In scena alla Sala Umberto dal 29 ottobre al 17 novembre Lo Sfascio di Gianni Clementi, protagonisti Nicolas Vaporidis, Riccardo De Filippis, Alessio Di Clemente, Augusto Fornari, Jennifer Mischiati, la regia di Saverio di Biagio e Gianni Clementi
Nel clou degli Anni 70 in una società brutalizzata dal sulfureo odore di terrorismo, c’è Fosco capetto di uno sfascio, o per meglio dire uno sfasciacarrozze.
L’uomo ha piccoli precedenti penali, è un vittima inconsapevole della bella vita e delle belle donne, tradendo, regolarmente la moglie Katia. Fosco con il suo amico poliziotto, Ugo, è soggiogato pesantemente anche dal gioco delle carte e frequentatore di bische clandestine.
Accanto ai due c’è anche Manlio, 25enne fratello di Fosco, il giovane è preda di un complesso handicap mentale, e vive quasi artisticamente il suo mondo attraversato da immagini di calendari sexy, gomme da masticare e giochi da bambini. E in questo parterre di disperate creature si inserisce anche Luciano, detto Diecilire, un piccolo truffatore sempre ossessionato dalla ricerca di soldi.
Vite squallide scandite da meschinità ordinaria, finché un giorno Ugo il poliziotto dopo aver perso una ingente cifra al gioco, pensa di compiere una rapina, costringendo Fosco ad essere il suo complice. All’azione criminosa parteciperà anche Diecilire. I tre rapinano con successo una gioielleria.
Tutto sembra andare per il meglio, però il destino ha in serbo per i tre un epilogo decisamente poco rassicurante. Manlio il fratello di Fosco nello sfasciacarrozze, trova una donna vestita da hostess, ferita e quasi in coma. La situazione si complica, alla radio viene data la notizia che in un conflitto a fuoco fra la polizia ed un gruppo di terroristi, una donna camuffata da hostess è fuggita. Insomma i tre compagni di rapina si ritrovano con questa donna esanime, che potrebbe aver ascoltato le loro grida nello spartirsi il bottino. Manlio, confuso, e troppo istintuale ha un rapporto sessuale con l’hostess tramortita. Ugo pensa di uccidere la donna.
Come immaginabile la situazione giù drammatica sfocerà in un destino terribile per i personaggi, protagonisti di questo dramma del quale si percepiscono echi moderni. Ben congegnato e non solo nel titolo Lo sfascio, che ha la doppia valenza di luogo di rottamazione fisica, ma soprattutto morale, esprime quel disagio avvertito anche nel nostro paese, dove il successo facile, il degrado morale, la corruzione ha riportato, ahinoi, la dolorosa icona della donna oggetto.
Senza biechi moralismi si assiste ad un modello di comportamento che ha modificato geneticamente i cervelli di tutti noi. E’ doveroso ricordare che lo spettacolo per situazioni e linguaggio è sconsigliato ai minori di 15 anni.