha iniziato da piccola a masticare musica e teatro, anche perché è figlia d’Arte e sui palchi ci si è “dovuta” trovare. La mamma, Lena Biolcati, di musica ne sa, eccome! Diciamo solo che oggi è una delle più apprezzate insegnanti di canto e vocal coach italiane.
Nel 2002, a casa di Stefano bussa IL Musical. Da allora non si è più fermata. Nel 2008 nasce il progetto “Volare”. Una nuova avventura, musicale stavolta, in cui Silvia rivisita a modo suo il grande successo di Modugno. “Volare” diventa un album e finisce su I-Tunes.
E ora che faccio? Devo dire tutto io? Silvia di Stefano: chi sei?
Una sognatrice! Anzi… un’inseguitrice di sogni! Ho sempre sognato di fare Musical e sono riuscita a farlo diventare un lavoro, nonostante le difficoltà che si incontrano scegliendo il mestiere dell’artista. Sognavo di recitare accanto a Manuel Frattini, di cui avevo una foto nel portafoglio, e ce l’ho fatta: in Pinocchio, Toc Toc a Time for Musical, Aladin e Sindrome da Musical. Sognavo New York e ci sono andata con Pinocchio nel 2010. Posso ritenermi fortunata. Ho ancora tanti sogni… arriveranno!
La primissima volta sul palco è stata…
La primissima esibizione in pubblico è stata a 12 anni e mezzo, sul palco di un villaggio turistico vicino Messina. Ho cantato “Non amarmi” con uno dei camerieri. C’è un video che lo testimonia e che nessuno vedrà mai! La prima comparsata è stata in un spettacolo teatrale in piazza, a Montalto Uffugo in Calabria, con “Chi ha paura di Coco Chanel” di e con Lena Biolcati… mia madre!!! (“E allora so’ bboni tutti!”, mi dirai…). La prima volta in teatro è stata con la Compagnia “Legge 180”, che avevo fondato con alcuni miei compagni della scuola di recitazione “Ribalte” di Enzo Garinei: “Tutti pazzi per Hollywood” al Teatro Dafne di Ostia.
Il primo grande palco è arrivato nel 2002, con “Pinocchio”, della Compagnia della Rancia e con le musiche dei Pooh. Nel primo cast eri la mamma di Lucignolo, poi Marconi ti ha dato il ruolo della Volpe. Com’è stato lavorare su quel palco?
Nel 2002 la svolta. Dopo tante audizioni, finalmente una scrittura. Un grande Musical, tutto italiano, ma soprattutto con il mio idolo Manuel Frattini. L’allestimento di “Pinocchio“, con una piccola preview, fu fatto a Tolentino, dove ha sede la Compagnia della Rancia. Su 30 persone in scena, io ero l’ultima ruota del carro. Avevo 3 battute della durata di 2 secondi l’una e neanche una frase cantata, solo grandi cori! Ma ero al settimo cielo ed è giusto che sia così. Sono cresciuta pian piano, con tanta gavetta e tante soddisfazioni personali. Dopo il debutto il 14 marzo del 2003, mi diedero la parte della Mamma di Lucignolo perché si ammalò Roberta Faccani, che interpretava quel ruolo. Quando Pinocchio riprese nel 2004, fui promossa a Volpe! Ruolo che sicuramente mi ha dato un posto speciale nel Musical italiano e a cui devo tutto.
Vorrei ricordare con te la figura di Sofia Amendolea. Non è stata solo la tua insegnante di recitazione.
Sofia è sempre nei miei pensieri: ad ogni Prima, ad ogni audizione, ad ogni spettacolo, ad ogni palcoscenico. Se dovessi avere una figlia la chiamerò così. Il ricordo indelebile di una donna straordinaria che mi ha insegnato tutto. Proprio una settimana fa, ho ritrovato un suo biglietto che mi scrisse poco prima di morire. L’ho ritrovato in un momento difficile della mia carriera, in cui un attimo prima avevo alzato gli occhi al cielo e avevo chiesto il suo aiuto. Dopo il primo attimo di sgomento, è arrivato un grande senso di conforto nel sapere che lei c’è sempre e veglia ancora su di me.
