L’amore è un cane blu: perdersi per ritrovare se stessi

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di Vincenzo Rotondo

 

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“Rivoluzione? Rivoluzione? Per favore, non parlarmi tu di rivoluzione. Lo so benissimo cosa sono e come cominciano: c’è qualcuno che sa leggere i libri che va da quelli che non sanno leggere i libri, che poi sono i poveracci, e gli dice Oh, oh …è venuto il momento di cambiare tutto… Io lo so quello che dico, ci sono cresciuto in mezzo alle rivoluzioni… e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono intorno a un tavolo e parlano, parlano. E mangiano. Parlano e mangiano! E intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Quindi per favore non parlarmi più di rivoluzione… E, porca troia, lo sai cosa succede dopo? Niente… tutto torna come prima!”

(Juan – “Giù la testa” di Sergio Leone)

Chi siamo…chi eravamo…cosa siamo diventati e cosa saremo.. è questo il tema centrale di “L’ amore è un cane blu”  il nuovo spettacolo di Paolo Rossi che ha esordito a Milano al Piccolo Teatro Strehler lo scorso 24 Settembre. Insieme a lui sul palco l’ orchestra di liscio balcanico “I Virtuosi del Carso” guidati da Emanuele Dell’ Aquila, che accompagna l’ artista nel suo percorso introspettivo tra fantasia e sogno, in un mondo sospeso tra realtà e immaginazione.

Iniziamo quindi questo viaggio, questo “film“, come vuole definirlo l’ autore. In una notte magica, terribile quanto impalpabile, un uomo si ritrova ad affrontare un percorso che lo porterà a perdersi per infine ritrovare se stesso.

Paolo Rossi sfrutta sapientemente il suo repertorio, anche barzellettistico, e la sua innata capacità di improvvisazione per guidarci in un viaggio ostico, tortuoso e crudo, proprio come i paesaggi del Carso, la sua terra. Grazie alla velata ironia e alla sua apparente leggerezza, il comico riesce a portare a galla tutti i malanni di un paese ormai stanco, privo di ideologie e abbandonato alla deriva come un inutile derelitto.

“…Ho conosciuto un poeta rivoluzionario…parlava d’ amore… Mi chiederete, cosa centra l’ amore con la rivoluzione? Se un poeta non scrive d’ amore non è un vero rivoluzionario…”

Ci vuole coraggio, è questo il vero messaggio dello spettacolo, il coraggio di amare, di ritrovare se stessi e iniziare una rivoluzione culturale, perché è dalla cultura che tutto parte. Ritrovare la nostra dignità attraverso la coscienza di noi stessi.

Uno sguardo sulla società italiana, smarrita, sopraffatta da qualunquismo e ipocrisia che vive nel ricordo del proprio passato. La sottile ironia di Paolo Rossi, a tratti malinconica e stanca, a tratti incalzante e potente, riesce a farci perfettamente intendere cosa sia in realtà il cane blu, ovvero la lotta, la voglia di resistere ai mali del nostro tempo, la voglia di lottare contro la vigliaccheria e la sottomissione.

Degni sicuramente di nota alcuni passaggi, tristemente divertenti, come l’ incontro del protagonista del “film” con il fantasma di Berlinguer, a cui deve spiegare cosa è successo al suo paese e al suo partito negli ultimi 28 anni.

Insomma un Rossi forte, ironico e motivato che sa coinvolgere il pubblico per più di 2 ore, e perfettamente sostenuto dalle musiche dei “Virtuosi del Carso” con i quali canta anche alcuni pezzi. Molto toccante il brano “Gorizia Maledetta“. Il pubblico è stato completamente coinvolto, rapito dalla messa in scena, sia nei momenti più comici e ilari, che in quelli più riflessivi e profondi, in cui il silenzio in sala è stato profondo e palpabile.

“… arrivano momenti in cui i racconti ascoltati nell’ infanzia e i sogni e le visioni dell’ adolescenza diventano più vividi dei ricordi di vita vissuta…”

“L’ amore è un cane blu” sarà in scena fino al prossimo 6 Ottobre, un’occasione imperdibile per riflettere ed aprire gli occhi su una società vittima di se stessa e del proprio consumismo, e magari iniziare la propria rivoluzione…con un sorriso, seppur ironico, sulle labbra.

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