Una Maternità condivisa

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Ha debuttato alla Sala Umberto di Roma l’ 8 ottobre  e sarà in scena fino al 27 Tres,  una commedia di Juan Carlos Rubio, con la regia di Chiara Noschese. Anna Galiena, Marina Massironi, Amanda Sandrelli, sono le tre interpreti femminili, accompagnate in scena da Sergio Muniz.

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 Sul palcoscenico tre amiche, inseparabili al tempo del liceo, si reincontrano dopo quasi venti anni, ognuna con una bagaglio di esperienze più o meno intense sulle spalle. Una di loro, Marisa (Anna Galiena) è una famosa conduttrice televisiva. Mentre Carlotta (Marina Massironi) e la superstite di un matrimonio naufragato, ed ha acquisito una forma smagliante, dopo aver perso diversi chili dal liceo, il suo più fidato amico, un gatto. Infine c’ è Angela (Amanda Sandrelli) vedova a dir poco, allegramente, inconsolabile.

Tre diversi volti di donna, con un passato assolutamente diverso che hanno però un progetto, piuttosto desiderato, e mai realizzato, ovvero avere un figlio. In una serata nella quale le  tre aprono i loro vuoti, fatti di paranoie, di affettività dimenticate, e di fallimenti assoluti giungono all’idea originale di rimanere incinta da un unico uomo, nello stesso momento.

Fra risate ed amene amarezze individuano un prescelto, un loro uomo ideale, figlio del portiere dell’istituto religioso Immacolatine, nelle quali le tre hanno studiato. Ed ecco apparire Adalberto (Sergio Muniz) che dietro quel bell’aspetto e quel naturale charme, si rivela invece tutt’altro personaggio.

Le tematiche affrontate dalla commedia Tres di Juan Carlos Rubio con leggerezza e fantasia sfiorano temi come la solitudine, l’infedeltà, la prostituzione, e fa da perno centrale, la maternità. L’intrigante e impalpabile (che qui ha significato di assenza di pressione tirannica o sugli interpreti)  regia  è affidata a Chiara Noschese.

Le tre attrici, tre donne diverse, complementari fra loro, senza che mai nessuna dell’insolito terzetto sia colpita da egotismo attoriale, e quindi non si può assolutamente rilevare nessun tipo di  rivalità fra le tre signore. Apprezzabile la buona volontà e il contemporaneo impegno interpretativo di Sergio Muniz, l’unico maschio in scena, indubitabilmente graziato da straripante fascino.

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