Una mia curiosità: hai un tuo “rito” prima di andare in scena?
Non sono una persona scaramantica, tant’è che sono conosciuta come “quella in viola”. Ho un’adorazione maniacale per quel colore, nonostante mi renda conto che si scontri con il mio mestiere. Ma, ormai, molti registi e colleghi ci hanno fatto l’abitudine e non mi rimproverano più. Una rito però che faccio sempre è quello di sedermi sul palcoscenico, quando arrivo in un teatro nuovo, e con la platea vuota davanti a me, ascolto il teatro.
Qual è il ruolo che è stato scritto per te, ma lo sceneggiatore ancora non lo sa?
Sicuramente quello di Diana in “Next to Normal“, un Musical che in Italia non avrà mai successo. Qui il pubblico vuole divertirsi, vuole portare i bambini a teatro, non siamo ancora pronti per i “drammi” in versione Musical. Se poi non dovesse andare quello, mi accontento anche di Fanny Brice in “Funny Girl“, ruolo che fu al cinema di Barbra Streisand… una qualunque insomma!
A quale regista non diresti di no?
A tutti! (Ride) Purché sia una Produzione seria.
Ti propongo io un progetto: Jesus Christ Superstar al femminile. Ci stai?
Questa domanda non me la dovevi fare! Primo perché sai già che l’ho scritto, secondo perché sai di essere la versione maschile di Maria Maddalena. Più di 10 anni fa passai le mie nottate ad adattare quel Musical alla mia versione femminile e ho ancora la folle idea di pensare di farlo, prima o poi… Giuda sarà mio! Ops… volevo dire MIA!
E prima o poi lo faremo! Intanto, il 21 e 22 novembre sarai in scena, al Teatro Parioli di Roma, con “Sindrome da Musical”, diretta da Lena. Cos’è SdM?
“Sindrome da Musical” è uno spettacolo scritto da Lena Biolcati nel 2008. Dovevamo proporre uno spettacolo fresco, pieno di grandi successi del Musical internazionale e ricco di numeri ballati e cantati. Mia madre s’inventò una storia che collegava tutti questi numeri, prendendo spunto proprio dai Musical interpretati da Manuel Frattini. Nella storia, il povero Manuel non sa più scindere la realtà dai personaggi che ha interpretato, così i suoi amici decidono di mandarlo da una psicologa… Cioè IO! Nel 2008 questo spettacolo era un atto unico di un’oretta e mai avremmo pensato che potesse diventare un vero e proprio spettacolo da portare in tour nei teatri italiani. Ma così è stato. L’abbiamo allungato, migliorato, sistemato, arricchito e abbiamo debuttato due anni fa a Varese. L’anno scorso abbiamo registrato il tutto esaurito al Teatro della Luna di Milano, Teatro che fu costruito nel 2002 proprio per ospitare “Pinocchio” e dove è nata l’amicizia indissolubile tra me, Lena, Manuel Frattini, Andrea Verzicco e Angelo Di Figlia. Cinque nomi che creano il nucleo centrale di “Sindrome da Musical“.
La Biolca come sta?
Da paura! Ha una sua Accademia a Milano, la “Pathos”, e attualmente insegna anche nella scuola di Musical di Parma. Dice che la sua peggior allieva… sono io.
Me la saluti?
Se vieni a vedere “Sindrome da Musical” al Teatro Parioli… la saluti direttamente tu
Non mancherò!
Gran bella intervista! Adoro Silvia di Stefano, sono una sua grande fan, e mi piacerebbe troppo vederla in scena in un suo originalissimo Jesus Christ Superstar al femminile! Nell’attesa, mi godrò la sua performance nel frizzantissimo “Sindrome da Musical” al Teatro Parioli di Roma, non vedo l’ora 😀
Bella intervista per una performer che merita!
Silvia sempre frizzante, simpatica, autoironica e mai autocelebrativa anche se le sue qualità sono indiscutibili.
🙂 In bocca al lupo per il debutto di Sindrome a Roma!